Due morti e 100 feriti il primo bilancio di vittime, mentre l’allarme tsunami non ha avuto conseguenze pratiche. L’epicentro è stato individuato nella prefettura di Miyagi, già martoriata da quello dell’11 marzo.
Nelle due centrali di Fukushima – la semidistrutta numero 1, e la più solida n. 2 – non si sono verificate anomaie supplementari. I tecnici erano comunque stati evacuati immediatamente. Numerosi invece i blackout a impianti già fermi o in fase di riprocessamento del combustibile esaurito. Nella centrale di Onagawa (Miyagi), ferma dal primo terremoto, due unità di alimentazione esterna su tre non sono entrate in funzione: L’elettricità è mancata al reattore n.1, fermo per manutenzione, della centrale di Higashidori (Aomori).
Anche a Rokkasho, prefettura di Aomori, ci sono stati problemi di alimentazione elettrica.
I problemi più seri si sono però verificati a Onagawa, dove sono state rilevate perdite d’acqua ( 8 o 9), generate dalle vasche di raffreddamento del combustibile spento dei reattori n.1 e 2. C’è quindi una possibile fuoriuscita di radioattività, anche se ancora non è stata rilevata all’esterno.
La Cina, infine, ha espresso la sua «preoccupazione» per la decisione giapponese di disperdere in mare acqua contaminata dall’impianto nucleare di Fukushima. Il ministro degli esteri cinese invita il Giappone a «osservare le leggi internazionali » e a «adottare misure efficaci per proteggere l’ambiente marino».
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