Padre Tarzia, con il prof. Luciano Vasapollo, vice Presidente del “Comitato Italiano giustizia per i Cinque”, ha partecipato all’udienza papale avvenuta il 14 dicembre e consegnato una lettera a Papa Benedetto XVI: “I nostri Cinque fratelli soffrono ingiustamente detenuti da 13 anni nelle carceri statunitensi per aver difeso Cuba dal terrorismo”.
La scelta di portare la questione dei Cinque antiterroristi cubani all’interno della comunità cattolica e delle parrocchie è la risposta all’esigenza, “espressa anche dai familiari dei Cinque durante un nostro recente viaggio a Cuba – ha spiegato il Prof. Vasapollo – di lavorare per sensibilizzare l’intera società civile per la soluzione di un caso politico che ha forti risvolti sul piano giuridico, sociale ed umano; un coinvolgimento che ha riscontrato un’attenzione particolarmente impegnata proprio nel mondo cattolico di base, come ha dimostrato l’intensa partecipazione di molti parrocchiani alle nostre iniziative durante tutto l’anno, che a loro volta hanno potuto informare tanti loro parenti, amici e aderenti alle loro comunità”.
Si è quindi conclusa il 15 dicembre, con una Tavola Rotonda presso la Parrocchia San Luca Evangelista di Roma, la Campagna 2011 “Il 5 per i 5”, promossa dal Comitato Internazionale per la liberazione dei patrioti cubani e tenuta in varie parrocchie della capitale e di altre città italiane dall’Associazione e rivista “Nuestra America”, con il fine di sensibilizzare la società civile del nostro Paese sul tema dei cinque agenti cubani, ingiustamente detenuti nelle carceri statunitensi da oltre 13 anni.
All’iniziativa, introdotta e coordinata dal prof. Luciano Vasapollo, dell’Università La Sapienza di Roma, Direttore di Nuestra America e Vice Presidente del “Comitato Italiano Giustizia per i 5”, hanno partecipato come relatori Padre Antonio Tarzia, Direttore della rivista Jesus, il Prof. Furio Pesci, dell’Università La Sapienza di Roma, il Dott. Vladimir Perez, consigliere politico dell’Ambasciata di Cuba in Italia, Don Carlo Villano, parroco di S. Luca Evangelista di Vincaturo a Giuliano (Napoli), il Dott. Pino Baldassarri, dell’Associazione Maurizio Polverari, Mons. Remo Botola, parroco di S. Luca Evangelista; erano presenti rappresentanti di varie comunità cattoliche di base e associazioni di solidarietà, tra cui Franco Forconi, segretario del Circolo Itala-Cuba di Roma “Julio Antonio Mella” e Vice Presidente del Comitato Italiano Giustizia per i Cinque.
La chiusura del processo “kafkiano”, come lo ha definito il Prof. Furio Pesci, che ha portato a pesantissime condanne per i Cinque agenti Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Fernando González, Antonio Guerrero e René González, ha consegnato la sorte dei Cinque alla procedura straordinaria dell’ Habeas Corpus, un’opportunità che viene offerta, solo una volta, ai condannati dopo aver esaurito, senza successo, tutti i ricorsi d’appello. Rimane aperta in ogni caso la strada di una decisione favorevole alla loro liberazione che resta di piena facoltà del Presidente degli Stati Uniti.
Nel comunicato l’Associazione e rivista Nuestra America afferma che “la manipolazione giudiziaria, condotta in assoluta mancanza di rispetto delle basilari norme del diritto internazionale, ha prodotto sentenze ingiuste e ingiustificabili, confermate purtroppo recentemente anche in sede di appello e di giudizio definitivo. La volontà politica di colpire, attraverso l’accanimento contro i 5 eroi cubani, l’indipendenza e l’autodeterminazione di Cuba è dimostrata anche dalla protervia nel mantenere la sede giudiziaria a Miami, in Florida, dove ha sede la direzione della centrale terroristica e della comunità mafiosa cubano-americana. A questo punto, l’obiettivo primario per porre fine a una vicenda di ingiustizia non più tollerabile, è quello di indurre il Presidente degli Stati Uniti a usare subito i poteri che le leggi USA gli conferiscono per concedere la grazia e riconsegnare la libertà ai 5 compagni cubani. Ma perché ciò avvenga – prosegue il comunicato di Nuestra America – devono moltiplicarsi gli sforzi perché si determini una pressione internazionale sul Presidente USA e questo sarà possibile solo se oltre all’associazionismo solidale, alle organizzazioni e ai partiti politici scenderanno in campo ampi settori della società civile, dell’associazionismo di base e delle comunità cristiane sensibili alla salvaguardia dei diritti umani”.
È in tale contesto che assume una particolare importanza il passo compiuto il 14 dicembre, quando l’Associazione “Cassiodoro”, presieduta da Padre Antonio Tarzia, con la presenza del Prof. Luciano Vasapollo ha partecipato all’udienza con Papa Benedetto XVI.
Così Padre Tarzia ha raccontato la giornata in una intervista concessa a Radio Città Aperta e durante la Tavola Rotonda: “Il Papa ieri mi ha dato un’udienza per un gruppo di un’associazione che abbiamo costituito, che si chiama Centro Culturale Cassiodoro, un’associazione culturale che è nata attorno a questo personaggio del V secolo, fondatore di monasteri in Europa, di un’università, un consigliere dei papi, Ambasciatore a Bisanzio, un personaggio molto nobile; siamo andati in molti a trovare il Papa, con cui mi lega una profonda amicizia da tanti anni, e gli abbiamo dato dei nostri regali, una medaglia su Cassiodoro, un calice per il suo 60esimo di messa, dei libri su Cassiodoro e un opuscolo sui Cinque, chiedendo a Sua Santità una preghiera, un ricordo per questa sofferenza atroce per le famiglie dei Cinque. Un bel gesto, considerando che il Papa nell’introduzione a questo incontro multietnico, ha parlato di un viaggio che farà in Sudamerica e ha accennato anche al fatto che dovrebbe passare anche per Cuba. La sensibilità per la questione dei Cinque – ci ha detto ancora Padre Antonio Tarzia – sta crescendo nel mondo, e anche nel mondo cattolico, che si è sempre preoccupato per gli altri. Speriamo così che per i Cinque amici cubani torni la pace, la serenità, la libertà”.
Padre Tarzia nel suo intervento alla Tavola Rotonda non ha mancato di fare riferimento ai suoi incontri con Fidel Castro: “quando ho incontrato per la prima volta Fidel mi ha raccontato alcune vicende della sua giovinezza, dicendomi “quando sono sceso dalla Sierra avevo tre corone di rosario al collo”.
Quando Castro parla, incanta – ha proseguito Padre Tarzia, aggiungendo – è sempre stato il suo modo di fare. Castro mi disse anche “inviterò Papa Giovanni Paolo II all’Avana e il Papa verrà perché ama la gente”. Lo disse nel libro che ho pubblicato su Fidel dal titolo “La mia fede”, e dopo 6 anni il Papa è andato a Cuba. Dopo la morte di Papa Giovanni Paolo II abbiamo curato una mostra a Cuba cui demmo il titolo, che a Fidel piacque molto, “Papa Wojtyla torna a Cuba”. A distanza di anni, oggi con convinzione ci occupiamo della questione dei Cinque”.
Padre Tarzia racconta, ancora: “quando Luciano Vasapollo mi ha parlato della questione dei Cinque agenti cubani subito mi sono messo a disposizione: ieri c’era l’occasione dell’udienza che il Papa ha subito concesso, vista la profonda amicizia che ci lega (ho pubblicato 13 libri di Ratzinger quando era cardinale e 3 da Papa) e abbiamo pensato con Luciano di preparare qualcosa sui Cinque per il Papa di modo che abbia presente nelle sue preghiere la sofferenza atroce di questi cinque soldati in prigione e delle loro famiglie. Così con Luciano, nella battaglia “Il 5 per i 5” – ha proseguito Padre Tarzia – abbiamo pensato di coinvolgere Sua Santità che ha detto che andrà a Cuba e quindi siamo certi terrà conto della sofferenza dei Cinque agenti cubani”.
Nella lettera del Prof. Vasapollo consegnata a Papa Benedetto XVI si sottolinea in particolare “la lunga battaglia di solidarietà per la liberazione dei Cinque fratelli cubani che soffrono ingiustamente detenuti da 13 anni nelle carceri statunitensi per aver difeso il proprio Paese dal terrorismo”, con la rispettosa richiesta di “una preghiera di Sua Santità per porre fine alla sofferenza dei Cinque fratelli cubani e dei loro familiari”.
Proprio nei giorni scorsi il Granma dava la notizia che nei prossimi mesi, tra fine marzo e i primi di aprile, Papa Benedetto XVI andrà in visita in Messico e poi a Cuba, come sottolineato anche da Padre Tarzia. Una visita che – come ha detto il Prof. Vasapollo “si auspica possa aprire un serio spiraglio alla soluzione di questo caso dei Cinque che oltre a rappresentare una palese aggressione politica contro la sovranità di Cuba, è un incredibile esempio di ingiustizia giuridica, sociale e umana, giustificata solamente da quelle stesse oppressive ragioni politiche che da 50 anni i diversi governi statunitensi utilizzano come risposta al giusto percorso di autodeterminazione del popolo cubano”.
da Granma Internazionale
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