La Lega araba ha consegnato a funzionari siriani un progetto per porre fine alle rivolte in corso da sette mesi contro il governo del presidente Bashar al-Assad e lo stesso Assad ha fatto sapere in una intervista alla tv russa che collaborerà con l’opposizione. “Collaboreremo con tutte le parti politiche, sia con quelle che esistevano già prima della crisi che con quelle che sono sorte durante la crisi. Crediamo che interagire con quelle parti sia estremamente importante”, ha detto Assad ieri nell’intervista. Assad accusa delle rivolte bande armate sostenute dall’estero e ha detto nell’intervista tv che ci sono stati “centinaia di morti tra l’esercito, la polizia e le forze di sicurezza”. Se i paesi della Nato optassero per un intervento militare in Siria, ci sarà un «terremoto» che «incendierà» l’intero Medio Oriente in preda al disordine civile. E’ stato questo il monito contro qualunque ingerenza lanciato dal presidente Bashar al Assad, in una un’intervista al quotidiano britannico Sunday Telegraph. Il ministero degli Esteri siriano aveva poi criticato la posizione dei ministri arabi che hanno denunciato la repressione in Siria. In un comunicato, si era dichiarato «stupito che la Lega Araba abbia basato la sua posizione sulle menzogne diffuse dalle reti televisive che incitano» alla violenza.
Ieri in Qatar, la commissione della Lega araba ha consegnato il suo piano – che prevede colloqui al Cairo tra le autorità siriane e l’opposizione – al ministro degli Esteri siriano Walid Moualem e a Bouthaina Shaaban, consigliere politico di Assad. La Lega in precedenza aveva fissato un ultimatum di due settimane per l’avvio di quei colloqui, che è scaduto ieri. La commissione aveva detto di sperare in una risposta da parte della Siria sul piano entro oggi.
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