E’ stato rilasciato solo nel pomeriggio di oggi l’ex premier socialista ungherese, Ferenc Gyurcsany, arrestato questa mattina assieme ad altri 8 deputati dell’opposizione durante una manifestazione di protesta davanti al parlamento di Budapest. Tra i fermati c’è anche il segretario del partito socialista, Attila Mesterhazy. Tutti portati via di peso dai poliziotti in assetto antisommossa mentre partecipavano a una manifestazione dei colleghi del Partito Liberale Ecologista (Lmp) che si erano incatenati ai cancelli del parlamento per protestare contro il governo del primo ministro Viktor Orban, esponente della destra populista, accusato di voler smantellare il sistema democratico. Forte dell’ampia maggioranza in parlamento, Orban intende far approvare una riforma elettorale e una nuova legge sulla Banca Centrale che, secondo l’opposizione, ne minerebbe l’indipendenza.
Ieri migliaia di persone avevano manifestato nella capitale ungherese Budapest contro la chiusura forzata di una radio nota per le sue posizioni critiche nei confronti del governo. Alla manifestazione di fronte alla sede della Radio pubblica ungherese hanno partecipato non solo i sostenitori della radio Klubradio – alla quale la scorsa settimana è stato tolto il diritto all’uso delle frequenza dal Consiglio di controllo dei media istituito con la famigerata «legge bavaglio» fatta approvare dal governo di Viktor Orban – ma anche di un gruppo di giornalisti dell’emittente di stato che stanno conducendo uno sciopero della fame contro gli attacchi alla libertà di stampa. «Tutti i democratici, a prescindere della loro appartenenza politica, devono dire no quanto il potere cerca di mettere a tacere, con qualsiasi pretesto, i media che non gli sono graditi», ha detto Balazas Navarro Nagy, leader del sindacato degli addetti al settore televisivo.
Tutto questo mentre l’Ungheria sta andando a tappe forzate verso una crisi finanziaria senza precedenti. Dopo Standard & Poor’s anche l’agenzia di rating Fitch ha deciso di declassare l’Ungheria dopo il declassamento di Moody’s la settimana scorsa. Tra l’altro a causa di una controversia fra l’esecutivo Orban e
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