Menu

Correa pronto a concedere l’asilo politico ad Assange

Poco dopo il presidente del paese andino, Rafael Correa, ha risposto precisando che per ora «non c’è ancora alcuna decisione», ma di fatto confermando un orientamento favorevole. «Le voci diffuse asilo di Assange (già concesso) sono false. Non c’è ancora una decisione al riguardo. Aspetto il rapporto dal ministero degli Esteri», ha puntualizzato via twitter Correa.

L’annuncio fatto dal Guardian è stato ampiamente ripreso dai media dell’Ecuador, i quali già ieri avevano anticipato che la decisione sull’asilo al creatore di Wikileaks – rifugiatosi nell’ambasciata di Quito a Londra dal 9 giugno scorso – era ormai «stata presa». In effetti, Correa aveva reso noto lunedì d’aver visionato tutta la documentazione del caso, precisando: «Spero di far sapere ufficialmente (il verdetto) entro fine settimana».

Il capo dello stato, che ha ribadito la sua «simpatia» per Assange, ha inoltre ricordato di essere pronto a riunirsi con i suoi ministri per concertare «una risposta sovrana e assolutamente in linea con i principi dell’Ecuador». In pratica, è scontato che concederà l’asilo ad Assange, la cui madre ha d’altra parte avuto un colloquio con Correa una quindicina di giorni fa.

Il Guardian la mete però giù in un altro modo, sostenendo che «di fatto sono state le autorità ecuadoregne a contattare mesi fa Assange proponendogli il passo che ha poi compiuto, per cui quando è entrato nell’ambasciata c’era già un ‘pattp’ in tal senso». A suo tempo, viene ricordato, i media di Quito avevano rivelato che Correa e Assange ne avevano parlato nell’ambito di una lunga e cordiale intervista concessa dal presidente al fondatore di Wikileaks ben prima del suo ingresso nell’ambasciata.

Tutto fa supporre, in ogni modo, che si andrà presto a un braccio di ferro diplomatico-legale tra Londra e Quito. Ieri, il Foreign Office ha infatti preavvertito che le autorità britanniche hanno «l’obbligo di estradare Assange in Svezia». «Lo adempiremo», ha rimarcato un portavoce. In altre parole, pur se Correa offrirà l’asilo, resterà poi da sciogliere la questione del ‘salvacondotto’ indispensabile perché Assange raggiunga l’aeroporto di Londra senza essere arrestato nel tragitto.

E su questo fronte, non è da scartare che entri in scena l’ex giudice spagnolo Baltasar Garzon, designato giorni fa a coordinare il team legale del giornalista australiano.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *