Lo ha rivelato ieri l’ultimo numero del settimanale tedesco Der Spiegel, in cui si legge che Berlino ha chiesto a Tel Aviv, in cambio del rinnovato sostegno militare, di rinunciare per qualche tempo ad estendere gli insediamenti nei territori palestinesi occupati e il permesso per la costruzione di un impianto di depurazione a Gaza, finanziato anche in questo caso dal governo tedesco. Sarebbero queste le condizioni poste da Angela Merkel a Netanyahu in cambio della costruzione e della vendita di altri 3 U-Boot a propulsione nucleare entro il 2017. Tre sommergibili atomici sono già stati consegnati al cosiddetto ‘stato ebraico’ da Berlino. Un’operazione militare segreta – ma non poi così tanto, evidentemente – ribattezzata ‘operazione Sansone’.
Il governo tedesco ha sempre negato che sottomarini tedeschi potessero far parte dell’arsenale atomico israeliano ma l’ex sottosegretario alla Difesa, Lothar Ruehl e l’ex responsabile dell’Ufficio di coordinamento, Hans Ruehle, hanno spiegato a Der Spiegel di essere a conoscenza del fatto che Israele ha montato armi nucleari sul sommergibili costruiti nei cantieri di Kiel, nel nord del paese. La Germania si sarebbe fatta carico di un terzo dei costi, pari a 135 milioni di euro, per i sommergibili già consegnati, e concederà a Israele una dilazione sul pagamento fino al 2015.
“Se i dirigenti sionisti parlano di azione militare”, ha detto, “È perché sanno di essere più vulnerabili di prima. Tutte le azioni mal calcolate ricadranno sulla loro testa come un fulmine” ha fatto sapere da Teheran l’ayatollah Khamenei, in occasione del discorso per l’anniversario della morte del suo predecessore Khomeini.
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