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Londra. Scuse tardive della polizia per la disinformazione su Duggan

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Ripreso da: http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/12/news/inghilterra_12_agosto-20…

La polizia si scusa: “Abbiamo sbagliato”

Muore uno dei feriti, cinque le vittime totali

La commissione indipendente che vigila sul comportamento delle forze dell’ordine, parla di errori grossolani nella comunicazione che hanno infuocato la protesta subito dopo la morte di Mark Duggan. Intanto è deceduto Richard Mannington Bowes, 68 anni, trovato a terra lunedì sera con gravi lesioni alla testa

LONDRA – Emergono nuove falle nel comportamento della polizia nel caso Duggan, il ragazzo ucciso il 4 agosto a Tottenham, quartiere di Londra. La commissione indipendente che vigila sugli abusi della polizia (Ipcc) ha infatti scritto al Guardian che “ai giornalisti potrebbero essere state date inavvertitamente delle informazioni ingannevoli” nelle ore successive all’omicidio del 29enne pregiudicato. Informazioni che hanno dato il via alle proteste poi divampate in tutta la capitale. I quotidiani, infatti, hanno parlato di un morto dopo una sparatoria, con la polizia costretta “a rispondere al fuoco”. Duggan invece non era armato.

“L’analisi della copertura mediatica e i dubbi sollevati su Twitter ci hanno messo in allerta sulla possibilità che potremmo aver inavvertitamente dato delle informazioni ingannevoli ai giornalisti, rispondendo alle prime domande dopo l’assassinio di Mark Duggan” ha affermato l’Ipcc, rispondendo a un giornalista del quotidiano inglese.

Il primo comunicato diffuso dalla commissione, la sera del 4 agosto, “non fa alcun riferimento a colpi sparati contro la polizia. Comunque, riguardando le informazioni da noi date e ricevute nelle prime ore dopo l’incidente, prima che qualsiasi documentazione ci arrivasse, è possibile che abbiamo portato con le nostre parole a far credere ai giornalisti che ci fosse stato uno scambio di colpi – ammette la commissione indipendente – notizia coerente con le prime informazioni ricevute su un agente ferito e portato in ospedale. Qualsiasi riferimento a uno scambio di colpi non era corretto e non è stato fatto in nessuno dei nostri comunicati ufficiali” ha però precisato l’Ipcc. La disinformazione e la mancanza di una ricostruzione degli avvenimenti avevano portato la famiglia di Duggan a scendere in piazza per protestare, dando involontariamente inizio alla guerriglia urbana.

La conta delle vittime. Intanto la nottata è passata relativamente tranquilla in tutta l’Inghilterra. Ma si aggrava il bilancio delle vittime delle violenze che hanno scosso le principali città inglesi. E’ morto in ospedale Richard Mannington Bowes, un uomo di 68 anni aggredito e ferito gravemente alla testa lunedì sera mentre cercava di spegnere un incendio a Ealing, alla periferia di Londra. La polizia – dice la Bbc – ha disposto l’autopsia sul cadavere e ha aperto un’inchiesta per omicidio. Si tratta della quinta vittima dall’inizio dei disordini.

L’uomo era stato trovato privo di sensi a terra nella tarda serata di lunedì a Ealing, dove c’erano stati dei saccheggi e diverse vetture erano state date alle fiamme. “Si è trattato di un episodio di brutalità che ha avuto come risultato la morte insensata di un uomo innocente”, ha dichiarato l’ispettore capo di polizia John McFarlane. La Bbc scrive che la polizia ha diffuso il fermo immagine di un uomo, indicato come il possibile aggressore di Mannington Bowes, ripreso da una telecamera di sicurezza.

In precedenza avevano perso la vita un giovane di 26 anni, ucciso da un colpo di arma da fuoco a Croydon, nella parte sud della capitale, e tre immigrati di origine asiatica 1, travolti da un’auto a Birmingham mentre tentavano di difendere il loro negozio dalla furia dei vandali. Il padre di una delle vittime, Tariq Jahan, che ha perso il figlio 21enne Haroon, è diventato una sorta di eroe nazionale per il suo accorato appello alla calma e alla pacifica convivenza.

La reazione del governo. Ieri il primo ministro David Cameron, in un intervento ai Comuni, aveva rimarcato che l’azione di contrasto ai violenti era “veramente iniziata”. “Non si è trattato di politica, nè di manifestazioni, ma di furti”, aveva affermato ventilando anche la possibilità di bloccare i social network 2 “quando è chiaro che si stanno progettando violenze, disordini e atti di criminalità”.

La polizia ha rivelato che circa la metà delle 240 persone finora comparse in tribunale sono minorenni. Una storia particolare è quella di Chelsea Ives, 18 anni, ambasciatrice per le Olimpiadi di Londra 2012: è stata arrestata con l’accusa di aver distrutto un’auto della polizia durante i saccheggi a Enfield e a denunciarla sono stati i genitori che hanno chiamato le forze dell’ordine dopo averla riconosciuta in tv. “Non ho rimorsi – ha detto la madre Adrienne, 43 anni – amo mia figlia, ma è stata educata per distinguere il male dal bene”.  Nelle immagini si vede la ragazza che lancia un masso contro la vetrina di un negozio e poi esclama con entusiasmo, rivolgendosi a un amico: “E’ la giornata più bella di sempre!”. Chelsea, atleta e cantante di talento, fa parte di un gruppo di londinesi selezionati come ambasciatori per le Olimpiadi del 2012 per rappresentare l’orgoglio di Londra e accogliere ufficialmente i visitatori nella capitale.

Teheran bacchetta Londra. Teheran continua a bacchettare Londra per la repressione esercitata in questi giorni nei confronti dei dimostranti britannici. Il comandante delle forze paramilitari iraniane dei Basij, Mohammad Reza Naqdi, ha annunciato oggi alla comunità internazionale la propria disponibilità a inviare un gruppo di peacekeepers in Gran Bretagna. Il loro compito sarebbe quello di monitorare la situazione e garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini britannici che – secondo il comandante Naqdi – sarebbero stati violati dalla polizia britannica. Lo riferisce oggi l’agenzia Fars.

 

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