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Londra, la rivolta si estende ad altre città

 

Sono salite a 239 le persone arrestate e 25 sono state ufficialmente incriminate in seguito ai disordini» ha detto questa sera Theresa May, ministro dell’Interno britannico.

Negli scontri che si erano diffusi anche a Enfield, Walthamstow e Waltham Forest nel nord della capitale e Brixton nel sud della citta’, sono 35 gli agenti rimasti feriti. Tre di questi sono stati colpiti da un veicolo in corsa mentre stavano effettuando un arresto nel quartiere di Waltham Forest, nell’est di Londra.

Seconda notte di rivolte a Londra, dove la polizia ha arrestato oltre 100 persone e ha riportato il pesante bilancio di 35 agenti rimasti ferit in due giorni di scontri. Dopo Tottenham, dove la protesta è scoppiata nella notte tra sabato e domenica – a seguito della manifestazione di protesta per l’uccisione giovedì da parte della polizia di Mark Duggan, un 29enne, padre di quattro figl – la notte scorsa le rivolte si sono diffusa a Enfield, Walthamstow e Waltham Forest nel nord della capitale e Brixton nel sud dove uto della polizia sono state attaccate, negozi assaliti.

Dopo gli scontri che sabato sera hanno messo a ferro e fuoco il quartiere settentrionale di Londra di Tottenham, nuove violenze si sono registrate domenica sera nella vicina zona di Enfield. Circa 100 ragazzi, molto giovani, imbacuccati nei cappucci delle felpe, hanno assaltato alcuni negozi nella via centrale del quartiere. A Brixton centinaia di persone hanno saccheggiato un grande magazzino, lanciando pietre contro gli agenti.

Al momento la situazione sembra essere tornata sotto controllo. Gli agenti della Metropolitan Police hanno bloccato gli accessi all’area dove sono avvenuti gli incidenti e stanno trattando la zona come una scena del crimine. Per le strade si possono ancora vedere vetrine frantumate, bottiglie rotte, ma non sembra che nulla sia stato dato alle fiamme. Sembra inoltre che altri disordini non si ancora di quale entità, siano scoppiati a sud di Londra, nel quartiere di Brixton.

Intanto emergono i primi dubbi sull’iniziale ricostruzione fornita dalla polizia sull’incidente che ha causato le violenze. Mark Duggan, il nero colpito a morte dagli agenti, non ha aperto il fuoco contro uno degli agenti che lo ha ucciso, secondo Scotland Yard per legittima difesa. Secondo quanto riporta il Guardian la perizia balistica ha accertato che la pallottola trovata incastrata dalla radio di un agente sia stata sparata da un’arma della polizia e non di Duggan.

La storia di violenza comincia proprio con la morte di Duggan, il 29enne Mark, padre di quattro figli. Mark è nero e viene ucciso in uno scontro a fuoco con la polizia. Alcuni dicono che era un poco di buono, altri che non aveva mai avuto guai con nessuno. Sta di fatto che sabato sera, verso le 17.00, una piccola folla di 300 persone accompagna i familiari di Mark Duggan davanti alla stazione della polizia di Tottenham Hale. Una manifestazione di protesta? Una vigilia? Non si sa. Forse entrambe le cose. Certo la famiglia di Mark vuole «delle risposte» su quanto accaduto. Poi – pare – una ragazzina di 16 anni viene spinta da un poliziotto. Ed è l’inferno. Il rione di Tottenham Hale, infatti, all’improvviso s’accende come uno zolfanello: le molotov volano contro le macchine della polizia e poi dentro alcuni edifici. La serata è calda, tira un po’ di vento, e il gioco è fatto. I negozi vengono presi d’assalto, le merci spariscono dagli scaffali. Volano le pietre. Tottenham, la mattina dopo, sembra vittima dei blitz della Luftwaffe più che il quartiere dove ha casa una delle squadre di calcio più blasonate della premier league: 48 persone vengono arrestate, 26 agenti vengono feriti. Eppure, gratta gratta, e l’anima inquieta di Tottenham emerge. Rione povero, ai vertici della top ten delle zone più depresse del Regno Unito, già nel 1985 decide di scoppiare. Allora alla base della rivolta c’era l’idea che Scotland Yard fosse razzista e ce l’avesse con i neri. Così quando Cynthia Jarrett, madre 49enne del giovane Floyd Jarrett resta uccisa durante la perquisizione di casa sua avvenuta dopo l’arresto del figlio, il quartiere perde la testa. E un agente viene massacrato a colpi di machete.

«La famiglia di Mark è stata tenuta fuori dalla stazione di polizia di Tottenham per cinque ore», ha dichiarato il reverendo Nims Obunge, figura prominente della comunità. «Al principio era una manifestazione pacifica. La gente voleva avere delle risposte su cosa è accaduto giovedì sera. E non le ha avute. Ora è importante che la Independent Police Complaints Commission (IPCC) sia messa nelle condizione di svolgere le
proprie indagini». Indagini che sono peraltro scattate subito dopo la morte di Duggan. Il capo della IPCC, Rachel Cerfontyne, ha quindi assicurato la totale indipendenza dei suoi ispettori. Ma i dubbi rimangono. Il fratello di Mark, Shaun Hall, pur condannando senza riserve gli scontri ha infatti definito una «totale fesseria» l’ipotesi che Duggan abbia aperto il fuoco contro gli agenti. Era una «brava persona», ha aggiunto, «non un gangster». Intanto su Twitter s’inseguono le voci di nuove dimostrazioni Per il comandante di Scotland Yard Adrian Hanstock si trattano solo di voci. «Abbiamo comunque elaborato un robusto piano di contenimento», ha precisato.

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