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Strage di Ustica. Amato ribadisce la sua tesi. Oggi manifestazioni in diverse città

“La ragione dell’intervista sulla strage di Ustica, che ci crediate o no, è che una persona di 85 anni comincia a pensare che ha davanti a poco tempo e a chiedersi se c’è qualcosa di utile che può ancora fare, qualcosa di incompiuto che può provare a completare“.

Giuliano Amato ha spiegato così, in una conferenza nella sede della stampa estera, le motivazioni che lo hanno spinto a rilasciare una lunga intervista sulla strage di Ustica al quotidiano La Repubblica. Sono un uomo di 85 anni. Avevo cominciato a pensare che questa ricerca, a cui queste famiglie non rinunciano, sta per arrivare a un tempo in cui diventa irrealizzabile, perché si muore. Ecco. L’ho fatto per il peso della mia età”.

Le parole di Amato sembrano così rispondere anche alla domanda sul perché “proprio ora o solo ora” un ex Presidente del Consiglio ed ex Presidente della Corte Costituzionale abbia deciso di sollevare consapevolmente l’attenzione su una delle stragi di stato che costellano la storia recente del nostro paese.

“Dopo aver letto tutto quello che è stato scritto, non ho ritrattato niente” ha detto Giuliano Amato alla Stampa estera, replicando così alle strumentalizzazione dei giornali della destra sulle sue dichiarazioni dei giorni scorsi sulla strage di Ustica. “Non ho mai detto che stavo dando la verità” sulla tragedia, aggiunge. “Ho detto che portavo avanti una delle ipotesi, specificando che io non avevo alcuna verità da offrire, e che il mio scopo era quello di provocare un avvicinamento alla verità”.

Quella di Amato su La Repubblica è stata una intervista “mirata” e specifica sulla vicenda, quasi liberatoria, che dopo 43 anni di insabbiamenti, depistaggi, silenzi, ha rimesso sul piatto una strage di Stato con 81 morti e che precedeva di poco più di un mese un’altra strage – quella della stazione di Bologna – che provocò altri 85 morti.

Una intervista che ha smascherato le complicità internazionali nella strage (Francia, Nato), la “fellonia” dei generali italiani (più fedeli alla Nato che alla Costituzione), la negazione e la complicità per insabbiare un atto di guerra nei cieli italiani e contro cittadini di un paese “alleato”. Comunque nei cieli italiani “avvenne un atto di guerra in territorio italiano e cos’altro è sparare un missile contro un aereo?” ha affermato Amato.

Il problema politico c’è tutto e non riguarda solo le responsabilità del passato. In un momento in cui l’alleanza della NATO ha portato il nostro paese dentro la guerra contro la Russia in Ucraina, sapere che i nostri “alleati” hanno responsabilità dirette nel sangue versato nelle stragi di centinaia di innocenti cittadini italiani, non è proprio un dettaglio che può continuare ad essere ignorato in nome di una dogmatica, ed ormai obosleta, “fedeltà atlantica”. E poi ci sono anche le relazioni bilaterali con un “alleato” organico come la Francia in seno all’Unione Europea.

“Non ho detto a Macron di chiedere scusa, ma che sono scemo? Ho chiesto di occuparsi della cosa”, ha poi aggiunto. “Ho trovato singolare che in questi giorni sia stato detto che la politica con Ustica non c’entra. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché la vicenda di Ustica sia chiarita”. 

Amato ha spiegato di essere “molto amico della Francia. L’unica mia questione aperta con la Francia è la testata piantata da Zidane nel petto di Materazzi. Al giovane presidente Macron, che aveva due anni all’epoca, mi rivolgo quindi da amico invitandolo a liberarci dalla questione Solenzara”. Il riferimento di Giuliano Amato, è alla base militare francese in Corsica, da dove sarebbe decollato il caccia che lanciò il missile che colpì il Dc9 dell’Itavia sui cieli di Ustica la notte del 27 giugno 1980.

“Chi ha scritto che la mia intervista è fonte di attriti con la Francia – ha aggiunto – ha voluto creare un attrito, ha voluto dire una cosa non vera, che è una cosa che spesso in politica si fa ma non risponde alla verità”.

Ma un serio problema con la Francia (ma anche con i comandi Nato aggiungiamo noi) c’è di sicuro, anche perché tra l’Italia e la Francia è stato firmato poco più di un anno fa il Trattato del Quirinale, un impegnativo trattato bilaterale che dovrebbe rendere Roma e Parigi “alleati di ferro”.

Con lo slogan “Stato francese assassino NATO” oggi si terranno in Italia manifestazioni sotto l’ambasciata e il consolato francese a Roma e Milano ma anche davanti al museo della strage di Ustica a Bologna. “Amato ammette a distanza di 40 anni una verità che in realtà è ben presente nel corpo della storia negata del nostro paese, quella che passa dallo stragismo, dalla repressione delle opposizioni e dall’asservimento della politica all’imperialismo euroatlantico” scrive in un comunicato la coalizione di organizzazioni e associazioni che ha convocato le manifestazioni di oggi. “Contro i crimini dello Stato francese, le guerre della Nato e il silenzio complice dello Stato italiano, chiamiamo alla mobilitazione”.

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