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In Yemen ormai è guerra civile. Bagno di sangue a Taiz

È di almeno 20 morti e decine di feriti il bilancio di un violento intervento delle Guardie repubblicane a Taiz, seconda città dello Yemen per grandezza, dove era in corso un sit-in di manifestanti che chiedono le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh. Nella città a sud-ovest del Paese l’esercito ha disperso i manifestanti riuniti pacificamente in piazza da febbraio. Secondo quanto riferiscono i testimoni, gli agenti della polizia hanno prima sparato in aria nel tentativo di disperdere la folla, ma poi hanno rivolto le armi direttamente contro coloro che si rifiutavano di abbandonare la piazza. Un fotografo della Reuters sul posto ha detto che la polizia ha sparato proiettili veri e ha usato gas lacrimogeni e idranti per disperdere i dimostranti che protestavano all’esterno di un edificio municipale per chiedere il rilascio di un altro manifestante che era stato arrestato sabato. Gli scontri sono avvenuti vicino alla Piazza della Libertà, dove migliaia di manifestanti anti-regime erano accampati dallo scorso gennaio per chiedere che Saleh lasci il potere. La polizia ha appiccato fuoco a due tende nella piazza, mentre i dimsotranti hanno tirato molotov e sassi contro gli agenti.

Nel frattempo un convoglio di rinforzi che proveniva da Aden è caduto in un’imboscata tesa, a 1 km da Zinjibar, dagli insorti. Quattro militari, tra cui un colonnello, sono stati uccisi e numerose altri sono rimasti feriti ha detto un funzionario dei servizi di sicurezza. Una fonte di un ospedale di Aden ha fatto sapere che nella struttura sono stati ricoverati sette soldati feriti nell’attacco. Secondo un’altra fonte di sicurezza, quattro combattenti ritenuti membri di Al Qaida sarebbero stati uccisi nella notte in scontri con i militari a Zinjibar. Per i militanti, che da ieri hanno assunto il controllo della città, i morti sarebbero due.

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