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Arrestato a Budapest, il criminale nazista Csatary si dichiara “non colpevole”

Le autorità ungheresi hanno arrestato a Budapest il criminale nazista Lazlo Csatary. Il nome del 97enne ungherese, capo della polizia di Kosice, nella Slovacchia occupata dagli ungheresi,  era stato inserito nell’aprile scorso dal Centro Simon Wiesenthal nella lista dei criminali di guerra nazisti più ricercati.

Il criminale nazista era stato localizzato la scorsa settimana nella capitale ungherese da alcuni reporter del tabloid britannico Sun. Laszlo Csatary viveva indisturbato a Budapest da 17 anni, senza nascondere la sua vera identità, nonostante le segnalazioni sul suo passato trasmesse alla magistratura magiara da più di dieci anni dal Centro Simon-Wiesenthal di Gerusalemme. Lo scorso aprile, lo stesso Centro Simon-Wiesenthal, dal nome del celebre cacciatore di nazisti ebreo austriaco scomparso nel 2005, e le cui indagini hanno permesso di scovare decine di criminali nazisti, aveva inserito Csatary in cima alla sua lista dei criminali di guerra nazisti ricercati. Laszlo Csatary era stato capo della polizia nel ghetto di Kosice, situato nell’attuale Slovacchia, dove 15.700 ebrei furono assassinati o avviati al campo di sterminio di Auschwitz, durante l’occupazione nazista dell’allora Cecoslovacchia. Condannato a morte in contumacia nel 1948 da un tribunale cecoslovacco, Csatary dopo la guerra era riuscito a riparare in Canada, prima a Montreal e poi a Toronto, dove sotto falsa identità faceva il mercante d’arte. Quando nel 1997 la sua vera identità fu scoperta, fuggì in Ungheria dove riuscì di nuovo a far perdere le proprie tracce. Prima della sua fuga, aveva ammesso davanti agli inquirenti canadesi la sua partecipazione alla deportazione degli ebrei, affermando nel contempo che il suo ruolo era stato “limitato”. 

Oggi, nel corso del suo interrogatorio per ‘crimini di guerra’, Laszlo Csatary si è dichiarato “non colpevole”. “Uno dei suoi argomenti di difesa è che ha obbedito agli ordini” ha dichiarato il procuratore di Budapest, Tibor Ibolya, nel corso di una conferenza stampa.

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