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Egitto. Ore di scontri, 2 morti, centinaia d feriti

 

Ultim’ora.Centinaia di egiziani hanno raggiunto piazza Tahrir, al Cairo, sin dall’inizio della mattinata, mentre qualche scontro tra manifestanti e forze dell’ordine si Š verificato nei pressi del ministero dell’ Interno, non lontano dalla piazza simbolo della primavera araba. Lo ha constatato un giornalista della France Presse. La polizia ha sparato candelotti lacrimogeni a diverse riprese, mentre decine di dimostranti stanno costruendo barricate bei pressi del ministero.

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La giornata di ieri.

Riferisce l’Ansa. È stata una vera e propria battaglia per tutta la giornata a piazza Tahrir tra la polizia antisommossa – che sparava lacrimogeni, proiettili di gomma e forse anche proiettili veri – e manifestanti di varie tendenze, Fratelli Musulmani, salafiti, ma anche aderenti alla Coalizione dei giovani della rivoluzione.

Un giovane di 23 anni, Ahmed Mohamed Mahmoud, è morto. Un bilancio ufficiale diffuso in serata dal ministero della Sanità ha riferito di 676 feriti. Si tratta per la maggior parte di persone colpite agli occhi da proiettili di gomma o veri, come raccontato da fonti ospedaliere

A sera inoltrata, mentre scontri venivano segnalati anche nella città costiera di Suez, sulla piazza Tahrir riconquistata dai manifestanti – che continuano a scontrarsi con la polizia sulle strade che danno accesso al ministero dell’interno e che sono superblindate – sono radunate circa diecimila persone di formazioni politiche e religiose diverse, che annunciano di voler trascorrere insieme la notte all’addiaccio.

A nove giorni dalla prima tornata delle elezioni per il rinnovo della camera bassa del parlamento (Assemblea del Popolo), la giornata di oggi ha ricordato le scene – anche se per fortuna con bilanci meno tragici – della repressione scatenata proprio nei giorni successivi al 25 gennaio (850 morti e migliaia di feriti) e per i quali l’ex presidente Mubarak è sotto processo con i suoi figli ed il suo ex ministro dell’Interno.

Le tensioni sono cominciate in mattinata, quando poliziotti antisommossa hanno rimosso con energia un gruppo di tende allestite in un angolo di piazza Tahrir dentro le quali c’erano gruppi di familiari di «martiri della rivoluzione» (vittime e giovani rimasti feriti agli occhi ed agli arti dalla repressione della polizia prima che Mubarak si dimettesse), picchiando e ferendo alcune di esse. La reazione immediata è stata di lanciare sassi contro gli agenti, che rispondevano con lacrimogeni e manganellate.

In diverse ondate la piazza è stata liberata e poi rioccupata da manifestanti che nel frattempo erano aumentati ad alcune migliaia, con una tensione ogni volta crescente, mentre cominciavano a fioccare i comunicati di condanna dell’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Prese di posizione sono venute sia dai Fratelli Musulmani – ritenuti da molti la forza politica che potrebbe assicurarsi il miglior successo elettorale – sia dai gruppi dei giovani rivoluzionari e da partiti politici tradizionalmente considerati di opposizione.

Nell’assenza totale di comunicazioni e interventi da parte delle Forze Armate – ed in particolare del Consiglio Supremo che gestisce il paese – il ministero dell’interno ha reso noto che sei manifestanti erano stati arrestati per le violenze mentre sette poliziotti erano rimasti feriti. Nessuna indicazione ufficiale sul numero dei feriti tra i protestatari.

Un’altra comunicazione è arrivata però nel frattempo dal vice primo ministro Ali El Selimi, per emendare – sia pure apparentemente in modo molto tenue – il contenuto della proposta di modifica della costituzione annunciata nei giorni scorsi con la quale si elimina il controllo del parlamento sui bilanci e sulle attività delle Forze Armate.

Nei giorni scorsi il provvedimento aveva provocato molte proteste al punto che ieri è stato realizzato un enorme raduno in piazza Tahrir, promosso da Fratelli Musulmani, salafiti e qualche gruppo di liberali. L’ulteriore occupazione di piazza Tahrir a sera inoltrata da parte di oltre 10mila manifestanti sembra voler colpire in più direzioni: testimoniare insoddisfazione per la comunicazione di oggi del vice primo ministro, continuare la protesta contro polizia e contro il Consiglio Supremo delle Forze Armate per l’uso eccessivo della forza e riaffermare le richieste di democratizzazione del paese annunciate dal 25 gennaio in poi.

 Un altro manifestante egiziano è morto nella notte in seguito agli scontri con la polizia davanti alla sede della direzione della sicurezza di Stato, ad Alessandria. Lo ha annunciato un responsabile locale del Ministero della Sanità.

 Il ragazzo, Baha Eddin Mohamed Hussein di 25 anni, è stato colpito mortalmente da alcuni proiettili di gomma, come afferma all’agenzia ufficiale Mena Salama Abdel Moneim, medico e responsabile del ministero della Salute ad Alessandria. Con lui è rimasto ferito, sempre a causa dei proiettili di gomma, anche un 16enne, Chadi Ali. Salgono così a due le vittime degli scontri in Egitto.

 

 

 

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