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Israele: espulsi gli attivisti della Estelle, che denunciano violenze

Marco Ramazzotti Stockel, l’attivista italiano che si trovava a bordo della Estelle, la nave circondata e abbordata ieri mattina in acque internazionali da unità della marina di Israele, è stato già espulso da Tel Aviv con la paradossale accusa di ‘ingresso illegale’, così come altri attivisti provenienti da vari paesi a bordo della nave della Freedom Flotilla. Tutti tranne tre passeggeri che hanno il passaporto israeliano, tra i quali lo studente Elik Elhanan.

‘Sto bene, anche se non ho dormito. (…) Tutti i membri dell’operazione Estelle sono salvi e salvi” ha detto alle agenzie di stampa Marco Ramazzotti Stockel appena arrivato all’aeroporto di Fiumicino, poco dopo le 10 di questa mattina. ”Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo politico – ha aggiunto – che era quello di parlare e far parlare della situazione di Gaza e della Palestina (…) Dobbiamo difendere i diritti umani dei palestinesi: non e’ possibile che in questo momento siano trattati malissimo. Devono essere aiutati. Il mio privilegio é che posso parlare, i palestinesi no. Sono chiusi in un ghetto terribile. Da questo viaggio viene un messaggio forte: aiutateci a parlare di Palestina e di Gaza”.

Denunciava questa mattina il Comitato Italiano della Freedom Flotilla: “alle 6 l’unità di crisi della Farnesina ha contattato la moglie di Marco Ramazzotti Stockel (…). Ore di angoscia ieri dovute a nessuna notizia su Marco e gli altri passeggeri di Estelle dal momento del sequestro fino a questa mattina in cui è stato comunicato l’arrivo imminente di Marco a Fiumicino. Denunciamo che Israele, dopo aver “rapito” Marco non ha mai comunicato notizie dirette a console italiano, familiari o la nostra organizzazione per rassicurare sullo suo stato di salute. L’unità di crisi della Farnesina in contatto con la moglie di Marco non ha saputo dare informazioni precise su di lui fino a questa mattina. Israele ha solo emesso agenzie stampa in cui parlava di abbordaggio pacifico, come se rapire una persona in mezzo al mare, su nave civile, obbligarlo a cambiare la rotta e portarlo in Israele può essere considerato un atto pacifico o non violento, solo perchè non sono state usate armi da guerra, come fatto in tutti gli abbordaggi precedenti.”

Sull’onda delle proteste dei coordinamenti di solidarietà con la Palestina e di alcuni deputati, già ieri la Farnesina aveva attivato l’ambasciata italiana di Tel Aviv per garantire l’incolumità dell’italiano imbarcato sulla Estelle. Che, prima di unirsi alla missione di solidarietà, in varie interviste aveva sottolineato di essere ebreo. ”Scrivete – aveva detto – il mio secondo cognome, per favore, cosi’ capiscono che sono ebreo, e che se lotto contro l’occupazione, é proprio per gli ebrei”.

Ma la mobilitazione formale del Ministero degli Esteri non era bastato al comitato italiano della Freedom Flotilla che in una nota scriveva: “Non ci basta noi vogliamo che vengano rispettati i suoi e i nostri diritti, e che lo Stato italiano non s’inchini a diktat che mortificano il diritto universale. Già una decina di parlamentari italiani si sono espressi a favore della missione della Estelle accanto a decine di parlamentari di altri paesi europei. E questo ci conforta perché noi crediamo fermamente che ci sia un passaggio diretto tra le violazioni che toccano il mondo del lavoro e quelle che toccano il mondo dei diritti”.

Oltre al 65enne italiano sul vascello erano presenti altri trenta militanti filo palestinesi, tra i quali cinque deputati di sinistra provenienti da Grecia, Norvegia, Spagna e Svezia.

Secondo quanto riferito dai responsabili politici e militari israeliani, l’abbordaggio e il sequestro della nave – che trasportava tonnellate di cemento e forniture mediche dirette alla martoriata popolazione di Gaza – sarebbero avvenuti senza violenza e in accordo ”con le leggi internazionali e con le direttive del governo israeliano dopo aver effettuato ogni tentativo per prevenire la nave dal raggiungere la Striscia”. ”I passeggeri sono stati accuditi e a loro – ha sostenuto il portavoce militare di Tel Aviv – sono stati offerti cibi e bevande”.

In realtà l’assalto alla nave è avvenuto in acque internazionali e a molti chilometri dalle acque territoriali della Striscia. E alcuni dei passeggeri sequestrati dalla Polizia israeliana smentiscono la versione ufficiale. Mentre gli attivisti stranieri sono stati condotti nella base dell’Unità Oz ad Holon (località a sud est di Tel Aviv) i tre israeliani sono stati portati alla stazione di polizia di Ashdod per essere interrogati. Uno di loro, Yonathan Shapira, è riuscito a parlare con sua madre e ha raccontato che contro alcuni degli attivisti i soldati israeliani hanno usato i Taser, pistole che scaricano sulle vittime migliaia di volt di elettricità.


Il coordinamento Freedom flotilla Italia ha organizzato un presidio davanti palazzo Chigi per martedi’ prossimo, dalle ore 17, per protestare contro il blocco coatto imposto da anni alla popolazione di Gaza da Israele e sostenuto in vario modo dalle cosiddetta comunità internazionale che invece di boicottare e sanzionare il paese che viola il diritto internazionale e realizza politiche colonialiste nei territori occupati, contribuisce a punire le vittime di queste politiche.

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1 Commento


  • annamaria vernassa

    Davvero ti scandalizza , mannaggia come sei omologata , apri gli occhi , ti bevi proprio tutto . Mi sconcerti . Cemento , per cosa ? Macchine mediche vecchie di secoli , noi italiani le compriamo in Israele , sono le migliori e le ultime. Credi davvero che gli israeliani siano così come li dipingono ? Te quanti ebrei e israeliani conosci ? Sei mai stato in quel paese , hai mai conosciuto qualcuno di quel paese che studia nelle ns università . Credo proprio di no , allora prima di scandalizzarti , Tocca con mano , poi se avrai constatato davvero come stanno le cose , senza pregiudizi , potrai dire a buon diritto la tua e ti ascolterò . Oltretutto ti chiami Terracini

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