Dopo una nottata di negoziati andata avanti fino all’alba, i partiti greci che sostengono il governo ed il premier Lucas Papademos hanno raggiunto un accordo di principio sulle nuove misure di austerità necessarie, ad eccezione del punto relativo al taglio delle pensioni. E con questo accordo incompleto il ministro delle Finanze di Atene Evangelos Venizelos si presenta nel pomeriggio a Bruxelles, per partecipare alla riunione straordinaria dei colleghi dell’eurozona. «Parto per Bruxelles con la speranza che l’incontro dell’Eurogruppo raggiunga un risultato positivo sul nuovo programma» (di aiuti), ha detto Venizelos, sottolineando come «la sopravvivenza finanziaria del Paese nei prossimi anni dipenda dal nuovo programma…è il momento della responsabilità per tutti. Ci sono ancora problemi da risolvere prima della riunione dell’Eurogruppo». Secondo una nota diffusa dall’ufficio del premier dopo la maratona negoziale con i leader di Nuova democrazia, del Pasok e del Laos, «c’è un ampio consenso su tutti i punti del programma eccetto che su una questione», vale a dire il taglio del 15% sulle pensioni. Su questo, hanno riferito i media greci, il governo ha ottenuto dalla troika Ue-Bce-Fmi altri 15 giorni di tempo per presentare un piano di tagli alternativo, del valore di 300 milioni di euro, sul totale del nuovo piano di austerity da 3,2 miliardi necessario per ottenere i 130 miliardi di aiuti da Washington e Bruxelles.
Tra le misure decise finora c’è una riduzione del 22% del salario minimo per i lavoratori in generale e del 35% per quelli sotto i 25 anni, il licenziamento di 15mila statali ed il congelamento di tutti gli aumenti di stipendio fino a quando il tasso di disoccupazione non sarà ridotto al 10% dall’attuale 19%. Il Parlamento dovrebbe approvare il nuovo massacro sociale domenica, in modo da permettere l’avvio di tutte le procedure legali per ottenere i nuovi aiuti in tempo per le scadenze del debito previste per il 20 marzo.
Alla luce della chiusura, seppur incompleta, delle cosiddette trattative tra governo greco e istituzioni politiche e finanziarie internazionali, i sindacati ellenici hanno deciso una nuova mobilitazione immediata: dalla mezzanotte di oggi il paese verrà paralizzato di nuovo per uno sciopero generale della durata di 48 ore. Lo hanno deciso i sindacati del settore privato Gsee e quello del settore pubblico Adedy. Alla mobilitazione – che segue quella di martedì di 24 ore – potrebbe sommarsi anche il sindacato comunista Pame.
I sindacati e tutte le forze politiche della sinistra, i movimenti sociali e popolari hanno indetto una sorta di assedio al Parlamento che nei prossimi giorni sarà chiamato ad approvare i tagli e le privatizzazioni: manifestazioni sono state convocate in piazza di Syntagma per venerdì e per sabato a partire dalle 11.00 e per domenica l’appuntamento è per le 17.00.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Santi Diliberto
Io vivo in Grecia e’ posso toccare con mano queste situazioni.
L’Europa si vergogni del “massacro” che sta operando nei confronti del popolo greco.
Oltretutto questa politica percorre una strada senza via di uscita. Perche’ in questa situazioni la gente ha timore del domani e non circola piu’ moneta. Ogni girno chiudono negozi e si fermano diverse attivita’. Tanta gente sta emigrando in altri paesi. Si sta andando verso la sfacelo.
L’unica modo e’ ANNULLARE questo maledetto DEBITO! Come in passato e’ stato fatto in Equador e in altri peasi.
Altrimenti e’ la fine.
FERMIAMOLI FINCHE’ SIAMO IN TEMPO!