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Nepal. I comunisti all’opposizione protestano contro quelli al governo

Secondo il quotidiano nepalese “Republica” di sabato scorso, una riunione congiunta di diciannove partiti tenutasi venerdì ha stabilito di concentrare le proteste per l’8 di giugno nella capitale Kathmandu. La riunione ha concluso che per prima cosa Bhattarai debba lasciare il posto di primo ministro per poi consentire la formazione di un governo di unità nazionale.

Parlando ai giornalisti dopo la riunione, il presidente del Partito Comunista Leninista Unificato (PCLU) Jhalanath Khanal ha sostenuto che la “mossa incostituzionale” di annunciare la data per la nuova Assemblea Costituente, dopo la scadenza a Maggio dei termini di quella attuale, per il 22 Novembre prossimo, ha di fatto prolungato il periodo di transizione nel paese. “Il primo ministro deve riconoscere l’incostituzionalità della sua mossa e liberare la carica di Primo Ministro per un governo di unità nazionale”.

L’incontro ha anche fatto appello al popolo a partecipare in massa alla protesta pacifica al fine di contrastare il piano dei Maoisti teso a “imporre l’autocrazia e prendere il potere statuale”. “Esortiamo tutti a prendere parte alle proteste pacifiche al fine di guidare la politica nazionale verso il consenso(tra le forze politiche e sociali)”, si legge nel comunicato stampa sottoscritto dai leader dei 19 partiti che hanno preso parte all’incontro.

All’incontro hanno preso parte i leader dei maggiori partiti nepalesi, il Partito del Congresso Nepalese e il Partito Comunista Leninista Unificato (PCLU).

I partiti hanno rivendicato che l’annuncio di una data per nuove elezioni dell’Assemblea Costituente costituisca una cospirazione per prolungare la permanenza al potere di Battahrai. “L’annuncio unilaterale va anche contro l’accordo raggiunto dalle parti in passato. Ciò ha spinto la politica nazionale dal cammino verso il consenso a quello dello scontro”, ha aggiunto il comunicato congiunto.

Il vicepresidente del Partito del Congresso Nepalese Ram Chandra Poudel ha detto ai media che si stanno organizzando programmi di protesta per spingere il primo ministro a formare un governo di unità nazionale.

Il nostro incontro ha raggiunto la conclusione che un nuovo governo di unità nazionale debba sostituire il governo guidato da Bhattarai, nello spirito della costituzione ad interim”, ha dichiarato. “L’attuale impasse costituzionale e politico deve essere risolto tramite il consenso tra le forze politiche nazionali”.

Mentre dunque prosegue il balletto per tentare di arginare nelle pastoie politico istituzionali il movimento di guerriglia maoista che in questi anni è arrivato vicinissimo alla presa del potere nel piccolo paese himalayano, si assiste con stupore alla partecipazione di uno dei maggiori partiti d’opposizione, nonché dichiaratamente comunista, agli incontri dell’opposizione che annuncia proteste in stile “rivoluzione colorata”addirittura ancor prima che un nuovo regime economico sociale si sia consolidato.

Nello stesso maggio scorso, quando il nuovo governo si è insediato(ne abbiamo parlato in un recente articolo su contropiano relativo al mini scudo spaziale dell’India), il PCLU è stato tra quei partiti che non hanno annunciato immediatamente i nomi per i ministeri che gli spettavano secondo l’accordo tra le forze politiche, ed è stato coinvolto in un acceso dibattito interno.

In seguito il fragile esecutivo nato meno di un mese fa è deragliato per contrasti tra le stesse forze che lo componevano, producendo gli attuali schieramenti.

Questo confronto tra le maggiori forze che si dichiarano comuniste d’altronde non deve stupire, se consideriamo che le dinamiche che si ripercuotono pesantemente sul piccolo paese incastonato tra l’India e la Cina siano quelle del vicino gigante indiano, facendone di fatto un paese a sovranità limitata dal potere di Nuova Delhi, che vi esercita un’influenza molto maggiore di Pechino, più interessata alla stabilità dell’area per favorire gli scambi commerciali e smussare i contrasti con l’India e per nulla legata al movimento maoista. Ciò appare evidente dall’influenza sulle stesse forze politiche del paese, nella loro denominazione (il Partito del Congresso Nepalese, sul modello indiano), sia addirittura nelle dinamiche tra i partiti comunisti, che riflettono in modo quasi pedissequo l’annoso contrasto tra i due maggiori partiti comunisti indiani, l’uno dedito allo sviluppo della guerriglia maoista nel corridoio rosso naxalita, l’altro portavoce di una linea “pragmatica” che lo ha portato in passato al governo di importanti stati della federazione. Mentre in passato questi equilibri erano più a favore delle forze “governiste”, negli ultimi anni la situazione si è riequilibrata, e la stessa situazione di insurrezione in Nepal può essere letta in questo senso. Di fatto attualmente il fenomeno della guerriglia maoista si presenta, benché localizzato, come un fenomeno comune a tutto il subcontinente indiano, indipendentemente da confini più o meno artificiosi, eredità del colonialismo britannico.

Una divergenza di strategie estremamente simile a quella evidenziata tra le forze che si dichiarano comuniste nel subcontinente indiano si presentò, mutatis mutandis, in Cina negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, quando la rottura da parte dei nazionalisti (Guo Min Dang) dell’alleanza con i comunisti contro i signori della guerra, portò alla nascita della guerriglia contadina guidata da Mao Zedong in contrasto proprio con la componente allora maggioritaria del partito comunista cinese, di origine urbana e guidata da Chen Duxiu. In quel caso le divergenze vennero riassorbite all’interno dello stesso Partito, dove l’ala riformista risultò sconfitta a favore delle posizioni della guerriglia contadina di Mao, mentre nel subcontinente indiano ciò ha portato alla costruzione di forze politiche separate e con strategie divergenti.

La chiave di volta dello sviluppo della rivoluzione nel subcontinente indiano risiede probabilmente in un riassorbimento, che a tutt’ora appare lontano, di queste stesse due dinamiche in un flusso convergente, di cui le vicende nepalesi costituiscono un laboratorio di estremo interesse.

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/712634/19-party-alliance-announces-protest-rally-against-Nepali-PM.aspx

http://www.globaltimes.cn/NEWS/tabid/99/ID/707963/New-cabinet-formed-in-Nepal.aspx

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