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Francia. Esplosione in centrale nucleare: un morto e diversi feriti

Greenpeace ha chiesto che venga fatta «trasparenza totale ed immediata» sull’esplosione che si è verifica oggi nell’impianto nucleare di Marcoule, nel sud della Francia. «È indispensabile che le popolazioni locali siano informate in tempo reale sulla situazione e su eventuali fughe radioattive», ha scritto in un comunicato Yannick Rousselet di Greenpeace France. «Questo sito non rientra nelle ispezioni alle istallazioni nucleari francesi chieste dal governo, nè in quelle effettuate dall’Autorità di sicurezza nucleare. Ciò dimostra – si legge ancora – che la Francia non ha tratto alcuna lezione dall’incidente nucleare giapponese di Fukushima».

Non è stata prevista nessuna evacuazione nè isolamento di lavoratori della centrale dove è avvenuto l’incidente, annuncia il ministero dell’Interno francese.

Ci sarebbero stati «un morto e alcuni feriti» di cui uno «molto grave» nell’esplosione che si è verificata oggi nel centro di trattamento delle scorie nucleari del sito di Marcoule, nel sud della Francia. Lo riferisce oggi il sito internet del quotidiano locale Midi Libre.

Rischio di fuga radioattiva in Francia dopo l’esplosione di un forno presso il sito nucleare di Marcoule nel sud del paese: è quanto riferiscono le autorità francesi. La centrale di Marcoule è stata la prima centrale nucleare francese, nella Linguadoca-Rossiglione. La centrale possiede 3 reattori UNGG (una versione francese del Magnox inglese) da 79 MW totali.

E’ stata la prima centrale nucleare francese, nello stesso sito esiste anche un altro reattore (il Nø1) costruito dal 1955 al 1956 da soli 2 MW e non utilizzato per la produzione elettrica.La centrale fa parte del più ampio sito nucleare Marcoule, un’istallazione industriale gestita da AREVA e dal CEA. A Marcoule furono costruiti i reattori nucleari a uso militare per le ricerche destinate alla costruzione della bomba atomica francese.

La centrale nucleare francese di Marcoule si trova a 242 km in linea d’aria da Ventimiglia, 257 da Torino, 342 da Genova.

Il forno esploso oggi sul sito nucleare di Marcoule, non distante da Avignone e Nimes, si trova nel centro per il trattamento delle scorie di una filiale di EDF: è quanto riferiscono i pompieri e la polizia.

Per il momento, «non c’è stata fuga all’esterno»: lo ha detto un portavoce del Commissariato dell’energia atomica (CEA), riferendosi al rischio di fughe radioattive dopo l’incidente alla centrale di Marcoule, nel sud della Francia. I pompieri hanno eretto un perimetro di sicurezza intorno alla centrale, a causa del rischio di fughe.

Secondo quanto riporta il sito di Midi Libre, l’esplosione si sarebbe verificata intorno alle 11:45 di questa mattina nel centro di trattamento delle scorie nucleari Centraco, a Marcoule. Il sito on line parla di un morto, un uomo il cui corpo è stato ritrovato «carbonizzato», e di quattro altri feriti, di cui uno «molto grave». Quest’ultimo è stato trasferito in elicottero all’ospedale di Montpellier. Le altre persone ferite in modo più leggero sono state invece ricoverate all’ospedale di Bagnols-sur-Ceze. Un imponente schieramento di pompieri e polizia è presente sul posto.

Un morto e quattro feriti: questo il bilancio dell’incidente nel sito nucleare di Marcoule, nel sud della Francia, secondo quanto riferito dall’ASN, l’autorità francese per la sicurezza nucleare.

Subito è partita la corsa a “tranquillizzare” la popolazione e gli stati confinanti: “l’esplosione avvenuta oggi nel grande sito francese di Marcoule, nel Sud della Francia, non riguarda una centrale nucleare. L’esplosione è infatti avvenuta in un forno e impianti di questo tipo non si trovano nelle centrali. Possono invece essere utilizzati o negli impianti addetti alla preparazione del combustibile nucleare, oppure in quelli del trattamento del combustibile utilizzato”.

Al momento non siamo in grado di verificare se ciò corrisponda al vero. Sappiamo solo che in caso di incidenti nucleari remoti e recenti, mai le autorità di qualunque paese hanno detto fin dall’inizio come stavano le cose; solo dagli effetti, o dalle rivelazioni di qualche tecnico che proprio non se la sentiva di mentire davanti al mondo, si è cominciato a sapere qualcosa di più attinente alla reale dinamica dei fatti.

La regione Liguria ha comunque allertato la protezione civile. Lo rende noto l’assessore regionale all’Ambiente, Renata Briano, che attraverso l’Arpal e le autorità nazionali sta avviando il monitoraggio in collaborazione con l’Agenzia Iaea-International atomic Energy agency

L’Agenzia atomica internazionale (Aiea) ha chiesto informazioni alla Francia sull’esplosione: lo ha detto il direttore generale dell’Agenzia, Yukiya Amano, durante una conferenza stampa a Vienna. Amano, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, ha spiegato che il centro dell’agenzia per la gestione degli incidenti è stato «attivato immediatamente» ed ha inviato una richiesta di informazioni alla Francia. «Adesso siamo interessati alle informazioni» dalla Francia, ha sottolineato il direttore generale.

La “buona notizia” sembra questa. 

L’area francese di Marcoule nella quale è avvenuta oggi l’esplosione di un forno per il trattamento del combustibile, è uno dei più vasti siti nucleari della Francia, ma le sue tre centrali sono da tempo chiuse. Attualmente è utilizzato a scopi di ricerca e per il trattamento del combustibile nucleare. Il sito si trova nel Sud del Paese, nel cuore della regione turistica celebre per i vini della Linguadoca, ed è attivo dal 1956. È un grande complesso, che comprende diversi centri gestiti da soggetti diversi, come il Commissariato francese per l’energia atomica (Cea) e aziende private. Marcoule ha ospitato i primi impianti nucleari francesi sia di tipi civile sia militari, questi ultimi addetti alla produzione del plutonio. Nel sito di Marcoule si trovano tre centrali nucleari di vecchia generazione, tutte da tempo fuori attività. Sono reattori del tipo Ungg (Uranium Naturel Graphite Gas), ossia vecchi reattori a fissione del tipo gas-grafite utilizzati per fabbricare plutonio. Il primo, a 2 MegaWatt, è stato costruito nel 1955 e dismesso nel 1968; il secondo, da 38 MegaWatt, risale al 1959 ed è stato chiuso nel 1980; il terzo, sempre da 38 MegaWatt, è del 1960 ed è chiuso dal 1984. A partire dagli anni ’70 l’attività del sito è stata diversificata, inizialmente con le attività di ricerca dovute alla costruzione del prototipo di Phenix, il reattore nucleare veloce autofertilizzante, ossia che genera da solo il suo combustibile (il plutonio 239, a partire dall’uranio 238). Nel tempo il sito nucleare di Marcoule si è specializzato soprattutto nelle attività di smantellamento delle strutture nucleari. Dal 1995 il sito è specializzato nella produzione del Mox, una miscela combustibile di ossidi di plutonio e uranio fortemente radioattiva.(ANSA).

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da Il Corriere della sera

Francia, incidente nella centrale
Acqua contaminata nei fiumi

Fuoriuscita di liquido, allarme nella zona di Avignone

MILANO Trenta metri cubi di acque usate contenenti 12 grammi di uranio per litro si sono riversate ieri, per cause accidentali, in due fiumi — La Gaffière e L’Auzon — nel sud della Francia. Le acque provenivano dal sito nucleare di Tricastin a Bollène, nel distretto di Vaucluse, a circa 40 chilometri da Avignone. L’allarme è rientrato quasi subito (l’incidente è avvenuto intorno alle 6,30 del mattino): l’agenzia per la sicurezza nucleare francese (Asn) ha parlato di «rischio debole per la popolazione». Dello stesso parere i prefetti dei dipartimenti di Vaucluse e Drome. Le autorità locali hanno comunque preso misure di precauzione. Nei comuni di Bollèn e, Lapalud e Lamotte- du-Rhône sono stati vietati la presa d’acqua dai pozzi e l’impiego dell’acqua dei fiumi per irrigare i campi. Vietati anche la pesca, il consumo di pesce e i bagni nelle acque inquinate. L’incidente è avvenuto durante un’operazione di pulizia di una cisterna nello stabilimento Socatri, azienda del gruppo Areva, in attività dal 1975. «È la prima volta che si verifica un incidente del genere — ha detto Gilles Salgas, responsabile della comunicazione della società Socatri —. Su una scala di incidenti nucleari che va da 0 a 7 dovrebbe essere classificato a livello 1».

Una prima ricostruzione della dinamica dell’incidente è arrivata da una portavoce dell’Asn, Evangelia Petit: i circa trentamila litri di liquido contenente uranio — ha spiegato — si sono riversati durante alcune operazioni di pulitura, finendo al suolo e quindi in un canale adiacente, da dove poi sono finiti nei due fiumi. «Una parte della soluzione — ha precisato il direttore della sicurezza dell’Istituto di radioprotezione e sicurezza nazionale (Irsn), Thierry Charles— è stata recuperata, un’altra si è diluita nei corsi d’acqua e la terza fortunatamente non ha raggiunto la falda freatica». Le dichiarazioni rassicuranti delle autorità non sono servite a evitare lo scoppio di polemiche. «È impossibile che una diffusione di uranio di tale entità non abbia conseguenze importanti sull’ambiente e forse anche sulla salute della popolazione» dicono dall’organizzazione ecologista «Sortir du Nucleaire». In questi mesi in Francia il nucleare è un tema caldo dopo l’annuncio del presidente Nicolas Sarkozy di voler aumentare il numero di centrali sul territorio nazionali (attualmente sono 53).

Attualmente la Francia ricava circa l’ottanta per cento della sua elettricità dal nucleare. proprio ieri Francia e Libia hanno ufficializzato l’accordo di cooperazione per lo sviluppo dell’energia nucleare a scopi pacifici concluso nel corso del 2007. Sempre ieri Sarkozy ha annunciato che entro fine anno in Giappone i paesi del G8 si riuniranno per un forum su energia nucleare ed energie rinnovabili, per coordinarne lo sviluppo e far fronte all’aumento dei prezzi del petrolio e del gas. «Vedo crescere il sostegno all’alternativa nucleare — ha detto Sarkozy —. Per la Francia è una scelta molto vecchia, il Regno Unito vuole rafforzarla, l’Italia è interessata e certamente anche gli Usa e la cancelliera tedesca Angela Merkel, a titolo personale, è favorevole ».

Giulia Ziino

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