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La Nato bombarda ancora Tripoli

Ci sono state quattro esplosioni nella notte a Tripoli mentre la capitale libica era sorvolata dagli aerei della Nato. Lo conferma un giornalista dell’Afp, secondo cui le esplosioni sono state sentite nella zona di Bab al Aziziya, dove si trova il complesso residenziale del colonnello Muammar Gheddafi e hanno fatto tremare i vetri di un albergo dove alloggiano i giornalisti stranieri. Colonne di fumo si sono innalzate sopra la città subito dopo le esplosioni mentre le sirene di ambulanze e veicoli di soccorso si sentite nella notte, come anche colpi di arma da fuoco.

L’ennesimo raid della Nato arriva a poche ore dalla messa in onda di immagini televisive del rais, dove si vede Gheddafi in abito marrone, cappello e occhiali da sole, mentre incontra alcuni capi tribù libici in un albergo della capitale. La tv libica afferma che le immagini sono di ieri. Nei giorni scorsi si era diffusa la voce della scomparsa di Gheddafi dopo che erano passati 11 giorni dalla sua ultima apparizione in pubblico.

Si apprende intanto che il governo libico di Gheddafi sarebbe pronto ad accettare un cessate il fuoco garantito da osservatori dell’Onu e dell’Unione Africana. La notizia è stata diffusa dal segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon al termine di un colloquio con il primo ministro di Tripoli Al-Baghdadi Ali al-Mahmoudi.

Durante l’incontro, Ban Ki-moon avrebbe chiesto una cessazione immediata delle operazioni militari a partire da Misurata, la città 200 chilometri a est di Tripoli al centro dei combattimenti tra i soldati di Muammar Gheddafi e i ribelli che da metà febbraio controllano l’est del paese. Ma la difficoltà di una soluzione politica del conflitto, d’altra parte, è confermata sia dall’intensificarsi dei bombardamenti della Nato su Tripoli sia dalle ultime dichiarazioni dei ribelli del Cnt. Un portavoce, in particolare, avrebbe nuovamente respinto ogni ipotesi di cessate il fuoco sostenendo la solita tesi-fotocopia dei bollettini della Nato secondo cui Gheddafi “continua a bombardare i civili”.

E a proposito di “protezione dei civili” è di almeno due morti e una ventina di feriti il bilancio dei raid compiuti dai caccia della Nato all’alba di oggi sulla città di Tripoli. Lo riferisce un portavoce del governo libico all’emittente Cnn dopo che quattro esplosioni avevano nuovamente colpito il bunker di Gheddafi a Bab al-Aziziya, nel centro della capitale. Il portavoce del governo ha spiegato che i corpi delle vittime, entrambi uomini, sono stati trasportati presso il più vicino ospedale. Al nosocomio sono giunte anche 27 persone che hanno subito conseguenze nell’attacco aereo.

Da giorni la capitale libica Tripoli viene bombardata dai raid della Nato e le conseguenze sui civili cominciano a farsi sentire. “Abbiamo avuto notizie di bambini e di personale medico rimasti feriti” ha detto all’agenzia MISNA una fonte missionaria nella capitale libica dove la vita quotidiana si fa sempre più difficile. “Fonti sanitarie dei reparti di maternità osservano nelle ultime settimane un elevato numero di aborti spontanei di donne incinte, probabilmente per il trauma legato alla situazione che stiamo vivendo. Oltre alla paura delle bombe e al clima di tensione e diffidenza che regna in città, è sempre più difficile rifornirsi di cibo e carburante. Per fare un pieno servono 10 ore di fila nelle stazioni di benzina. Del dramma psicologico vissuto dalla popolazione, nessuno parla” ha sottolineato la fonte della MISNA.

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