L’allarme del Dipartimento di Stato arriva in una giornata di calma relativa nei paesi della primavera araba dopo le proteste violente dei giorni scorsi nei confronti del film anti-islam. Agitazioni che metteranno alla prova la diplomazia americana e il presidente Barack Obama.
L’amministrazione Usa ritiene che «le proteste violente nei paesi musulmani possano presagire a una crisi prolungata con conseguenze diplomatiche e politiche imprevedibili». La tensione si evince dall’allerta del Dipartimento di Stato.
«Tutto il personale non di emergenza del governo americano in Tunisia deve partire in seguito agli attacchi all’ambasciata di Tunisi» si legge in una nota. Famiglie e personale non essenziale devono lasciare anche Khartoum. Agli americani, in via generale, è sconsigliato di viaggiare in Tunisia e in Sudan.
Per Obama le proteste sono la più seria crisi di politica estera nella stagione elettorale e secondo gli analisti alimenteranno le domande sui suoi principi politici in Medio Oriente, agitando dubbi sulla gestione della primavera araba e sull’adeguatezza della risposta dell’amministrazione ai timori sulla sicurezza.
Secondo alcuni osservatori Obama non è riuscito a trovare il giusto equilibrio fra appoggiare la democrazia nel mondo musulmano e salvaguardare gli interessi americani in una regione strategica, il Medio oriente, dove i governi autoritari sono stati sostituiti da partiti pro-Islam, alcuni dei quali nemici degli Stati Uniti.
L’amministrazione respinge le critiche, mettendo in evidenza come Obama sia riuscito a migliorare la posizione americana nel mondo musulmano. «Abbiamo compiuto molta strada nel dimostrare che gli Stati Uniti non sono in guerra con l’Islam», afferma Benjamin Rhodes, consigliere per la sicurezza nazionale. «È chiaro che restano sfide in parte del mondo arabo».
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa