Una «portaerei americana è stata individuata» dalle forze iraniane in una zona vicina allo Stretto di Hormuz in cui sono in corso le manovre militari di Teheran. Lo ha affermato il vice comandante della Marina iraniana, contrammiraglio Mahmoud Mousavi, citato dall’agenzia di stampa Irna, mentre crescono le tensioni per la minaccia di Teheran di passare dalle parole ai fatti e chiudere lo Stretto di Hormuz, da cui passa gran parte del petrolio prodotto dagli Stati che si affacciano sul Golfo. La portarei, ha detto Mousavi, è stata «individuata» da un aereo da ricognizione che pattugliava la zona delle esercitazioni navali. «Questo dimostra – ha aggiunto – che la Marina iraniana segue con attenzione i movimenti di tutte le forze nella regione e controlla le loro attività». Le manovre iraniane, iniziate sabato scorso, si concluderanno il 3 gennaio. Dopo la minaccia di Teheran di chiudere lo Stretto di Hormuz, gli Stati Uniti hanno parlato di una mossa che sarebbe intollerabile. Duro il monito del Pentagono: «Interferenze con il transito delle navi attraverso lo stretto di Hormuz non saranno tollerate», ha dichiarato ieri il portavoce, George Little.
L’Iran aveva minacciato di chiudere lo Stretto qualora venissero adottate dagli Usa e dall’Unione Europea nuove sanzioni che potrebbero colpire direttamente le esportazioni petrolifere di Teheran, sanzioni che potrebbero essere adottate già durante la riunione dei ministri degli Esteri Ue in programma per il 30 gennaio. La chiusura dello stretto, secondo gli analisti, andrebbe inoltre a danneggiare anche l’economia iraniana anche se l’impatto sarebbe di gran lunga maggiore sui mercati occidentali. Per Hormuz, nel solo 2009, è passato il 33% del greggio trasportato via mare nel mondo, proveniente da colossi dell’oro nero come Kuwait, Arabia Saudita, Iraq e Emirati Arabi Uniti e diretto soprattutto in Asia, Europa e Usa.
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