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Cile. I fascisti celebrano Pinochet, gli antifascisti contestano. Scontri

 

”E’ un’iniziativa politica del pinochetismo fascista e criminale più duro” aveva detto Lorena Pizarro, presidente dell’Associazione Familiari dei detenuti-scomparsi, a proposito dello stomachevole omaggio tributato ieri in un teatro della capitale Santiago all’ex dittatore Augusto Pinochet Ugarte. Non sono servite le proteste dei familiari delle vittime del regime, quelle delle associazioni per i diritti umani, dei partiti politici di sinistra e di alcuni sindacati. “”L’omaggio a Pinochet é un omaggio alla tortura, alla sparizione delle persone e alla distruzione dello stato di diritto” aveva tuonato senza mezze parole il Premio Nobel per la Pace argentino, Adolfo Perez Esquivel, sabato. “Il fatto che il governo e altri settori della società civile permettano di rivendicare l’immagine di repressore, torturatore e golpista di un dittatore, dimostra lo scarso interesse a metter fine alla impunità per la violazione dei diritti umani” recita invece un comunicato diffuso dal Servicio Paz y Justicia en America Latina (SERPAJ-AL), l’organismo presieduto dal premio Nobel, che in questi giorni è riunito proprio a Santiago per la sua dodicesima Assemblea continentale.

Ma il governo dell’imprenditore di destra e iperliberista Sebastian Pinera e le autorità di “pubblica sicurezza” non hanno voluto sentire ragioni, ed hanno concesso ad alcune migliaia di fascisti e nostalgici della dittatura di celebrare i fasti del regime in un grande teatro al centro della capitale, il Caupolican, a poca distanza dal palazzo presidenziale. “Non sosteniamo né osteggiamo la manifestazione” aveva detto il premier, affermando che non vi sono leggi che possano impedire a qualcuno la libertà di espressione in democrazia. Gli aveva fatto eco il ministro Andres Chadwick, portavoce del governo ed ex collaboratore di Pinochet, affermando che “nel nostro Paese ed in democrazia esiste il legittimo diritto ad esprimersi”.

E così ai settori più combattivi dell’antifascismo cileno non è rimasta altra opzione che quella di tentare di contestare, di disturbare l’oltraggiosa cerimonia protetta da centinaia di Carabineros in assetto antisommossa. Centinaia di manifestanti hanno tentato di scavalcare le transenne poste tutte intorno al perimetro del teatro ma i celerini hanno risposto con violenza dando inizio a violenti scontri che si sono protratti a lungo.

Mentre circa tremila manifestanti scandivano slogan come ‘Assassini, assassini” all’interno del teatro il gruppo di nostalgici denominato “Corporazione 11 settembre” (in ricordo del giorno del 1973 in cui fascisti ed esercito rovesciarono con un colpo di stato il governo di sinistra di Salvador Allende) si fomentava alla vista di un film che decantava i meriti e i fasti della sanguinaria dittatura di Pinochet, morto nel suo letto di vecchiaia, a 91 anni, nel 2006, senza mai essere stato punito per i suoi crimini. Il Presidente della “Associazione 11 settembre” Juan Gonzalez, ha sottolineato che obiettivo del documentario di Ignacio Zegers è “mostrare la verità al Cile” ed evidenziare che il regime di Pinochet aveva “ristabilito pace e libertà, facendo fallire il terrorismo”. ”E’ un atto per rendere onore alla storia” ha chiosato invece il nipote del dittatore, Augusto Pinochet Molina, in compagnia di circa tremila militari, ex militari e appartenenti ai settori dell’estrema destra. Tra i vari invitati stranieri che hanno assistito alla celebrazione anche Miguel Méndez, nipote di Blas Piñar, ex ministro del dittatore fascista spagnolo Francisco Franco e Joseph Torres, cosiddetto “presidente della gioventù cubana in esilio”. 

Data l’impossibilità per i contestatori di accedere al teatro alcuni gruppi di manifestanti hanno allargato il raggio della protesta a tutto il centro di Santiago, affrontati dai reparti antisommossa che hanno usato abbondanti dosi di manganello, gas lacrimogeni e cannoni ad acqua. Alla fine della giornata numerose persone sono state arrestate – un bilancio provvisorio parla di 64 detenuti – e molti manifestanti sono stati feriti, alcuni in modo serio. Anche alcuni uomini dei reparti speciali della Polizia e dei Carabineros hanno dovuto farsi medicare.
Da parte loro gli estremisti di destra hanno avuto grosse difficoltà ad abbandonare il teatro una volta finito l’omaggio: la maggior parte sono stati evacuati in autobus messi a disposizione e scortati dalla Polizia oppure hanno dovuto aspettare parecchie ore per andarsene.

In base al più recente rapporto sugli anni della dittatura (1973-1990), divulgato circa un anno fa dalla Commissione Valech, i cileni torturati o rinchiusi in carceri clandestine sono stati almeno 37mila, mentre i morti ammonterebbero a oltre tremila.

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