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Stati Uniti. La legge del boia

L’esecuzione della condanna a morte di Troy Davis, era prevista per ieri sera alle 19.00 (l’una di notte in Italia) nel carcere della Georgia, ma era stata ritardata dalla decisione di concedere alla Corte Suprema il tempo per esaminare un ricorso presentato in extremis dalla difesa. La Corte ha però respinto la richiesta di sospensione della condanna a morte. La sua decisione negativa è giunta dopo oltre tre ore e mezza dopo l’ora prevista per l’esecuzione (le 19.00). Sono state necessarie oltre quattro ore alla Corte per giungere alla decisione di respingere la richiesta di sospensione della condanna avanzata dalla difesa di Davis. Centinaia di manifestanti che si erano ammassati sin dal pomeriggio di ieri davanti al carcere hanno accolto in silenzio la notizia. Molti di loro si sono limitati a sollevare di nuovo i loro cartelli con scritte contro la pena di morte e a favore di Troy Davis, la cui sentenza condanna, sostengono, è viziata da una serie di ritrattazioni da parte di testimoni e da accuse di coercizione avanzate contro la polizia che ha condotto le indagini.

Troy Davis è stato condannato a morte nel 1991 per l’omicidio del poliziotto Mark Allen MacPhail a Savannah, Georgia, nel 1989. Nessuna prova fisica collega direttamente Davis all’omicidio e l’arma del delitto non è mai stata trovata. Il caso Davis si basa soprattutto sulle testimonianze oculari. Dall’inizio del processo, tuttavia, sette dei nove testimoni chiave hanno ritrattato o cambiato la loro testimonianza, dichiarando di aver originariamente accusato Davis su pressione della polizia.
 
Il 28 marzo la Corte suprema degli Stati Uniti si è rifiutata di accogliere la richiesta del caso Davis, dando così la possibilità allo stato della Georgia di fissare la quarta data della sua esecuzione. Nel 2007, Troy Davis è arrivato a meno di 24 ore dall’esecuzione; in quest’occasione l’ufficio per la grazia e la libertà vigilata ha sospeso l’esecuzione dichiarando che non l’avrebbe autorizzata “a meno che e fino a quando i suoi membri non fossero stati convinti della colpevolezza, senza alcun dubbio, dell’imputato”. Nel 2008 sono state fissate altre due date per la sua esecuzione, entrambe sospese.

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