“Io sostengo la flottiglia perché Israele … dice che non è occupa più Gaza”, ha detto Rana Baker, 20 anni, studente di economia aziendale presso l’Università islamica. “Ciò dovrebbe includere il mare e la libertà di movimento. Ma questa non è vero e la flottiglia sarà ancora una volta la dimostrazione di questo e denuncia un assedio illegale imposto ad una popolazione, soprattutto ai civili”.
L’incontro avrà inizio a Gaza è a piazza Haidar Abdel Shafi alle ore 12.30.
I giovani marceranno dalla vicina sede dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) prima di tenere una conferenza stampa nel Porto di Gaza.
“Sosteniamo queste barche”, ha detto Hussien Amody, di 19 anni studente di ingegneria informatica presso l’Università Al-Azhar. “Vogliamo evitare attacchi israeliani e rompere questo blocco illegale”. La manifestazione coinciderà con una manifestazione alle 12.30 nella Ramallah Manarah Square.
Le due navi salpate ieri da un porto turco sono già in acque internazionali e puntano verso Gaza. Dove puntano ad arrivare nella giornata di domani. Le navi sono la canadese ‘Tahrir’ e un’imbarcazione battente bandiera irlandese. L’equipaggio è composto da «più di 25» attivisti, tra cui anche alcuni occidentali. Lo hanno annunciato i membri del coordinamento italiano della Freedom Flottiglia.
La nuova azione è stata denominata ‘Freedom Waves to Gaza’ (Onde di libertà verso Gaza) ed è stata mantenuta segreta dagli organizzatori finchè le due navi non hanno raggiunto le acque internazionali. L’equipaggio è composto da attivisti palestinesi, canadesi, australiani e statunitensi e a bordo ci sono anche alcuni giornalisti. Secondo il quotidiano egiziano Almasry Alyoum le due imbarcazioni – la canadese Tahrir e l’irlandese Saoirse – sono partite separatamente dal porto di Fethiye, nel Sud-Ovest della Turchia, per poi incontrarsi dopo aver lasciato le acque territoriali turche e portano aiuti sanitari del valore di 30mila dollari.
«Noi abbiamo raggiunto le acque internazionali e in una questione di giorni saremo a Gaza. Tra gli ostacoli che abbiamo di fronte ci sono le forze militari israeliani e la complicità del governo canadese di Stephen Harper ma abbiamo il vento dell’opinione pubblica in poppa, che rafforza la nostra determinazione nella sfida al blocco illegale di 1,5 milioni di abitanti di Gaza», ha affermato in un comunicato rilasciato questo pomeriggio Ehab Lotayef, uno dei coordinatori della ‘Tahrir’.
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