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Università. “Fermate gli accordi con Israele”. Autorità accademiche bocciate dalla mobilitazione.

Oggi, venerdì 7 giugno, ci siamo mobilitati, in concomitanza con l’inizio della sessione, per bocciare Mur, Crui e le università, che in questi mesi, hanno mostrato la loro complicità col il genocidio in Palestina, portando avanti le collaborazioni con Israele e la filiera bellica.

In questi 8 mesi, davanti alla mobilitazione studentesca in solidarietà al popolo Palestinese, abbiamo assistito nei nostri atenei alla chiusura di ogni spazio di confronto e di agibilità democratica, se non ad una vera e propria repressione e criminalizzazione delle mobilitazioni.

Come studenti universitari abbiamo portato nuovamente la nostra voce in tutto il paese ribadendo che, come hanno dimostrato in questi giorni l’università di Palermo e l’accademia di Bologna, solo con la lotta è possibile spezzare il sostegno ideologico e materiale che i nostri atenei ed il nostro governo continuano a fornire a Israele.

A Roma gli studenti hanno tirato le angurie contro il Mur, presieduto dalla ministra Bernini.
La ministra infatti, non solo in questi mesi non ha speso una sola parola per condannare il genocidio in Palestina, ma ha ripetutamente attaccato le mobilitazioni degli studenti e le vittorie da esse ottenute.

A Torino invece, davanti al continuo silenzio del rettore, hanno deciso di prendersi un’aula per dedicarla alla giornalista Shireen Abu Akleh, barbaramente freddata da un cecchino Dell’IDF l’11 maggio 2022,nel campo profughi di Jenin.
Presidi e momenti di lotta si sono verificati anche in tutte le altre università del paese.

Davanti a un sistema universitario e ad una classe dominante sempre più al servizio delle politiche belliche dell’UE e della Nato, continueremo a mobilitarci e a lottare per costruire una nuova università in una nuova società.

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