«Stop allo spread dei diritti». Arriva la marcia europea
Sara Farolfi
Ieri, quando dopo un viaggio di 300 chilometri hanno attraversato a piedi la frontiera italiana di Chiasso, a stento trattenevano le lacrime. «Di gioia», racconta Aboubakar Soumahoro, portavoce della Coalizione internazionale dei sans-papier e migranti (Cism). Sono migranti, rifugiati e sans-papier, hanno attraversato le frontiere di sei paesi (Belgio, Lussemburgo, Olanda, Francia, Germania e Svizzera) e ieri sono arrivati alla tappa italiana. Resteranno in Italia fino al 2 luglio, per poi ripartire alla volta delle sedi delle istituzioni europee. La tappa finale sarà Strasburgo dove, il 4 luglio, la marcia europea dei sans-papier e dei migranti – che in questi giorni ha raccolto l’adesione di don Luigi Ciotti, di Alex Zanotelli e di Dario Fo – porterà le proprie richieste al parlamento europeo. «Il vero spread – dice ancora Aboubakar – non è quello economico, ma quello dei diritti. Ci stiamo abituando alle politiche dei respingimenti, al razzismo e quando questo accade c’è da preoccuparsi».
Come è nata l’idea di una marcia europea di migranti e sans-papier?
La marcia è nata come un percorso spontaneo per dire che non siamo solo dei numeri e che non ci arrendiamo alle ingiustizie a cui veniamo sottoposti nei nostri paesi d’origine e nei paesi d’Europa dove cerchiamo asilo. Alla fine gli accordi bilaterali tra i vari paesi europei e i paesi africani d’origine rivelano due facce della stessa medaglia. Perciò questa marcia è un punto di partenza, non di arrivo, noi vogliamo dire basta a chi pensa di poter continuare a decidere sulla nostra pelle e vogliamo farlo insieme a tutti i precari, disoccupati, esodati. Il 29 giugno a Bussoleno abbiamo organizzato un incontro pubblico sulle condizioni di lavoro e di circolazione in Europa.
Da dove vengono le persone che partecipano alla marcia?
Siamo migranti, richiedenti asilo e sans-papier e proveniamo dalla Costa d’Avorio, dal Ghana, dal Mali, dalla Nigeria, dalla Tunisia e dalla Libia. C’è chi viene da Lampedusa e ora si trova in Belgio, chi è stato costretto a fuggire dall’Italia, chi è stato rispedito in Libia. Siamo circa 150 persone ma oggi (ieri per chi legge ndr) ad attraversare la frontiera italiana è stato un corteo di alcune centinaia di persone, con tantissimi studenti e precari che si sono uniti a noi.
Quali sono le richieste che porterete al parlamento europeo?
Libertà di circolazione è la nostra parola d’ordine. Oggi le frontiere sono dei cimiteri e l’altra faccia delle politiche di austerity di Angela Merkel e, fino a ieri, di Nicolas Sarkozy sono l’utilitarismo migratorio e le derive xenofobe e razziste. Che fine ha fatto l’Europa dei diritti? Questa marcia è diretta innanzitutto contro le leggi repressive di cui gli Stati europei si sono dotati dalla creazione dello spazio Schengen, con istituzioni come Frontex, per trattare la questione dell’immigrazione. Chiediamo che vengano chiusi i «centri di accoglienza» in Italia e che venga abolito quell’odioso balzello che è la tassa sul permesso di soggiorno: per questo da ieri al 2 luglio terremo i riflettori puntati sull’Italia.
Come è nata l’idea di una marcia europea di migranti e sans-papier?
La marcia è nata come un percorso spontaneo per dire che non siamo solo dei numeri e che non ci arrendiamo alle ingiustizie a cui veniamo sottoposti nei nostri paesi d’origine e nei paesi d’Europa dove cerchiamo asilo. Alla fine gli accordi bilaterali tra i vari paesi europei e i paesi africani d’origine rivelano due facce della stessa medaglia. Perciò questa marcia è un punto di partenza, non di arrivo, noi vogliamo dire basta a chi pensa di poter continuare a decidere sulla nostra pelle e vogliamo farlo insieme a tutti i precari, disoccupati, esodati. Il 29 giugno a Bussoleno abbiamo organizzato un incontro pubblico sulle condizioni di lavoro e di circolazione in Europa.
Da dove vengono le persone che partecipano alla marcia?
Siamo migranti, richiedenti asilo e sans-papier e proveniamo dalla Costa d’Avorio, dal Ghana, dal Mali, dalla Nigeria, dalla Tunisia e dalla Libia. C’è chi viene da Lampedusa e ora si trova in Belgio, chi è stato costretto a fuggire dall’Italia, chi è stato rispedito in Libia. Siamo circa 150 persone ma oggi (ieri per chi legge ndr) ad attraversare la frontiera italiana è stato un corteo di alcune centinaia di persone, con tantissimi studenti e precari che si sono uniti a noi.
Quali sono le richieste che porterete al parlamento europeo?
Libertà di circolazione è la nostra parola d’ordine. Oggi le frontiere sono dei cimiteri e l’altra faccia delle politiche di austerity di Angela Merkel e, fino a ieri, di Nicolas Sarkozy sono l’utilitarismo migratorio e le derive xenofobe e razziste. Che fine ha fatto l’Europa dei diritti? Questa marcia è diretta innanzitutto contro le leggi repressive di cui gli Stati europei si sono dotati dalla creazione dello spazio Schengen, con istituzioni come Frontex, per trattare la questione dell’immigrazione. Chiediamo che vengano chiusi i «centri di accoglienza» in Italia e che venga abolito quell’odioso balzello che è la tassa sul permesso di soggiorno: per questo da ieri al 2 luglio terremo i riflettori puntati sull’Italia.
da “il manifesto”
Guarda il video della manifestazione di Torino: http://www.youtube.com/watch?v=Vm_6Xddt3jk&;feature=youtube_gdata_player
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