Non cessa la pioggia di fuoco israeliano sul territorio della Striscia di Gaza, preso di mira da ieri con lanci continui di missili e raid ‘mirati’ contro esponenti della resistenza palestinese. Dopo i 12 uccisi di ieri, oggi è toccato ad altri tre palestinesi. I feriti sono circa trenta mentre gli ospedali della Striscia sono al collasso.
L’ultima vittima è un uomo che viaggiava a bordo di una motocicletta nella Striscia di Gaza è stato centrato e ucciso da un velivolo israeliano oggi pomeriggio. Qualche ora prima un altro missile aveva colpito e ucciso due persone che viaggiavano anche in questo caso su una moto.
Le truppe di occupazione israeliane hanno aperto addirittura il fuoco contro alcune decine di ragazzi che, durante il funerale di un attivista ucciso, si erano avvicinati al confine per lanciare sassi alle postazioni militari.
«Per ore abbiamo sentito esplosioni e boati, anche qui a Gaza city, mentre amici ci telefonavano dal nord e dal sud di Gaza per riferirci di attacchi aerei anche in quelle zone. E’ stato terribile», ha riferito all’agenzia Nena News Rosa Schiano, una fotorepoter ed attivista italiana che da qualche mese vive e lavora nella Striscia di Gaza. Da parte loro le cellule armate palestinesi hanno replicato lanciando almeno 90 razzi artigianali, gli inefficaci Qassam verso il territorio israeliano dove hanno fatto quattro feriti, tra i quali paradossalmente tre lavoratori asiatici. Le sirene d’allarme sono suonate oggi nella cittadina di Sderot (una cinquantina di chilometri a sud di Tel Aviv) e a Beer Sheva, capoluogo del Neghev, dove – come ieri – è tornato in azione il sistema d’intercettazione antimissili Iron Dome. A Beer Sheva e in altre località della zona le autorità hanno deciso di tenere domani le scuole chiuse.
Il portavoce dell’esercito israeliano ha nuovamente giustificato oggi l’escalation con la necessità di fermare il lancio dei razzi palestinesi, ma in realtà è chiaro che l’obiettivo di Tel Aviv era decapitare alcuni gruppi della resistenza palestinese, in particolare uccidere Zuheir Kaisi (‘Abu Ibrahim’), segretario generale dei Comitati di resistenza popolare. Kaisi si trovava a Tel al-Hawa (Gaza) in automobile con un suo compagno Ahmed Hananni, quando un cacciabombardiere israeliano ha sganciato un razzo che li ha centrati uccidendoli e ferendo gravemente una terza persona. Un ‘omicidio mirato’ rivendicato apertamente da Israele, secondo cui Kaisi aveva «progettato, finanziato e diretto» l’attacco che ad agosto era partito dal Sinai egiziano contro i soldati israeliani nel quale rimasero uccise otto persone, in maggioranza militari.
Un «omicidio mirato» al quale però si sta accompagnando un bombardamento in corso ormai da 24 ore su vari punti dell’enclave palestinese.
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