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Anche Eric Cantona con Mahmoud Sarsak

Diverse associazioni per la Palestina ieri hanno manifestato sotto la sede della Federcalcio sollecitando una presa di posizione per la liberazione di Mahomud Sarsak ed hanno incontrato il Segretario della FIGC Antonio Di Sebastiano, presso la sede federale di Via Allegri, per consegnare un documento di sostegno alla causa di Mahmoud Sarsak, calciatore della Nazionale palestinese detenuto da tre anni in Israele.
Sarsak domenica scorsa è stato trasferito dal carcere di Ramle all’ospedale di Assaf Harofeh per l’aggravarsi delle sue condizioni causate da 87 giorni di sciopero della fame.
Queste le associazioni a sostegno della causa di Sarsak: Comitato con la Palestina nel cuore, Ass. Amici dei prigionieri palestinesi, Rete romana di solidarietà con la Palestina, Giovani Palestinesi, Ass. Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese, Comunità Palestinese di Roma e del Lazio, Un ponte per…, Coord. Freedom Flotilla – Benvenuti in Palestina, Associazione per la pace.

L’agenzia Nena News riporta che Eric Cantona, indimenticato campione di calcio francese degli anni 90, «scende in campo» per sostenere la richiesta di liberazione immediata di Mahmoud Sarsak, il calciatore della nazionale palestinese che da quasi tre mesi fa lo sciopero della fame in un carcere israeliano.

Cantona, per anni punta del Manchester United, ieri ha inviato una lettera al ministro dello sport britannico Hugh Robertson e al presidente della Uefa Michel Platini, in appoggio alla battaglia contro la detenzione che, a rischio della vita, sta conduce Sarsak. La lettera porta la firma anche dell’intellettuale ed accademico statunitense Noam Chomsky e del regista Ken Loach.

«E’ tempo che cessi l’impunità di Israele e di insistere affinché (lo Stato ebraico) rispetto gli stessi standard di uguaglianza, giustizia e di legalità internazionale che sono richieste agli altri Stati», è scritto nella lettera, in riferimento all’utilizzo da parte di Israele della «detenzione amministrativa», che prevede il carcere senza processo e sulla base soltanto di una raccomandazione dei servizi di sicurezza.

Israele accusa Sarsak di essere un «terrotista del Jihad Islami» ma non ha prodotto alcun prova a sostegno di presunti reati compiuti dal palestinese, originario della Striscia di Gaza.

Da parte sua l’associazione internazionale dei calciatori professionisti FIFPro si dice «molto preoccupata» anche per la situazione di altri giocatori di calcio in Palestina. Preoccupazione analoga è stata espressa al presidente della FIFA Joseph S. Blatter in un messaggio inviato ai vertici del calcio israeliano.

Intanto peggiorano giorno dopo giorno le condizioni di Sarsak da 86 giorni senza cibo. Due giorni fa sembrava che il giovane calciatore palestinese avesse deciso di porre fine alla protesta ma ieri l’avvocato del detenuto, Jawad Bulos, ha smentito la notizia: lo sciopero della fame di Sarsak prosegue.

Mahmoud è nato a Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, nel 1987. Ad otto anni aveva già scoperto la sua passione per il pallone e aveva iniziato a giocare con il Rafah Sport Club. Pochi anni dopo, per le sue doti particolari, era entrato nella squadra degli adulti e da lì direttamente nella nazionale palestinese, come centravanti. Da quel momento aveva avuto l’opportunità di uscire dalla prigione a cielo aperto di Gaza, per recarsi in Cisgiordania e in altri paesi come Qatar, Egitto, Norvegia, Turchia ed Iraq. Ed è proprio mentre cercava di uscire da Gaza che è stato arrestato, il 22 luglio 2009, al valico di Erez. Nena News

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