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Tra Italia e India tensione sui militari accusati dell’omicidio dei pescatori

Italia e India non hanno una posizione condivisa sulla vicenda dell’uccisione di due pescatori indiani al largo della costa del Kerala mercoledi da parte dei marò a bordo della nave Enrica Lexie. Lo sottolinea una nota della Farnesina diffusa oggi, rendendo noto il risultato della riunione avvenuta questa mattina a Nuova Delhi fra la delegazione di esperti dei ministeri degli esteri, difesa e giustizia italiani inviati in India con funzionari indiani. “La riunione non ha permesso di raggiungere una posizione condivisa”, si legge nella nota della Farnesina in cui si precisa inoltre che i ministri degli esteri, della difesa e della giustizia continuano a seguire direttamente gli sviluppi del caso che vede coinvolto l’equipaggio della nave di bandiera italiana Enrica Lexie, tenendone informato costantemente il Presidente del Consiglio Monti.

Da parte italiana si fa perno sul fatto che la presenza di militari a bordo di navi mercantili è regolata da una specifica legge italiana che risponde anche alle esigenze delle risoluzioni delle Nazioni Unite in materia di lotta alla pirateria. È stato ricordato in questo contesto che i militari sono organi dello Stato italiano e che pertanto godono dell’immunità dalla giurisdizione rispetto agli Stati stranieri. Una tesi questa che però non sembra affatto convincere le autorità indiane.

I due marò accusati di aver ucciso due pescatori si trovano attualmente nel circolo ufficiali della Marina indiana – accompagnati dal Console generale d’Italia in India, Giampaolo Cutillo, e dall’addetto militare italiano presso l’ambasciata di Delhi Ammiraglio Franco Favre – e continuano a ribadire la loro versione originaria dei fatti. Ovvero che sono stati attaccati da un peschereccio con a bordo 5 persone armate. Lo riferisce l’agenzia l’Adnkronos citando “fonti qualificate” italiane. Sembrerebbe inoltre che i due militari non siano ufficialmente in stato di fermo, ma di fatto le autorità indiane impediscono il loro ritorno a bordo della Enrica Lexie. Secondo queste fonti,la polizia indiana ha compiuto “atti unilaterali” nei confronti dei due marò interrogati per la vicenda della petroliera Enrica Lexie, perciò la Farnesina ribadisce che “i contatti e la collaborazione tre i due governi sono ritenuti essenziali ai fini dell’accertamento dei fatti”.

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