I rappresentanti della troika sono tornati oggi a chiedere al governo greco un aumento dei tagli previsti nel 2013 – già pesantissimi – e di anticipare l’approvazione del pacchetto di cosiddetta austerità in cambio del quale l’UE e il Fmi dovrebbero concedere ad Atene una nuova tranche di ‘aiuti’ finanziari.
Intanto dopo lo sciopero generale del 26 settembre, uno tra i più partecipati degli ultimi anni, l’intero movimento sindacale greco sta preparando una nuova mobilitazione generale di 24 ore per il 17 o il 18 ottobre. La Confederazione Generale dei Lavoratori di Grecia (Gsee) che raggruppa i lavoratori del settore privato e l’Adedy che rappresenta i dipendenti statali – oltre alle associazioni dei commercianti, degli artigiani e dei liberi professionisti – stanno cercando di varare una posizione comune contro il micidiale pacchetto di tagli e nuove tasse deciso dal governo Samaras.
E oggi in Grecia, in particolare nella capitale, è stata una giornata caratterizzata da numerose manifestazioni e anche da scontri.
Gli ospedali pubblici delle principali città del paese hanno funzionato oggi al minimo a causa dello sciopero di tre ore dei medici e degli altri sanitari che alle 12 hanno manifestato davanti al Ministero della Sanità. Medici e paramedici protestano contro la politica economica del governo che, accusano, ”distrugge il Sistema Nazionale della Sanita’ (Esy) e gli ospedali pubblici”
Alle 12:00 i sindacati hanno manifestato anche davanti al ministero del Lavoro per protestare contro i tagli a stipendi e pensioni mentre per lunedì alle 18:00 Adedy e Gsee hanno chiamato tutti i lavoratori ad un’altra grande manifestazione davanti al ministero delle Finanze. Anche gli agricoltori greci sono sul piede di guerra: la loro protesta è ripartita da Creta dove questa mattina hanno sfilato in corteo con i loro trattori nel centro di Heraklion, la città capoluogo della grande isola, contro il nuovo sistema fiscale in via di approvazione che porterà al fallimento di migliaia di piccole aziende.
Ma i protagonisti della giornata sono stati alcune centinaia di lavoratori dei cantieri navali greci che hanno letteralmente assaltato il ministero della Difesa, respinti dalla Polizia a colpi di manganello e con un intenso uso dei gas lacrimogeni. I manifestanti – dipendenti del cantiere navale Hellenic Shipyards, di Skaramangas al Pireo, sull’orlo del fallimento – chiedevano di poter incontrare il ministro Panos Panayiotopoulos per denunciare il fatto che non percepiscono lo stipendio ormai da sei mesi. L’azienda che possiede il cantiere lavora infatti soprattutto nel settore militare, ed era stata venduta nel 2010 dal precedente proprietario, il gruppo tedesco ThyssenKrupp, al gruppo Abu Dhabi mar, che da mesi registra un calo di attività a causa dei ritardi o degli annullamenti delle commesse da parte della Marina militare ellenica.
Quando è apparso chiaro che il ministro non avrebbe ricevuto i lavoratori un centinaio di operai ha fatto irruzione all’interno del ministero della Difesa. La televisione ellenica ha mostrato in diretta l’azione di forza, con i manifestanti che al grido di “ladri, ladri” hanno superato le barriere all’entrata mentre il capo di stato maggiore greco stava cercando di invitarli al dialogo. A quel punto è scattata la repressione che ha portato all’arresto di 4 lavoratori e al fermo di altri 110.
A quel punto la protesta dei dipendenti del cantiere navale si è fatta ancora più dura. Nel pomeriggio i lavoratori si sono spostati in Viale Alexandras, davanti all’enorme quartier generale della Polizia di Atene per chiedere la liberazione immediata degli arrestati in mattinata. A dare loro man forte sono arrivati non solo alcuni sindacalisti di Adedy e Gsee, ma anche rappresentanti sindacali dell’azienda elettrica statale (Ppc) e dei dipendenti della ferrovia metropolitana. “E’ inaccetabile che coloro che hanno calpestato tutto cio’ che noi consideriamo per noi piu’ caro, che hanno portato alla poverta’ migliaia di famiglie greche, adesso facciano arrestare questi lavoratori solo perche’ reclamano i propri diritti’, ha commentato il presidente della Gsse Yannis Panagopoulos.
Così come durante la mattinata anche in questo caso contro i lavoratori sono scattate le cariche della Polizia e tre manifestanti sono rimasti feriti.
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