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Cina e Brasile fanno una proposta di soluzione politica per la crisi ucraina

In un breve testo apparso sul sito del ministero degli Esteri cinese, Pechino e Brasilia propongono una soluzione politica per la crisi ucraina. A firmarla sono proprio il ministro degli Esteri del Dragone, Wang Yi, e il consigliere capo del presidente brasiliano Lula per la politica estera, Celso Amorim, in visita nella capitale cinese.

Il documento si divide in sei punti. Il primo esplicita il presupposto su cui si deve basare ogni passo successivo: “tre principi per la de-escalation della situazione, per la precisione nessun ampliamento dell’area di guerra, nessuna escalation dei combattimenti e nessuna provocazione da parte di nessuna delle parti“.

Il secondo punto invita a organizzare “una conferenza di pace internazionale che si tenga in nel momento ritenuto opportuno e riconosciuta sia dalla Russia che dall’Ucraina, con una partecipazione paritaria di tutte le parti e una discussione equa di tutti i piani di pace“. Nessuna valutazione sul merito della crisi, ma una ponderata posizione su come porre fine alla guerra.

I successivi tre punti ribadiscono la necessità di incrementare gli aiuti umanitari e di favorire lo scambio di prigionieri di guerra, di opporsi all’uso di armi di distruzione di massa e di armi biologiche e chimiche, di condannare gli attacchi a strutture nucleari. Questi inviti sono rivolti a tutti gli attori in gioco, senza prendere le parti di nessuno.

Il sesto ed ultimo punto è il frutto diretto dello sforzo per lo sviluppo di un ordine internazionale multipolare che sia la Cina sia il Brasile stanno intraprendendo. “Ci si deve opporre alla divisione del mondo in gruppi politici o economici isolati“, mentre bisogna allargare la cooperazione anche per “proteggere la stabilità dell’industria globale e delle catene di approvvigionamento“.

Il testo si conclude aprendo l’adesione a questi principi anche ad altri paesi, che vogliano “giocare un ruolo costruttivo nella de-escalation della situazione e promuovere dialoghi di pace“. Queste non sono frasi di circostanza, ma sono evidentemente indirizzate verso uno sforzo diplomatico concreto da concretizzarsi in breve tempo.

Infatti, in un lungo sommario di notizie su Politico è apparsa quella per cui, secondo due diplomatici UE, Mosca sta organizzando una riunione dei BRICS in contemporanea con la conferenza di pace per l’Ucraina organizzata in Svizzera… a cui la Russia non è invitata. La Cina aveva già fatto sapere a Bruxelles che non sarebbe stata disponibile ad inviare una delegazione in Svizzera se la Russia non fosse stata presente.

Se tutto andrà come anticipato, sembra proprio che dunque vi sarà un momento in cui apparirà plasticamente lo scontro tra l’unipolarismo euroatlantico e il multipolarismo. Da una parte l’Occidente che farà “i conti senza l’oste” sulla situazione ucraina, dall’altra potenze emergenti che non riconoscono più la strada tracciata da Washington come l’unica percorribile.

Il documento firmato da Cina e Brasile dovrebbe dunque rappresentare il terreno su cui si potrebbe concretizzare a quell’incontro un’ipotesi di pace da spendere sui tavoli internazionali. Pechino si è impegnata molto nelle ultime settimane per assumere un certo protagonismo diplomatico, e queste ultime indiscrezioni non fanno che rafforzare questa prospettiva.

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