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“Soluzione libica” per la Siria?”

La situazione in Siria sta diventando simile a quella di una «guerra civile». Lo ha affermato ieri il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, parlando dell’attacco sferrato mercoledì da un gruppo di disertori contro una base dell’intelligence siriana. Secondo Lavrov, la comunità internazionale dovrebbe esortare tutte le parti coinvolte nella crisi siriana, in corso da otto mesi, a porre fine alle violenze, che hanno già fatto – secondo dati Onu – almeno 3.500 morti. Anche ieri, stando alla tv al-Arabiya, l’«Esercito siriano libero» ha attaccato una struttura dei servizi segreti siriani nella provincia di Idlib. «È necessario bloccare le violenze, da qualsiasi parte vengano, ha detto Lavrov – perchè in Siria non arrivano solo da apparati del governo». Per il ministro degli esteri russo, inoltre, il piano di pace arabo dovrebbe essere più «concreto» e «dettagliato». «Per l’attuazione dell’iniziativa della Lega araba, proponiamo che tutti gli Stati interessati a una soluzione pacifica esigano la cessazione delle violenze». La Russia, alleata di Damasco, in ottobre ha posto il veto – con la Cina – alla risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu sulle sanzioni contro il governo Assad.

Un’altra ex alleata della Siria, la Turchia, è ora quella più dura rispetto al regime di Assad: non passa giorno senza criticare l’indifferenza della comunità internazionale rispetto alla crisi siriana e si spinge fino ad ipotizzare la possibilità di instaurare una no-fly zone unilaterale e addirittura un’intervento militare in Siria. Intanto Gran Bretagna, Francia e Germania comunicano di star lavorando per mettere a punto una risoluzione da sottoporre al Consiglio di sicurezza (che però, dopo «il trucchetto» delle risoluzioni sulla Libia, sembra difficile che passino»).

La situazione in Siria sta diventando simile a quella di una «guerra civile». Lo ha affermato ieri il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, parlando dell’attacco sferrato mercoledì da un gruppo di disertori contro una base dell’intelligence siriana. Secondo Lavrov, la comunità internazionale dovrebbe esortare tutte le parti coinvolte nella crisi siriana, in corso da otto mesi, a porre fine alle violenze, che hanno già fatto – secondo dati Onu – almeno 3.500 morti. Anche ieri, stando alla tv al-Arabiya, l’«Esercito siriano libero» ha attaccato una struttura dei servizi segreti siriani nella provincia di Idlib. «È necessario bloccare le violenze, da qualsiasi parte vengano, ha detto Lavrov – perchè in Siria non arrivano solo da apparati del governo». Per il ministro degli esteri russo, inoltre, il piano di pace arabo dovrebbe essere più «concreto» e «dettagliato». «Per l’attuazione dell’iniziativa della Lega araba, proponiamo che tutti gli Stati interessati a una soluzione pacifica esigano la cessazione delle violenze». La Russia, alleata di Damasco, in ottobre ha posto il veto – con la Cina – alla risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu sulle sanzioni contro il governo Assad.

Un’altra ex alleata della Siria, la Turchia, è ora quella più dura rispetto al regime di Assad: non passa giorno senza criticare l’indifferenza della comunità internazionale rispetto alla crisi siriana e si spinge fino ad ipotizzare la possibilità di instaurare una no-fly zone unilaterale e addirittura un’intervento militare in Siria. Intanto Gran Bretagna, Francia e Germania comunicano di star lavorando per mettere a punto una risoluzione da sottoporre al Consiglio di sicurezza (che però, dopo «il trucchetto» delle risoluzioni sulla Libia, sembra difficile che passino»). Nena News

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