Un quattordicenne e’ stato ucciso da un colpo di arma da fuoco mentre partecipava ad una manifestazione di protesta a Sidi Bouzid. Lo riferisce l’agenzia tunisina Tap, citando fonti della polizia, secondo cui la morte del ragazzo e’ avvenuta mentre le forze di sicurezza stavano disperdendo la folla di dimostranti radunati in citta’. Sidi Bouzid, è una città simbolo della rivolta tunisina, è qui infatti che a meta’ dicembre, comincio’ la rivolta antigovernativa che il 14 gennaio scorso porto’ al rovesciamento del regime di Zine el Abidine Ben Ali.
Attacchi e assalti contro cinque commissariati di polizia in altrettante località della Tunisia si sono verificati nella notte tra sabato e domenica. Protagonisti degli assalti sono stati centinaia di giovani aderenti ai partiti di sinistra e islamici, che contestano al governo il tradimento dei valori e degli obiettivi della cosiddetta rivoluzione dei gelsomini che a gennaio provocò la caduta del trentennale regime di Ben Alì. Gli scontri più gravi sono avvenuti a Menzel Bourguiba, 65 km a nord della capitale Tunisi, dove 6 poliziotti sono rimasti feriti. Le autorità naturalmente parlano di “alcune forze estremiste che vogliono destabilizzare l’ordine e sabotare il processo elettorale”.
Tre giorni fa invece a Tunisi,secondo il sito “Business news”, la polizia tunisina in occasione dei disordini seguiti ad una manifestazione convocata nella capitale davanti alla sede del governo, aveva eseguito oltre trecento arresti. Per disperdere la manifestazione la polizia ha fatto uso di lacrimogeni. Agenti di polizia hanno fatto irruzione anche in una moschea di Tunisi dove si erano rifugiate alcune delle persone che avevano partecipato alla manifestazionew di protesta davanti alla sede del governo. Lo ha denunciato un rappresentante del partito Al-Majd, secondo il quale gli agenti hanno “picchiato violentemente” i manifestanti.
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