I due maggiori sindacati della Grecia, la Gsee (che raggruppa i lavoratori del settore privato) e l’Adedy (cui aderiscono quelli del settore pubblico) hanno rifiutato l’invito di Alexis Tsipras, leader della Coalizione delle sinistre radicali (Syriza) per un incontro nell’ambito del suo tentativo di formare un governo dopo le elezioni di domenica. Lo stesso ha fatto anche la Doe, il sindacato degli insegnanti delle scuole elementari. L’Adedy, in un comunicato, ha sottolineato che il movimento sindacale non può immischiarsi nella ricerca della formazione di un governo. Il Doe, da parte sua, ha ricordato che le posizioni degli insegnanti sono state esposte a Tsipras durante la campagna elettorale. Diversamente il compositore Mikis Theodorakis, una delle leggende viventi della sinistra greca, ha espresso il suo appoggio alla Coalizione delle sinistre radicali (Syriza) e agli sforzi del suo leader Alexis Tsipras “per formare un nuovo governo che metta fine al Memorandum e cerchi di recuperare la sovranità nazionale del nostro Paese”. Theodorakis lo ha detto al termine di un incontro con Tsipras cui ha preso parte anche Manolis Glezos (leggendario partigiano che durante l’occupazione nazista strappò la bandiera del Terzo Reich dall’Acropoli).
E’ in corso una partita molto complicata, che sicuramente non andrà in porto con l’attuale Parlamento uscito frantumato dalla elezioni. Ma che conferma come qualcosa si sia irreparabilmente rotto nel sistema della rappresentanza politica in Grecia. Abbiamo un vicino di casa travolto dalla crisi economica prima e peggio di noi; ma che vede reagire non solo la piazza, ma anche una sinistra che qui da noi verrebbe considerata “insurrezionalista”. Ma è semplicemente coerente, ancorché – e non brillantemente – divisa.
Qui di seguito la corrispondenza di Panagopoulos dalla Grecia.
Una chance di sinistraArgiris PanagopoulosDopo il fallimento di Samaras, tocca al presidente di Syriza tradurre in un nuovo esecutivo il voto dei greci «contro la politica barbara del Memorandum». Ma è stretto tra il «niet» comunista e il ricatto dei mercati
Il presidente di Syriza e grande vincitore delle elezioni di domenica Alexis Tsipras ha ricevuto ieri dal presidente della repubblica greca Karolos Papoulias il mandato per formare un governo di sinistra. Mentre la leader del Partito comunista (Kke) Aleka Papariga ha silurato questo tentativo, Berlino, Bruxelles, la finanza europea e internazionale aumentano le pressioni e alzano i toni per ricattare i greci rei di votare a sinistra per pretendere di uscire dall’austerità senza onorare i debiti contratti con gli strozzini dei mercati. Che succederà pero se la Grecia vota di nuovo a giugno?
Per il momento Tsipras vuole parlare con tutti i partiti della sinistra parlamentare e quelli della sinistra in genere e i progressisti che sono rimasti fuori dal parlamento, come i verdi e la piccola Antarsya, o il partito della ex ministra socialista Louka Katseli. Oggi incontrerà i rappresentanti della società civile e i sindacati. È stato annunciato che per ultimi, probabilmente domani, incontrerà i leader di Nuova Democrazia e del Pasok, oltre al leader dei «Greci Indipendenti» Kammenos. Tsipras ha inoltre chiesto a Samaras e Venizelos di fargli sapere con una lettera ufficiale quando saranno disposti a incontrarlo.
Una resa incondizionata
Secondo Tsipras il voto degli elettori ha annullato il Memorandum e le lettere di garanzia nei confronti dell’Europa firmate dagli stessi Samaras e Venizelos, i quali dovrebbero «essere sinceramente pentiti per le loro scelte distruttive». Tsipras pretende una resa incondizionata, l’accettazione del fatto che gli impegni per la fedele applicazione dei Memorandum siano da considerarsi decaduti. «Il verdetto popolare non permette molte letture – ha detto Tsipras -. I cittadini hanno votato a stragrande maggioranza contro la politica barbara dei Memorandum».
«Alcuni insistono nell’interpretare come gli pare e piace i risultati delle elezioni – aggiunge il leader di Syriza – e parlano di un voto emotivo, un voto di rabbia. Si sbagliano, perché si stratta di una scelta politica matura. Una grandissima vittoria della società». Tsipras denuncia i trucchi di certi mezzi di informazione, che con i partiti dei Memorandum e gli industriali cercano di costringere Syriza ad accettare un governo di “salvezza nazionale”. «Non faremo rientrare dalla finestra quello che il popolo ha cacciato dalla porta… Faremo quello che abbiamo promesso durante la campagna elettorale: ripresenteremo la nostra proposta per un governo di sinistra», ha detto Tsipras.
Cinque condizioni
Il presidente di Syriza ha posto cinque condizioni per la formazione del nuovo governo: l’annullamento delle misure del Memorandum, specialmente il taglio di salari e pensioni, l’annullamento dell’abolizione dei diritti elementari dei lavoratori, riforme del sistema politico, come il varo di una legge elettorale con il proporzionale semplice, la nazionalizzazione delle banche e la formazione di una commissione d’inchiesta sul debito pubblico.
Tsipras ha provato a offrire un ramo d’ulivo a Aleka Papariga, sottolineando che questo è «un momento storico per la sinistra e per il movimento popolare ed è tempo di una maggiore responsabilità personale, specialmente se si pensa che l’ultimo a ricevere l’incarico per la formazione di un governo di sinistra è stato Xarilaos Florakis», dirigente “sacro” del Kke e suo segretario per diciassette anni. Però di nuovo la segretaria di Kke ha chiuso ieri ogni ipotesi di collaborazione con gli altri partiti di sinistra. «Non ci sono gli spazi per una intesa», ha detto Papariga a Tsipras. Al telefono, perché la leader comunista ha rifiutato un incontro, visto che «le posizioni del Kke sono note». Il pensiero di Papariga lo ha spiegato meglio il suo portavoce, Panagiotis Mentrekas: «Come abbiamo detto no al signor Samaras, perché non c’era motivo di incontrarlo, cosi sarà anche con il signor Tsipras. Conosciamo le sue posizioni e non facciamo giochi politici», ha detto, facendo intendere indirettamente che il Kke sarà disponibile a collaborare con Syriza solo per far uscire la Grecia dall’Unione europea.
La doccia fredda inflittagli da Papariga non ha fatto arrendere Tsipras, che ha incassato più tardi la disponibilità di Koubelis e della Sinistra democratica per la formazione di un governo con l’obiettivo di condurre il paese fuori dalle politiche dei Memorandum, mantenendolo contemporaneamente nell’eurozona. «Trova il modo di fare un governo di larga maggioranza e io ti appoggio», ha detto ieri Koubelis incontrando Tsipras.
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