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Usa. Operazione di polizia contro gli hacker di Anonymous

Gli arresti finora eseguiti, al quale potrebbero seguirne altri, sono ventuno: 16 oggi negli Stati Uniti (due dei quali legati a indagini correlate), 5 in Europa, e più precisamente uno in Gran Bretagna e quattro in Olanda. Il Ministero della Giustizia ha precisato anche che martedì negli Stati Uniti sono stati effettuate inoltre 35 perquisizioni, sempre nell’ambito della stessa indagine. Gli arresti sono stati eseguiti in Alabama, Arizona, California, Colorado, District of Columbia, Florida, Massachusetts, Nevada, New Mexico e Ohio.Inoltre due ulteriori ordini di cattura nell’ambito di inchieste correlate sono stati eseguiti in Florida e New Jersey.

Gli arresti in Europa, ha precisato il ministero della Giustizia americano, sono stati eseguiti dalle polizie di Gran Bretagna (che ha arrestato una persona) e Olanda (che ne ha arrestate quattro). Si tratta per lo più di uomini compresi tra i 42 e i 20 anni di età, i quali si erano dotati di pseudonimi del tipo ‘Antrophobix’, ‘Toxic, ‘No’, ‘Raper’). Sono accusati di aver preso parte «con altri» tra il 6 e il 10 dicembre scorso ad attacchi informatici contro il sistema di pagamenti via web PayPal. Secondo gli investigatori, gli hackers in questo modo avrebbero voluto mettere a segno «rappresaglie» dopo che PayPal aveva deciso di bloccare i suoi conti, in seguito al caso Wikileaks e all’arresto di Julien Assange.

Uno degli arrestati, Scott Arciszewski, 21 anni, è accusato di essere entrato illegalmente il 21 giugno scorso nel sito dell’organismo di sicurezza Infragard, che ha base in Florida e che lavora con l’Fbi. Il giovane – precisa il ministero della Giustizia Usa – è già comparso davanti ad un tribunale federale. Un altro giovane di 21 anni, Lance Moore, è stato invece arrestato in New Mexico è stato arrestato per aver pubblicato informazioni confidenziali dell’operatore di telefonia AT&T, operazione rivendicata dal gruppo di hackers LulzSec, lo stesso che ha rivendicato lunedì scorsi attacchi cibernetici contro i siti internet di News Corporation, il gruppo editoriale di Rupert Murdoch. oltre a PayPal, attacchi erano stati condotti anche contro Mastercard e Visa, a loro volto ‘colpevoli’ di aver sospeso i pagamenti dovuti a Wikileaks.

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