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Rinviato il verdetto sull’uccisione di Rachel Corrie

Rachel Corrie, 23enneamericana di Olympia (Washington), attivista per i diritti umani, è stata uccisa il 16 marzo 2003 da un bulldozer Caterpillar D9-R dell’esercito israeliano mentre stava protestando pacificamente contro la demolizione di case civili palestinesi a Rafah, Gaza. La causa, presentata nel 2005 dal legale Hussein Abu Hussein in rappresentanza della famiglia Corrie, è stata mossa contro lo Stato di Israele, responsabile dell’omicidio di Rachel. La raccolta delle testimonianze è cominciata il 10 marzo 2010. Da allora si sono tenute 15 udienze durante le quali hanno testimoniato 23 persone e sono state prodotte oltre duemila pagine di trascrizioni. Mentre tutti i testimoni chiamati dalla famiglia Corrie sono stati sentiti pubblicamente (inclusi quattro attivisti dell’International Solidarity Movement, presenti nel luogo in cui Rachel è stata uccisa), la maggior parte dei testimoni del governo sono stati identificati solo dalle loro iniziali e molti di loro hanno parlato in tribunale coperti da uno schermo. In ogni udienza erano presenti funzionari dell’Ambasciata americana, numerosi osservatori di organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani e membri della famiglia Corrie. L’ultima udienza risale al 10 luglio 2011. All’epoca, il giudice Oded Gershon ha stabilito che entrambe le parti avrebbero dovuto presentare rapporti scritti e argomentazioni finali, così da poter emettere un verdetto il 23 aprile 2012. Ma a causa dei numerosi ritardi, si è giunti allo spostamento del verdetto finale.

Tradotto in italiano da Emma Mancini (Alternative Information Center)

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