Il francese ucciso a Bengasi da un colpo d’arma da fuoco nella notte tra mercoledì e giovedì, durante un controllo effettuato dai ribelli, viene definito un ‘contractor’ che lavorava per una società privata di sicurezza.: la Secopex con sede a Carcassone. Altri quattro francesi, che si trovavano insieme alla vittima, sono stati arrestati nel corso di un controllo. Lo riporta l’agenzia France Presse, che cita una fonte diplomatica europea, sottolineando come intorno a questa vicenda rimangano ancora numerose zone d’ombra. “Nel corso di un controllo di polizia a Bengasi (nella notte tra mercoledì e giovedì), cinque cittadini francesi sono stati fermati. Uno di essi è stato ferito all’addome da un proiettile ed è morto nella notte all’ospedale di Bengasi”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri francese, Bernard Valero.
“Il nostro rappresentante sul posto ha chiesto di incontrare i nostri connazionali arrestati, ed è in contatto con le autorità locali per esaminare la situazione”. In precedenza anche un medico dell’ospedale Jalaa di Bengasi aveva informato la France Presse del decesso di un cittadino francese, ferito all’addome da un proiettile.
Mentre la società francese Secopex ha risposto non comment alle domande dei giornalistii, le autorità francesi non hanno fornito dettagli sui motivi dell’arresto dei cinque e sulle circostanze che hanno portato alla morte di uno di essi. Inoltre non hanno rivelato l’identità dei cinque e non hanno spiegato le ragioni della loro presenza a Bengasi.
Una fonte diplomatica europea si è limitata a riferire all’Afp che i cinque francesi lavorano per un’agenzia di sicurezza privata e che il controllo effettuato dai ribelli è degenerato, provocando la morte del francese. Da parte loro i ribelli non sono stati in grado di confermare la morte del francese né l’arresto dei suoi colleghi. Un’altra fonte, citata da Maghreb Confindential, afferma invece che la Secopex sarebbe una copertura usata dal governo francese per inviare mercenari a sostegno dei ribelli di Bengasi in modo “non ufficiale”.
I “mercenari di stato” francesi sarebbero arrivati a Bengasi dall’Egitto il 10 maggio scorso e sarebbero stati intercettati ad un check point dei ribelli sulla strada che porta a Soluch, una citadina appena fuori Bengasi. Sono forse questi i “civili” che la Nato intende proteggere con i bombardamenti?
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