Il caso Payá
Lo scorso 22 luglio a Cuba un’auto è uscita di strada e si è schiantata contro un albero in un tratto della strada Las Tunas-Bayamo. Nell’impatto sono morti Oswaldo José Payá Sardiñas, fondatore dell’anticastrista Movimento Cristiano di Liberazione e premio Sacharov nel 2002, e Harold Cepero Escalante, entrambi seduti nei sedili posteriori; mentre hanno riportato ferite lievi lo spagnolo Ángel Francisco Carromero Barrios, alla guida del mezzo e lo svedese Jens Aron Modig, seduto al suo fianco.
La figlia di Oswaldo Payá ha lanciato subito l’allarme e ha accusato il governo cubano di aver provocato la morte del padre, facendo investire da un camion l’auto su cui viaggiava. Immediatamente è partita la campagna mediatica contro Cuba (più di 900 articoli e più di 120.000 messaggi nella rete) in cui si sono contraddistinti ovviamente l’ultradestra anticastrista di Miami che ha accusato Cuba di aver compiuto un assassinio politico, Mitt Romney candidato repubblicano alle prossime elezioni statunitensi, il Dipartimento di Stato U.S.A. e il portavoce del Presidente cileno che hanno reclamato con toni duri “un’investigazione trasparente”.
Questa nuova calunnia contro il governo cubano è stata rapidamente smontata dalla Nota Informativa del Ministero dell’Interno, pubblicata il 27 luglio, con le perizie tecniche che hanno ricostruito la dinamica dell’incidente automobilistico e con le testimonianze irrefutabili di periti e testimoni, inclusi i due stranieri che viaggiavano con le due vittime, che hanno ammesso di andare a velocità sostenuta, di non aver notato i cartelli stradali del limite di velocità e dei lavori in corso e che è stata la brusca frenata la causa dell’uscita di strada dell’auto.
Chiarita la dinamica dell’incidente e sgonfiata la calunniosa campagna mediatica, ci sorgono spontanee alcune domande, su cui invece hanno sorvolato gli attenti (a senso unico) mass media internazionali.
Chi sono questi due stranieri?
E’ stato acclarato che i due in realtà non sono dei semplici turisti, ma due politici dell’ultra destra che stavano svolgendo un’operazione di intelligence: Ángel Carromero Barrios è il vicesegretario generale dell’organizzazione spagnola Nuevas Generaciones del Partido Popular, ispirata al falangismo; mentre Jens Aron Modig è membro del Partito Democratico Cristiano e presidente della Lega della Gioventù Democratico Cristiana di Svezia (KDU), destra anticomunista, legato a enti nordamericani anti cubani come l’IRI Istituto Repubblicano Internazionale e l’Istituto Democratico Internazionale DNI, sovvenzionati dall’ Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale USAID e patrocinatori di varie operazioni di destabilizzazione contro la Rivoluzione cubana e contro altri governi non allineati agli USA come Cuba, Bolivia, Ecuador e Venezuela.
Che facevano realmente a Cuba i due uomini politici europei, entrati come turisti? Che legami avevano con le vittime e quali erano in realtà gli obiettivi della loro visita?
I due europei sono arrivati a Cuba il 19 luglio come turisti, ma, in realtà, violando il loro status di immigrazione, per loro stessa ammissione, erano coinvolti in attività politiche contro l’ordine costituzionale. Lo svedese Modig in una conferenza stampa dopo l’incidente ha dichiarato che, su istruzioni del suo partito, la sua visita a Cuba aveva tre scopi: 1° doveva incontrare Oswaldo Payá per consegnargli 4.000 €; 2° doveva collaborare a costituire un’organizzazione giovanile del Movimento Cristiano di Liberazione; 3° accompagnare e sostenere Payá in un giro per l’isola (Santiago de Cuba doveva essere la destinazione del fatale viaggio) per contattare gruppuscoli controrivoluzionari di oppositori del governo. Ha ammesso, inoltre, che nel suo paese simili attività sono illegali.
Dietro tutta l’operazione, però, c’è Pablo Casado Blanco – laureato presso l’Università di Georgetown (Washington DC), vivaio della CIA, dove si sono laureate varie “glorie” dell’intelligence nordamericana – che aveva dato istruzioni ben precise a Carromero di mettersi in contatto con la spagnola Cayetana Muriel Aguado, residente in Svezia e anche lei membro del Partito Democratico Cristiano, dalla quale ha ricevuto istruzioni e denaro da consegnare e un cellulare programmato con i numeri necessari. In seguito Corromero ha contattato Modig via Facebook, dandogli appuntamento in un ristorante madrileno.
Dopo l’incidente i due “turisti” hanno avuto l’assistenza prima medica e poi consolare: attualmente lo spagnolo Corromero è accusato di omicidio per aver provocato la morte di due cittadini cubani; mentre lo svedese, dopo aver concesso la conferenza stampa, pur avendo commesso attività illegali e pur avendo violato così il suo status di immigrazione, è stato autorizzato a rientrare nel suo paese. In qualsiasi altro paese “democratico” l’operazione di spionaggio sovversivo contro il proprio governo costituzionale avrebbe avuto conseguenze ben più pesanti.
Tra il 2009 e il 2012 il Dipartimento di Stato e l’USAID hanno avuto un finanziamento di 75 milioni di dollari per programmi sovversivi contro Cuba, nell’ambito della politica per il “cambio di regime” perseguita dagli Stati Uniti con il blocco politico, economico, finanziario, con campagne mediatiche infamanti e con la sovversione. L’operazione appena svelata è solo l’ultima delle tante organizzate da Miami e ora anche da Madrid e da Stoccolma; infatti è stato appena rivelato un altro programma sovversivo. La televisione Cubavisión martedì scorso ha mandato in onda il filmato delle ammissioni di quattro cittadini messicani fermati nel mese di marzo e, subito dopo, le registrazioni telefoniche tra due controrivoluzionari.
Il caso degli 8 messicani reclutati da René Bolio Hollarán del Partido de Acción Nacional (PAN)
Nel mese di marzo sono stati arrestati nell’isola quattro messicani che hanno confessato di far parte di un gruppo di otto persone reclutate e assoldate da Miguel Ángel Pateyro Hernández, uomo di René Bolio Hollarán, ex Senatore supplente del Partido de Acción Nacional (PAN), legato alla mafia della Florida, per recarsi a Cuba come turisti e compiere azioni sovversive di propaganda anticastrista.
I giovani soso stati addestrati dagli istruttori cubani residenti in Florida, Orlando Gutiérrez Boronat e Jenisset Rivero, del Directorio Democrático Cubano di Miami (un’organizzazione di facciata della CIA) per recarsi a Cuba durante la visita di Benedetto XVI, incitare il popolo a protestare nelle strade, occupare le chiese trasformandole da luogo di culto in “centri di lotta”, distribuire volantini incitanti alla rivolta e creare disordini durante le attività del Papa, gettando così discredito sul governo cubano.
Oltre a queste attività di provocazione di piazza, i “turisti” messicani avrebbero dovuto consegnare a Berta Soler una delle Damas de Blanco, alla famosa Yoani Sánchez e al provocatore Jorge Luis García Pérez, conosciuto come Antúnez, dei soldi per sviluppare la propaganda antigovernativa e del materiale, sequestrato dalla polizia, come lap top, cellulari, penne USB.
Le intercettazioni telefoniche tra Ibrahím Bosch del Partito Repubblicano di Cuba a Miami e Vladimir Calderón
Le istruzioni per questa campagna sovversiva, destinata a discreditare il governo cubano durante la visita del Papa, sono arrivate anche tramite altri canali. Cubavisión ha mandato in onda una registrazione telefonica tra Ibrahím Bosch del Partito Repubblicano di Cuba a Miami e Vladimir Calderón, un mercenario che dietro compenso stava occupando con altri cubani una chiesa del L’Avana, da dove sono stati in seguito costretti ad uscire dallo stesso vescovo, perché il luogo destinato alla preghiera non poteva essere trasformato in un centro di sovversione, con la garanzia che nessuno li avrebbe fermati.
Durante la telefonata, il Bosch si assicura che siano tutti dentro, che non escano in attesa dell’arrivo di altri “piloti”, che abbiano i cellulari e i caricabatteria; per incoraggiare Calderón, gli ricorda che si sta facendo questo anche in Medio Oriente dove si occupano le moschee e lo informa che ci sono 500 dollari per lui e tutti gli altri, rassicurandolo che questo è solo il primo invio di denaro. I più violenti anticastristi cubani residenti in Florida sognano di sovvertire Cuba e creare condizioni per ripetere quello che è successo in Libia prima e in Siria ora, per provocare un intervento militare risolutivo.
Il terrorismo di stato USA contro la rivoluzione cubana
Questi sono solo gli ultimi tentativi di destabilizzazione del governo cubano, che ha subito attacchi dagli Stati Uniti sin dai primi mesi dopo la rivoluzione: nel marzo del 1959 l’ Agenda Segreta del Consiglio di Sicurezza degli USA prevedeva di “portare al potere un altro governo a Cuba”.
Nel marzo del 1960 il presidente Eisenhower approvò il “Programma di Azione Coperta contro il Regime di Castro”, proposto dal Dipartimento di Stato e dalla CIA, che prevedeva la creazione di una opposizione al governo dentro e fuori Cuba; lo sviluppo di mezzi di comunicazione di massa per il popolo cubano, per una forte offensiva propagandistica; la creazione a Cuba di un’organizzazione segreta di investigazione ed azione agli ordini dell’opposizione in esilio; lo sviluppo di una forza paramilitare fuori di Cuba per una futura azione guerrigliera.
Parallelamente alle impressionanti e costose misure di spionaggio, il governo statunitense mise in atto anche misure di guerra economica, con l’imposizione il 20 ottobre 1960 di un Embargo commerciale, economico e finanziario contro Cuba, tutt’ora in vigore con durissime conseguenze per la vita del popolo cubano e che prevede anche pesanti sanzioni per i paesi terzi che lo infrangano. L’embargo è stato per ben 19 volte condannato dall’ONU che nell’ottobre 2011 ha approvato con 187 voti favorevoli e 2 contrari (Israele e Stati Uniti), una mozione per chiedere agli Stati Uniti (inutilmente) la cessazione dell’embargo.
Il presidente J.F. Kennedy autorizzò nel febbraio 1961 un piano di intervento denominato Operazione Zapata. L’azione iniziò con alcuni bombardamenti aerei su piccola scala che resero palese l’intento di procedere a un’invasione che, in effetti, iniziò il 17 aprile 1961 con lo sbarco nella Baia dei Porci, il cui clamoroso fallimento è a tutti noto.
Da allora è stato perpetrato un numero impressionante di attentati alla vita di Fidel Castro e di atti terroristici, che hanno raggiunto il culmine il 6 ottobre 1976 con l’abbattimento di un aereo civile Cubana CU-455 che costò la vita a 73 passeggeri, tra cui i 24 membri della nazionale giovanile di scherma cubana. Alcuni documenti della CIA resi pubblici nel 2005 indicano che l’agenzia “ebbe informazioni concrete, fin dal giugno 1976, di progetti per un attentato aereo da parte di gruppi terroristici cubani in esilio”. Quattro persone furono arrestate ed un processo ebbe luogo in Venezuela: Freddy Lugo ed Hernan Ricardo Lozano furono condannati a 20 anni di prigione; Orlando Bosch fu assolto a causa di errori tecnici nella presentazione dei capi d’accusa, attualmente vive a Miami; mentre Luis Posada Carriles fu detenuto per otto anni, ma poi riuscì ad evadere.
Nonostante i due terroristi di origine cubana Posada Carriles e Bosch Avila abbiano implicitamente riconosciuto le loro responsabilità in un’intervista al New York Times, e il Miami Herald nell’introduzione ad un’intervista a Posada Carriles lo abbia definito “il noto sabotatore anticastrista, maestro di travestimenti, addestrato dalla CIA…un assassino”, entrambi hanno ricevuto omaggi pubblici a Miami dal capo del Comitato degli Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti, Ileana Ros-Lehtinen, la prima persona cubana ad ottenere un posto al Congresso.
Nel 1997 Posada Carriles ha reclutato dei mercenari del centroamerica per collocare delle bombe negli alberghi di L’Avana; in uno di questi attentati terroristici ha perso la vita l’italiano Fabio Di Celmo e molte persone sono rimaste ferite. Anche per questo attentato Posada Carriles, forte dell’impunità di cui godeva, ha avuto l’audacia di dichiarare che l’italiano si è trovato nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Quando più tardi nel 2005 è rientrato negli Stati Uniti, è stato fermato soltanto con l’accusa di falso e di immigrazione clandestina, senza nessuna accusa di terrorismo, nonostante la richiesta di estradizione del Venezuela nei confronti di Posada fuggito dal carcere venezuelano dove scontava la condanna per l’attentato all’aereo cubano. Viene rilasciato in attesa di giudizio il 19 aprile 2007 e, dopo un processo farsa conclusosi l’8 aprile 2011, è stato infine assolto da tutte le accuse, a ulteriore dimostrazione dell’appoggio e della protezione che storicamente le autorità nordamericane gli hanno garantito.
Il paradosso è che mentre si assolve Posada Carriles, malgrado le prove presentate al processo degli atti terroristici perpetrati, i cinque agenti cubani dell’antiterrorismo rimangono ingiustamente reclusi nelle prigioni nordamericane per aver indagato e denunciato le azioni dei terroristi d’origine cubana che, come Posada Carriles, passeggiano impunemente per le strade di Miami.
Continua la campagna coordinata dal Comitato Italiano Giustizia per i 5
Per tali ragioni anche in questi mesi del 2012, è proseguita in tutto il paese con sempre maggiore impulso e coinvolgendo settori sociali, sindacali e delle comunità cristiane di base, l’attività politica e culturale per ottenere l’immediata giustizia per i 5 eroi cubani, coordinata dal Comitato Italiano Giustizia per i 5, che ha visto la costante partecipazione dell’Associazione e Rivista Nuestra America, del circolo di Italia-Cuba A. Mella, della Rete dei Comunisti, insieme al Laboratorio Europeo di Critica Sociale e Radio Città Aperta.
La campagna internazionale il 5 per i 5, si è sviluppata ogni mese in tutto il territorio nazionale, e anche oggi il 5 di Agosto rispondendo nuovamente all’appello del Comitato Italiano Giustizia per i 5, molti attivisti insieme ai due vicepresidenti, Forconi e Vasapollo si sono dati appuntamento sul litorale romano per continuare, anche negli affollati luoghi di vacanza, la campagna di lotta e di informazione su questo emblematico caso di terrorismo di Stato attuato dal Governo USA.
Nonostante la temperatura proibitiva, si sono sfiorati i 40 gradi all’ombra, decine e decine di cittadini e turisti anche stranieri si sono raccolti intorno allo striscione che chiede la liberazione dei 5, chiedendo notizie sulla vicenda, dichiarando la solidarietà e in molti hanno voluto testimoniare lo stupore per il lavoro di informazione e di sensibilizzazione svolto dai numerosi compagni presenti, incuranti del calore impossibile. L’iniziativa che si è svolta ad Ostia nello storico luogo di villeggiatura dei cittadini romani, è successivamente continuata con l’esposizione dello striscione e volantinaggi davanti a varie spiagge e stabilimenti, incontrando ovunque simpatia e solidarietà, in altri tre luoghi simbolo della villeggiatura del litorale romano: Torvaianica, Anzio e Nettuno.
La doppiezza e la falsità degli Stati Uniti
Nei volantini diffusi era spiegato molto chiaramente che la doppia morale degli Stati Uniti viene applicata costantemente contro Cuba, perché lo stato maggiore dei protettori del terrorismo nel mondo risiede proprio nella capitale nordamericana, dove anche quest’anno è stata stilata una lista unilaterale, arbitraria e priva di alcun fondamento dei paesi patrocinatori del terrorismo, pubblicata il 31 luglio 2012 dal Dipartimento di Stato degli USA, che include di nuovo Cuba e anche la Bolivia, la prima per finanziamento e addestramento militare alle FARC Forze Armate rivoluzionarie della Colombia e all’ETA Euskadi Ta Askatasuna, e per lavaggio di denaro e transazioni finanziarie vincolate al terrorismo; la seconda per narcotraffico, essendo il terzo produttore al mondo di foglie di coca e superando la Colombia nella produzione di cocaina.
Accuse prive di ogni fondamento, visto che lo stesso testo del Dipartimento di Stato dichiara che non ci sono prove, e che sono state subito smentite e rispedite al mittente da entrambi i paesi; ma che hanno comunque un loro obiettivo perverso di discredito e che pretendono di giustificare l’azione aggressiva statunitense contro Cuba e la Bolivia.
La reale intenzione statunitense è di portare avanti una guerra di logoramento nei confronti di Evo Morales per la sua posizione antimperialista, contro lo sfruttamento delle multinazionali e per la sua battaglia politica a sostegno della sovranità del continente latino americano anche in ambito culturale ed alimentare. Battaglia che ha ottenuto pieno riconoscimento dalla Dichiarazione di Cochabamba della 42ª Assemblea dell’Organizzazione degli Stati Americani OEA, svoltasi a giugno a Tiquipaya in Bolivia, che ha fatto suo il progetto boliviano della Sicurezza Alimentare con Sovranità, nonostante l’opposizione del Cile e degli Stati Uniti, e che ha riconosciuto, malgrado l’opposizione sempre di Stati Uniti e del Canada, il diritto boliviano e peruviano all’acullico, la masticazione della foglia di coca nel suo stato naturale e ha dichiarato il 2013 Anno Internazionale della quinoa, pianta utilizzata fin dai tempi degli Incas e degli Aztechi. Se a ciò aggiungiamo la chiusura per fallimento di 8 ristoranti da parte della catena Mac Donald e l’annunciata fine della Coca Cola a partire dal 21 dicembre, risulta evidente il danno causato alle multinazionali nordamericane.
E’ altrettanto chiaro, per quanto riguarda l’inclusione di Cuba nella lista, che il vero obiettivo del Dipartimento di Stato è quello di poter giustificare sia la sua logora e pluricondannata politica aggressiva contro all’isola rebelde, come pure il criminale embargo unilaterale imposto al popolo cubano da più di cinquanta anni.
Il Dipartimento di Stato nordamericano, in realtà, nasconde le precise informazioni sulla trasparenza del sistema bancario che Cuba presenta periodicamente alle Nazioni Unite, i suoi successi nella lotta al narcotraffico e la proposta avanzata a febbraio del 2012 dal governo cubano a quello nordamericano di concordare una programma bilaterale per affrontare la lotta al terrorismo.
La doppiezza e la falsità statunitensi sono evidenti, anche perché sono proprio loro il maggior centro di lavaggio di denaro sporco, il paese con maggior consumo di droghe al mondo ed è stata proprio la mancanza di regolazione e di controllo del suo sistema finanziario il detonatore della crisi sistemica globale.
Ma allora il vero terrorista chi è?
Sono forse Cuba e tutti gli altri paesi dell’ALBA? Lo è forse l’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra Americana, perché ha deciso di non voler più essere una colonia sfruttata dalle multinazionali, perché attua politiche di autonomia e indipendenza dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale, per una piena emancipazione e una reale sovranità nazionale, per un’integrazione sociale, culturale ed economica della regione? Perché l’ALBA rappresenta, oggi, l’unica alternativa antiimperialista e anticapitalista ed è forza trainante nel processo di integrazione del continente latino americano che ha prodotto negli ultimi anni diversi organismi continentali come il Mercosur, l’Unasur, la Celac per realizzare l’integrazione senza la tutela degli Stati Uniti, in un contesto di solidarietà, cooperazione, complementarietà e concertazione politica e nel rispetto delle diversità?
Oppure il vero terrorismo di stato è proprio quello degli Stati Uniti d’America? Uno stato che oggi usa ogni mezzo, dallo spionaggio, alla sovversione, agli atti terroristici e ai colpi di stato pur di impedire la definitiva indipendenza e integrazione latinoamericana. Dice un vecchio adagio: “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”; infatti la sua politica nei confronti del Sud America non è cambiata, anche se i mezzi sono più raffinati ma non per questo meno insidiosi. La sua politica è sempre stata quella dello sfruttamento e spoliazione delle risorse e delle materie prime dei paesi latinoamericani e quella delle imposizioni di governi fantoccio delle oligarchie borghesi o dittature militari che eseguissero le politiche neoliberiste del FMI e della BM e che impedissero “il dilagare del comunismo”.
In nome della “teoria della sicurezza nazionale”, allargata al patio trasero, il Dipartimento di Stato ha attuato politiche aberranti, ha dato carta bianca alla CIA, guidata in quegli anni da George Bush il futuro presidente, per stabilire un patto criminale tra le dittature del Cono Sud, costituendo una vera e propria internazionale del terrore che con il nome di Piano Condor o Operazione Condor, negli anni Settanta e Ottanta, con il pretesto della “lotta anticomunista” e in favore della “civilizzazione occidentale e cristiana”, ha commesso un vero e proprio genocidio.
Il ritrovamento dei resti dei diplomatici cubani Galañena Hernández e Jesús Cejas Arias
Subito dopo il colpo di stato in Argentina nel 1976, l’Ambasciata di Cuba fu nel mirino di questi gruppi organizzati contro la quale hanno compiuto diversi atti terroristici.
Lo scorso 11 giugno sono stati rinvenuti i resti, racchiusi in un barile con del cemento, di due persone identificate come il diplomatico cubano Galañena Hernández e Jesús Cejas Arias che furono sequestrati a Buenos Aires il 9 de agosto del 1976, mentre uscivano dall’ambasciata di Cuba. Entrambi furono tenuti prigionieri e torturati nell’Officina Orletti, il centro clandestino sede del Piano Condor. Secondo l’indagine del giornalista statunitense John Dinges, l’agente della CIA Michael Townley e il cubano-statunitense Guillermo Novo Sampoll avrebbero cooperato alla tortura, all’interrogatorio e all’uccisione dei due diplomatici cubani sequestrati, come ha anche confermato ai giudici Manuel Contreras Sepúlveda, ex capo della DINA, la polizia segreta di Pinochet. I sequestratori avevano fatto rinvenire un biglietto scritto a stampatello e senza firma in cui i due diplomatici dichiaravano di aver “abbandonato l’ambasciata per godere della libertà del mondo occidentale”: in questo modo non solo si creava discredito contro Cuba, ma si rendeva superflua qualsiasi indagine della polizia.
Ma l’impunità di cui godeva questa organizzazione del terrore, che ha provocato la morte e la sparizione di 30 mila giovani oppositori della dittatura militare argentina, è stata spezzata grazie alla tenacia della madri dei desaparecidos e grazie alla coraggiosa scelta del presidente argentino Kirchner di far processare i responsabili del genocidio.
Per il sequestro e la sparizione di Galañena Hernández e Cejas Arias successivamente sono stati condannati in Argentina il generale in pensione Rodolfo Cabanillas, Raúl Guglielminetti, Eduardo Alfredo Ruffo e Honorio Carlos Martínez Ruiz.
Dopo quasi quaranta anni, ancora riaffiorano l’orrore e le prove del massacro di una generazione, perpetrato dai corpi speciali delle dittature del Cono Sud, addestrati, finanziati e protetti dalla CIA e dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America. Allora di nuovo ci domandiamo chi è il vero terrorista? Come si permettono gli Stati Uniti, con tanti scheletri nell’armadio, con tante responsabilità che vengono fuori man mano che sono resi pubblici i documenti della CIA, con l’impunità e la protezione che offrono al terrorista Posada Carriles, nonostante il Venezuela ne abbia richiesto l’estradizione, mentre condannano all’ergastolo i cinque agenti cubani dell’antiterrorismo che indagavano proprio sulle attività sovversive maturate nell’ambiente cubano di Miami, come si permettono di stilare una lista di paesi patrocinatori del terrorismo?
Fonti:
http://www.granma.cu/espanol/cuba/31julio-editorial.html
http://www.cubadebate.cu/noticias/2012/07/31/cuba-denuncia-planes-contra-la-visita-del-papa-video/
http://it.wikipedia.org/wiki/Volo_Cubana_455
http://aucaencayohueso.wordpress.com/2012/08/01/patrocinadores-del-terrorismo-el-cuartel-general-esta-en-washington/#more-3515
http://aucaencayohueso.wordpress.com/2012/08/01/caso-paya-el-espanol-pablo-casado-el-agente-detras-de-la-operacion-fatal/#more-3512
http://www.granma.cu/italiano/cuba/11-abril-dichiarazione.html
http://aucaencayohueso.wordpress.com/2012/08/03/bolivia-y-cuba-en-la-mirilla-siniestra-de-eeuu/#more-3534
http://moncadalectores.blogspot.it/2012/08/estados-unidos-hipocresia-y-doble-moral.html
http://www.pagina12.com.ar/diario/elpais/1-200147-2012-08-02.html
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