I vecchi paesi a capitalismo avanzato che fino ad oggi hanno determinato i processi decisionali hanno ricevuto un avviso chiaro e forte dai Brics, le potenze emergenti avvisate: si dovrà rapidamente pensare a ridisegnare le istituzioni internazionali, ridistribuendo poteri e responsabilità. È questo il messaggio che arriva dal vertice dei cinque paesi membri del Brics riuniti nel vertice di New Delhi. E’ il quarto vertice dal 2009 tra i capi di Stato di queste nuove potenze (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che hanno manifestato chiaramente il proposito di voler contare di più nel dibattito mondiale e nelle decisioni, anche se la ‘Dichiarazione di Delhì da loro firmata, dichiara di non essere nulla di più che “una piattaforma di dialogo e cooperazione”. Una piattaforma che però raccoglie il 43% della popolazione mondiale, il 20% del prodotto interno lordo (pil) globale e più della metà della crescita economica (56%) prevista dal Fondo monetario internazionale per il 2012. I Brics sollecitano una riforma del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che tenga conto delle potenze emergenti, ma nel frattempo propone che la comunità internazionale operi per disinnescare le crisi più importanti, avviando senza esitazione il negoziato per la soluzione del conflitto israelo-palestinese, che è fonte di molti altri conflitti nella regione. Non solo la Dichiarazione di Delhi sollecita che nelle crisi in Siria e Iran si utilizzi il dialogo e non il conflitto, permettendo nel caso dei siriani «l’avvio di un processo nazionale con la partecipazione delle parti coinvolte”. Nel caso di Teheran, invece, i cinque paesi “riconoscono il suo diritto all’uso del nucleare a fini pacifici, pur rispettando gli obblighi internazionali”. “Non si può trasformare la situazione riguardante l’Iran in un conflitto – si afferma nella dichiarazione – le cui conseguenze non sono nell’interesse di nessuno”.
Sul piano economico Brasilia, Mosca, New Delhi, Pechino e Pretoria si dicono preoccupati dell’attuale situazione economica mondiale, determinata dalla persistente crisi della zona euro, con un aumento dei debiti sovrani e con l’introduzione di misure di aggiustamento fiscale a medio e lungo termine che producono in ambiente incerto per la crescita economica. Si registra una dura dichiarazione della presidente brasiliana Dilma Roussef sulle misure con cui Usa e Unione Europea stanno affrontando la crisi economica globale, “Una crisi – ha sottolineato la Rousseff – cominciata nel mondo sviluppato e che non potrà essere superata attraverso semplici misure di austerity, deprezzamento della forza lavoro, senza parlare delle politiche di allentamento monetario che hanno scatenato uno tsunami valutario, hanno avviato una guerra monetaria e hanno introdotto nuove e perverse forme di protezionismo nel mondo”. I Brics in particolare contestano duramente “L’eccessiva liquidità generata dalle politiche aggressive varate dalle banche centrali per stabilizzare le loro economie si è riversata sui mercati dei Paesi emergenti, causando una volatilità eccessiva dei flussi di capitale e dei prezzi delle commodities”. Una esortazione esplicita verso i vecchi paesi a capitalismo avanzato “ad adottare politiche finanziarie ed economiche responsabili, a evitare di generare eccessi di liquidità e a intraprendere riforme strutturali in grado di creare crescita e occupazione”.
Secondo i Brics dovrebbe diventare il G20 e non più il G8, l’organismo che può e deve facilitare il coordinamento delle politiche macroeconomiche «anche con un miglioramento dell’architettura monetaria e finanziaria internazionale» che «deve contemplare una maggiore rappresentanza dei paesi emergenti» per ottenere «un sistema monetario internazionale che possa servire gli interessi di tutti i paesi». In questo ambito i Brics stanno studiando la creazione di una Banca di sviluppo tra i paesi del sud del mondo, la cui realizzazione sarà esaminata nel prossimo vertice dei Brics che si svolgerà nel 2013 a Johannesburg, Nel frattempo i presidenti degli istituti di credito per lo sviluppo nazionale dei Paesi Brics hanno siglato a New Delhi un accordo che consentirà il finanziamento del commercio e degli investimenti in valuta locale. Lo scopo dell’intesa è l’incremento della cooperazione tra le banche statali e l’aumento degli scambi commerciali tra i paesi del blocco.
Nel mondo si sta dunque accentuando la polarizzazione con la nascita di nuovi blocchi e, tendenzialmente, di aree monetarie diverse e competitive tra loro. In un contesto di crescita progressiva tutto ciò può anche portare ad un nuovo e positivo riequilibrio dei rapporti di forza internazionali, ma in un contesto di crisi sistemica del capitalismo dominante può diventare un fattore di conflitto a tutto campo. Le vecchie potenze – in questo caso gli Usa e quelle europee – non hanno mai accettato un ridimensionamento della loro egemonia senza tentare di ripristinarla ad ogni costo.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa