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La Nato: i civili di Sirte? «Non è compito nostro»

 

La maggior parte della popolazione di Sirte e Bani Walid non corre più pericoli»: così ieri il colonnello Roland Lavoie, della Nato, in conferenza stampa. Gli unici a minacciare i civili erano Gheddafi e i suoi «mercenari»? Dunque la Unified Protector (Nato più petro-monarchie del Golfo) farà le valigie? Non ancora: «Il Cnt riveste un ruolo sempre più importante nella sicurezza in Libia, ma rimaniamo vigili, pronti a colpire qualunque mezzo militare sia una minaccia significativa».
Stando alla lettera e allo spirito del mandato Onu, ora la Nato dovrebbe neutralizzare le truppe del Cnt. Sirte distrutta, saccheggi delle case di chi è fuggito, uso di armi pesanti contro aree popolate da civili, intralci all’ingresso della Croce rossa, violenze e omicidi di migranti sub-sahariani e autoctoni di pelle nera, arresti e torture… Ma la Nato non vede. Lavoie lancia il ritornello: «Non abbiamo prove di civili che vengano minacciati», «quanto ai saccheggi auspichiamo che il Cnt assumerà un ruolo di polizia. Non è compito Nato, non possiamo fare nulla».
E su Sirte, «adesso l’area degli scontri è molto limitata… Se ci sono ancora civili là non so che ci stanno a fare»; del resto «il Cnt si è mostrato disponibile a far uscire le persone». Per settimane la Nato ha bombardato, colpendo anche vicino all’ospedale («sì, ma sa chi c’era lì vicino?»), e il Cnt con armi pesanti e missili Grad, che la Nato chiama «arma indiscriminata» perché non di precisione, e dunque «minaccia ai civili»: «Dipende da dove sono diretti i missili…». Ma quando tiravate sui lealisti accusati di usare Grad, non facevate questi distinguo… Il colonnello sorride. Gli scontri di venerdì a Tripoli dove hanno fatto la loro ricomparsa alcuni nuclei di gehddafiani? «Schermaglie che il Cnt ha risolto, senza danno per i civili». L’enorme quantità d’armi «sparite» dagli arsenali di Gheddafi o regalate ai ribelli (nonostante sulla carta l’embargo valesse per entrambi i contendenti) da Qatar, Francia, Italia… ? «Non è compito della missione. Siamo qui solo per i civili». Purché non siano «gheddafiani»: Sirte, città martire, non esiste. Né per la Nato né per Hillary Clinton, segretario di stato Usa, piombata ieri in visita-lampo a Tripoli per incontrare il «presidente» Abdul Jalil, il «premier» Jibril e il «ministro di finanze e petrolio» Alì Thourani. Già, finanze, petrolio..

da “il manifesto” del 19 ottobre 2011

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