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G20. Aumentati i fondi del Fmi, ma nessuna indicazione sulla crisi

Ovvio e ateso il pressing su Angela Merkel perché passi dall’imposizione del rigore a tutti gli altri paesi a una politica più costruttiva e – come tutti ripetono senza saper bene cosa fare in pratica – “orientata alla crescita”. ”La Germania è oggetto di caustiche critiche da parte degli altri membri del G20. La pressione sarà sulla Germania a concedere più margine di manovra e su Merkel che, a porte chiuse, potrebbe essere piu’ accomodante”. Questo l’auspicio con cui si era aperta la riunione, e tale pare sia rimasto. Vedremo se nella prosecuzione, oggi, ci sarà qualche novità.

L’unica cosa certa è che gli impegni finanziari a sostenere l’aumento delle risorse del Fmi sono arrivati a quota 456 miliardi di dollari, leggermente oltre i 430 miliardi di dollari previsti. Lo afferma il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, spiegando che possono essere usati come «seconda linea di difesa» per risolvere e prevenire crisi finanziarie. L’aumento – sottolinea – «raddoppia quasi la capacità di erogazione prestiti del Fmi».

Buona parte dell’aumento è dovuto al maggiore impegno finanziario dei Brics, i cinque più grandi paesi “emersi” nel panoranama dell’economia globale (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). L’India verserà 10 miliardi per il ‘firewall’ anti-crisi. Lo ha detto il primo ministro indiano Manmohan Singh. Separatamente il portavoce del presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un contributo di pari ammontare.

La Cina contribuirà invece con 43 miliardi di dollari.

In cambio, il G20 si impegna ad attuare la riforma dei diritti di voto del Fmi «in pieno» entro ottobre. È quanto si legge in una bozza del comunicato finale. La riforma dei diritti di voto «è cruciale» per un Fmi più forte, rilevante ed efficace. La riforma riflette l’ascesa delle economie emergenti nell’economia globale.

L’atteso vertice a margine del G20 tra i leader Ue presenti a Los Cabos, in Messico, e il presidente Usa, Barack Obama, non si è invece tenuto. Fonti vicine ai lavori spiegano come l’appuntamento sia saltato per il prolungarsi della discussione sull’Europa nel corso della cena nel formato a 20.

La cancellazione dell’incontro è confermata anche da fonti della casa Bianca che precisano come «il presidente Obama potrebbe avere l’opportunità, per ulteriori incontri con i leader Ue, a margine del summit del G20 nella seconda giornata dei lavori».

Sono in molti a scommettere che dietro il mancato appuntamento ci siano le tensioni emerse nelle ultime ore tra le due sponde dell’Atlantico. Con una Merkel accerchiata. Ancor di più dopo il voto in Grecia che non ha placato le turbolenze sui mercati, rendendo il clima più teso e rilanciando più che mai la necessità di misure da prendere in fretta.

Misure che rappresentino davvero “una svolta”, in grado di ridare credibilità all’euro e fare ripartire l’economia del vecchio Continente. Con una ricetta difficile da mettere a punto, proprio per la distanza delle posizioni tra Berlino e le altre capitali europee.

La cancelliera Merekel continua infatti a dire no agli euerobond e a qualsiasi forma di mutualizzazione del debito. Senza contare la linea dura che Frau Angela mantiene nei confronti di Atene, rinviando al mittente qualsiasi ipotesi di dilazione degli impegni presi dalla Grecia. Una linea in totale controtendenza con quella di Barack Obama, che prima della cena di stasera ha voluto un incontro a due. Un faccia a faccia durato 45 minuti e coperto dal più stretto riserbo.

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