Centinaia di blocchi stradali, occupazione di 45 latifondi, di 11 sedi dell’Incra-Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria e del palazzo del Ministero dello Sviluppo Agricolo-MDA di Brasilia. Questo è il saldo, per il momento, delle giornate di lotta dell’Aprile Rosso del MST.
Ogni anno in Brasile il 17 aprile si commemora l’eccidio di 21 contadini senza terra che nel 1996, nella città di Eldorado Carajás nello stato di Pará, furono assassinati dalla polizia militare che lasciò a terra centinaia di feriti, dei quali ben 69 furono mutilati dalla furia sanguinaria della polizia. Sono passati 16 anni e i responsabili di quella strage sono ancora liberi.
Nel novembre del 2004 la 2ª Camera del Tribunale di Giustizia del Parà ha assolto 142 poliziotti militari e un ufficiale e condannato il Colonnello Pantoja a 228 anni di prigione e il Maggiore Oliveira a 154 anni, ma entrambi, in sede di ricorso hanno ottenuto il beneficio di restare piede libero.
Malgrado Gilmar Mendes, Ministro del Supremo Tribunale Federale, abbia deciso per il sollecito rinvio degli atti del processo al tribunale del Parà per un’immediata applicazione delle pene che sono state comminate, ponendo fine così all’impunità, purtroppo a oggi i condannati sono ancora in libertà.
L’Aprile Rosso, così come è stata definita la mobilitazione del movimento “Giornata Nazionale di Lotta per la Riforma Agraria”, è iniziato nel 1997, un anno dopo il massacro, con una grande marcia che vide più di 100.000 contadini convergere da tutto il paese verso Brasilia, la Capitale Federale dove si incontrarono per esigere giustizia, impiego e riforma agraria.
Ogni anno durante questo mese il Movimento Senza Terra intensifica le sue azioni, come occupazioni delle terre, azioni in sedi istituzionali e proteste contro l’ampliamento della concentrazione delle terre, con l’espansione del business agroalimentare.
Lottare per la riforma agraria nel mese di aprile, specialmente il giorno 17, è previsto dalla legge fin dal 2002, quando l’allora Presidente Fernando Henrique Cardoso del PSDB firmò un decreto che trasformò la data dell’eccidio nel Giorno della Lotta per la Riforma Agraria. Durante il suo mandato 42.912 famiglie furono insediate nelle terre espropriate.
Purtroppo, sia durante i due mandati di Lula Ignacio da Silva che durante il mandato di Dilma Rousseff entrambi del PT, si è registrato un calo nel numero di famiglie insediate per la Riforma Agraria: infatti secondo dati Incra, Lula ha insediato 36.301 famiglie nel 2003, mentre Dilma solo 22.021 nel 2011.
Sia da parte dell’Incra che da parte governativa si tende a giustificare questi ritardi nell’espropriazione e nell’assegnazione delle terre, rivendicando la qualità degli insediamenti. Per Walmaro Paz, portavoce dell’ Incra Istituto Nazionale di Colonizzazione e Riforma Agraria, “il lavoro svolto dall’Istituto è in regola, ma è necessario capire che la riforma agraria non è solo insediare famiglie nelle terre. Bisogna pensare alle infrastrutture dell’area espropriata, nella capacità di produzione in relazione ai mercati consumatori.”
In sintonia con Paz sembra essere anche Gilberto Carvalho, Capo Segreteria Generale della Presidenza della Repubblica, a cui il 16 aprile presso l’Università di Stato di Rio de Janeiro è stato consegnato da professori e ricercatori il “Manifesto degli Intellettuali in Appoggio alla Dichiarazione delle Organizzazioni Sociali Contadine”, firmato da più di 2000 persone, che appoggia la decisione lanciata a febbraio da 12 organizzazioni sociali, tra cui l’MST, di lavorare unitariamente in difesa della lotta per la riforma agraria, i diritti alla terra e la produzione di alimenti sani non transgenici.
A loro Carvalho ha garantito che la questione agraria è un dibattito molto attuale nel governo, che la pressione dei movimenti è importante e che la Presidente Rousseff è molto esigente e non vuole saperne di insediamenti mal fatti, come ai tempi di Cardoso.
In difesa di questo buon livello di insediamenti, il Segretario Generale ha citato la sua stessa esperienza nelle visite agli insediamenti: “Quello che fa l’MST per la qualificazione agro ecologica dei suoi quadri è impressionante. L’MST ha in vari punti del paese scuole di agro ecologia […] con una capacità, una competenza di gestione dell’insegnamento agrario e della linea di agro ecologia che incantano […]. Le loro agro industrie attualmente hanno un livello di produttività ed efficacia che rende possibili gli insediamenti.”
Ha sottolineato, inoltre, il ruolo fondamentale svolto dalla Presidente Rousseff con la BNDES Banca Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale per il finanziamento di tali esperienze, per consentire una riforma agraria che produca un nuovo modello di agricoltura in un nuovo modello di produzione alimentare, OGM-free.
Bisogna riconoscere che la Presidente del Brasile, non soddisfatta del lavoro svolto dall’ente e dal ministero, ha sostituito sia il Presidente dell’Incra Rolf Hackbart con Celso Lisboa de Lacerda, che il Ministro dello Sviluppo Agrario Afonso Florence con Pepe Vargas, per un avanzamento nel processo di espropriazione dei latifondi per la creazione di nuovi insediamenti.
Nonostante questi tentativi di ristrutturazione, il processo è sempre rallentato e ostacolato da mille lacci e laccioli burocratici e cavilli giuridici, per cui Il Brasile continua a non risolvere i problemi di fondo attinenti l’agricoltura. Primo fra tutti le questioni relative alla povertà dei contadini e alla violenza esercitata dai latifondisti, che continua ad essere il modus operandi dell’oligarchia terriera: tra il 1985 e il 2011, 1.637 persone sono state assassinate , e solo 91 casi sono stati portati in giudizio con la condanna di 21 mandanti e 72 esecutori materiali.
La magistratura in realtà costituisce un ostacolo per la riforma agraria, perché è molto veloce a rilasciare decreti di sgombero di aree occupate e a giudicare i ricorsi dei latifondisti, ma è molto lenta ad approvare l’espropriazione di aree che non siano di utilità sociale. Oggi 193 aree sono in sospeso per l’acquisizione da parte dell’Incra e più di 986.000 ettari di terra attendono l’autorizzazione della magistratura per la loro legale espropriazione.
A peggiorare questa situazione di stagnazione, il Ministero della Pianificazione ha tagliato il 60% del bilancio dell’Incra per l’ottenimento delle terre, per l’installazione di insediamenti, per lo sviluppo dell’agricoltura familiare e per l’istruzione (in Brasile sono state chiuse più di 37.000 scuole negli ultimi dieci anni).
In questo quadro, il Movimento dei Senza Terra -insoddisfatto delle promesse governative mai implementate e rimaste solo lettera morta- ha intensificato la sua lotta in questo Aprile Rosso, affinché il governo mantenga gli impegni assunti nell’agosto del 2011, come ad esempio, innanzitutto, il piano emergenziale per l’insediamento entro il 2012 di più di 186.000 famiglie che vivono oggi accampate lungo le strade e che sono vittime della violenza dei latifondisti e dell’agro business. Il modello di agricoltura praticato dall’agro business è distruttivo non solo per la vita umana ma anche per l’ambiente, perché utilizza enormi quantità di agro tossici, velenosi non solo per chi lavora la terra e per chi ne consuma i prodotti, ma anche per l’ambiente a causa della contaminazione dei suoli e delle acque.
L’agro business si basa sulla produzione di una mezza dozzina di prodotti destinati all’esportazione, gestiti da imprese multinazionali e da banche che controllano il territorio brasiliano, la cui logica si basa sullo sfruttamento della terra, delle risorse naturali e del lavoro. Quando la terra lavorata per centinaia di anni dai contadini è usurpata dalle multinazionali, si trasforma in immense monocolture di esportazione che aumentano la fame -per il ridotto numero di lavoratori necessario e conseguente loro trasferimento nelle città ad ingrossare le fila dei disoccupati-, il malessere sociale e la devastazione dell’ambiente, il che include l’attuale caos climatico.
Anche in Brasile come in altri paesi latino americani riscontriamo la stessa ”povertà secolare e drammatica, frutto dell’espropriazione coloniale prima, poi dell’espropriazione capitalistica della terra, infine dell’espropriazione dell’ambiente e delle risorse praticata con il genocidio ecologico di interi territori, per cui non si riconosceva alcuna sovranità ai suoi vecchi abitanti.” 1)
In contrapposizione a questo modello l’MST presenta una sua proposta di agricoltura che prevede, al posto dei latifondi, piccole e medie proprietà e l’attuazione della Riforma Agraria, perché è urgente arrestare la devastazione ambientale, creare politiche che generino lavoro e rendita per la popolazione rurale, favorire l’organizzazione di cooperative agricole e di agro industrie che lavorino con nuove tecnologie che eliminino l’utilizzo di agro tossici. Ossia un modo di produzione che l’MST definisce agro ecologia.
Nella piattaforma rivendicativa dell’MST c’è anche la richiesta di un programma di sviluppo degli insediamenti, con investimenti pubblici, credito agricolo (un nuovo tipo di credito che non indebiti ancora di più i piccoli agricoltori) e infrastrutture come abitazioni, scuole e ospedali.
Sulla questione dell’istruzione l’MST è molto esigente nella richiesta di misure che garantiscano l’educazione negli insediamenti, come la costruzione di scuole a tutti i livelli dalla materna alla superiore, un programma di lotta all’analfabetismo e politiche per la formazione di insegnanti di agraria.
Il 16 aprile gli appartenenti al Movimento dei Senza Terra hanno occupato pacificamente la sede del Ministero dello Sviluppo Agrario MDA a Brasilia, chiedendo un incontro con il Ministro. Solo la mattina del 17 esattamente alle ore 8:21, in omaggio ai 21 morti del massacro di Eldorado de Carajás del 1996, si è iniziato lo sgombero, senza alcun danno materiale.
Alle 11 i leader dell’MST si sono riuniti con il Ministro Pepe Vargas per rivendicare lo sblocco delle risorse pubbliche destinate agli insediamenti delle famiglie dei lavoratori rurali senza terra. In una nota del Ministero, il Ministro Vargas ha informato di aver già iniziato un dialogo con il Ministero della Pianificazione per rivedere i tagli, mantenendo la riduzione dei costi dell’ente pubblico (Incra) e pretendendo che diventi più efficiente.
Nella mattinata del 17 aprile su tutto il territorio brasiliano, sempre in omaggio ai 21 compagni massacrati nel 1996, sono state bloccate per 21 minuti ben 105 autostrade; si è iniziata l’occupazione di 45 latifondi e di 11 sedi dell’Incra.
Ancora alle 17:30 del 17 aprile, è stato promosso nella Camera dei deputati un dibattito sul Massacro de Carajás, la violenza e l’impunità nelle campagne. C’è stata anche una veglia dei Senza Terra di fronte al Supremo Tribunale Federale insieme ai membri del Coordinamento Nazionale delle Comunità Nere Rurali Quilombolas (Conaq), popolazione originaria che lotta per il riconoscimento dei propri diritti sulle terre ancestrali.
Giovedì 19 aprile 1.500 Senza Terra accampati a Brasilia hanno ripreso la protesta per tutto il giorno, marciando fino alla Spianata dei Ministeri e poi promuovendo una veglia di fronte al Ministero della Pianificazione. “Vogliamo misure concrete per la Riforma Agraria, lo sviluppo degli insediamenti, oltre a politiche per l’istruzione nelle campagne. Il contingentamento del 60% del bilancio della riforma agraria è un affronto per le migliaia di famiglie accampate in questo paese, alcune da più di 15 anni, che necessitano di terra per produrre alimenti sani, crediti e scuole”, ha detto Alexandre Conceição del coordinamento nazionale dell’MST.
Alle 17:00 l’MST si è riunito con il Governo Federale nel Ministero per lo Sviluppo Agrario per la discussione delle rivendicazioni all’ordine del giorno, presentate il 17 aprile. Sotto la pressione delle proteste che hanno investito tutto il Brasile, il Governo ha chiesto un mese di tempo per rispondere all’insieme delle rivendicazioni e per presentare misure urgenti per la ripresa della Riforma Agraria.
Il Governo ha comunque anticipato che il bilancio previsto per l’ottenimento delle terre per la riforma agraria non subirà nessun contingentamento; che sarà garantito il pagamento per l’assistenza tecnica alle famiglie insediate; che saranno destinate risorse non solo per la costruzione di nuove scuole, ma anche per il trasporto scolastico e per l’acquisto di alimenti per la merenda scolastica.
Valdir Misnerovizsc del Coordinamento nazionale dell’MST, aspettando sempre una risposta del Governo in merito alla richiesta di udienza con la Presidente Dilma Rousseff, garantisce che le mobilitazioni continueranno finché non otterranno misure concrete. “Il Governo paga ogni mese l’avanzo primario per le banche, spendendo 500 miliardi l’anno per rispettare contratti che beneficiano solo il capitale internazionale, mentre con i Senza Terra promette e promette, ma restano solo promesse sulla carta”.
Per questo il Movimento dei Senza Terra continuerà nelle mobilitazioni fino a quando il Governo non manterrà le promesse con la realizzazione della Riforma Agraria.
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Luciano Vasapollo, Terroni e Campesindios. Da Sud a Sud, per una educazione alla democrazia popolare della terra, Edizioni Jaca Book, p. 35
Fonti:
http://www.mst.org.br/node/13161
http://www.mst.org.br/node/9484
http://www.mst.org.br/Jornada-Nacional-de-Lutas-pela-Reforma-Agraria-2012
http://www.mst.org.br/node/13217
http://www.mst.org.br/node/13160
http://www.vermelho.org.br/noticia.php?id_noticia=180935&;id_secao=1
http://www.vermelho.org.br/tvvermelho/noticia.php?id_noticia=180981&;id_secao=29
http://www.mst.org.br/Por-reforma-agraria-MST-marcha-na-Esplanada-dos-Ministerios
http://www.mst.org.br/node/13235
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