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Afghanistan. Continua la strage di civili sotto le bombe della Nato

È di 14 civili, tra cui 12 bambini, il bilancio delle vittime di un raid aereo della Nato nel sud dell’Afghanistan. A renderlo noto è stato il governatore della provincia di Helmand, Daud Hamadi. Il raid, sferrato nella notte di sabato, ha affermato, ha causato la morte di cinque bambine, sette bambini e due donne. Altri tre bambini, una donna e due uomini sono rimasti feriti. Secondo il portavoce afgano il raid sarebbe scattato quando un gruppo di militari americani ha richiesto l’appoggio di unità aeree dopo essere stato attaccato da combattenti talebani. Tuttavia gli aerei della Nato hanno bombardato due case in cui vivevano i civili. L’incidente è oggetto di indagini da parte dell’Isaf, ha reso noto un portavoce. Sarebbero ormai oltre 50 persone, tra cui 32 civili, quelle rimaste uccise negli ultimi giorni in conseguenza di raid della Nato in Afghanistan. In un altro bombardamento infatti, 18 civili e 20 poliziotti afgani erano stati uccisi nel distretto di Du Aab, nella provincia del Nuristàn, in un attacco di aerei Nato contro postazioni dei talebani.  «È stato ripetutamente detto agli Stati Uniti e alla Nato che le loro operazioni unilaterali e inutili causano la morte di afghani innocenti e che tali operazioni violano i valori umani e morali, ma sembra che non ascoltino», ha dichiarato il presidente-fantoccio Karzai in un comunicato ufficiale. Il presidente afghano è rientrato anticipatamente da una visita nel vicino Turkmenistan, dopo la morte del generale Mohammad Daud Daud, uno dei vertici della sicurezza afghana ed ex viceministro dell’Interno, ieri in un un attentato che ha causato sei morti.

Le potenze della Nato, in questo caso la Germania, fanno intanto i conti con i costi umani della guerra anche nelle loro file. L’attacco costato la vita ieri in Afghanistan a 7 persone, tra cui due militari tedeschi, non influirà sulla strategia del governo di Berlino per l’Afghanistan, ha assicurato da Muscat il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle. «Proviamo dolore e profonda tristezza» a seguito dell’attentato suicida di Takhar, ha dichiarato. Ma questo, ha aggiunto «non potrà distoglierci, e non ci distoglierà dal portare avanti la nostra strategia in Afghanistan».

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