Risparmi – sulla pelle dei lavoratori – per un totale di 65 miliardi di euro entro il 2014. Cinque volte più di quanto fece il socialista Zapatero nel 2010 e in aggiunta alle decine di miliardi di euro di tagli e nuove tasse già introdotte dallo stesso Rajoy nei mesi scorsi.
Il premier spagnolo ha presentato oggi un nuovo ingombrante pacchetto di nuove misure di austerità. Ce n’è per tutti: aumento dell’Iva, tagli alla spesa pubblica e agli stipendi. Come in Grecia e, in parte, in Italia.
L’obiettivo dichiarato del colpo di ascia confezionato a Bruxelles e a Francoforte è «liberare la Spagna» dal peso del deficit e del debito pubblico, e «rispettare gli impegni con l’Europa». Esattamente come quando ad Atene i socialisti prima e il banchiere Papademos poi scavavano la fossa al popolo greco raccontando che si trattava di un ultimo, imprescindibile sforzo per salvarlo dal baratro.
L’annuncio di Rajoy è arrivato meno di 24 ore dopo il via libera dell’Ue a 30 miliardi di euro per la ricapitalizzazione delle banche spagnole, che pretendeva in cambio di una serie di misure urgenti di austerità.Esce quindi pienamente confermata la linea seguita in tutti i paesi in crisi: svenare la popolazione per alimentare le banche, costi quel che costi.
Tagli e “riforme” delle amministrazioni pubbliche dovrebbero consentire di risparmiare 65 miliardi di euro in 2 anni e mezzo. L’aumento dell’Iva è dal 18 al 21% e di quella ridotta dall’8% al 10% (esattamente come in Italia!), mentre si manterrà quella al 4% sui beni di prima necessità. E poi si ridurranno i sussidi di disoccupazione. Per ora niente privatizzazione delle ferrovie, dei porti e degli aeroporti. La troika glie lo aveva raccomandato ma il caudillo del Partito Popolare avrà pensato che ci sarà presto un’altra occasione, magari i prossimi ‘aiuti’ concessi a Madrid dall’UE.
Rajoy ha anche annunciato il taglio delle tredicesime per il 2012 di parlamentari, impiegati e dirigenti dell’amministrazione pubblica. Gli addetti del pubblico impiego la recupereranno – almeno questa è la promessa – nei fondi pensione del 2015. Da oggi i dipendenti pubblici avranno anche meno giorni di ferie e verranno ridotti i permessi sindacali per i loro rappresentanti sindacali. Così che non abbiano troppo tempo e opportunità per protestare o organizzare scioperi e manifestazioni. Il numero dei consiglieri degli enti locali scenderà di circa il 30%. Diminuiranno anche le indennità per i sindaci.
Inoltre Rajoy ha annunciato una sforbiciata della pubblica amministrazione che permetterà di tagliare 3,5 miliardi di euro di spesa in cambio di una proroga di un anno nel raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito. E, visto che c’era, ha “promesso” una nuova riforma pensionistica. Olè!
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