Libano. Il capo della polizia ucciso coordinava operazioni militari in Siria
Alcuni giorni fa, era stata rivelata la notizia che il colonnello Al Hasan, capo dei servizi di intelligence della polizia libanese ucciso in un attentato, stava collaborando con i militari del Qatar per costruire in Libano una rete di sostegno alle operazioni militari in Siria contro le forze del governo di Assad.
Fonti giornalistiche, hanno rivelato dell’arrivo alcuni giorni fa a Tripoli, nel nord del Libano, di un congruo numero di ufficiali del Qatar, e del loro incontro con gruppi di estremisti. il giornale libanese Al Diyar afferma che il numero degli ufficiali di Qatar in Libano sarebbe in continuo aumento, ma con passaporti inglesi, francesi e dei paesi del golfo.
In un rapporto pubblicato dallo stesso giornale , si evidenzia che questi ufficiali entrano in Libano e subito si coordinano nella sede investigativa delle forze di sicurezza interna libanese con la stazione di intelligence situata in Turchia, gestita dal deputato libanese Iqab Saqer, di Al Mustaqbal “corrente di Hariri”.
Al Diyar afferma che l’intenzione di Saqer è quella di istituire una sala operativa congiunta per operare con azioni terroristiche contro la Siria, partendo dal Libano e dalla Turchia, in concertazione con i gruppi di mercenari armati.
Il giornale libanese rivela che Saqer è stato nominato ufficialmente capo della sala congiunta “Saad Hariri” in Turchia insieme al colonnello Wisam Al Hasan capo della stazione di intelligence libanese all’estero ucciso alcuni giorni nell’attentato. L’obbiettivo è di istituire un quartiere generale militare, secondo un piano Qatariota per coordinare le informazioni con il Libano e dare tale informazioni ai gruppi armati situati in Siria, per colpire i siti siriani.
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Una corrispondenza da Beirut
(di Tuf Tuf, pseudonimo della corrispondente)
Se da un lato la coalizione di governo “8 Marzo”, filo-siriana, guidata dal premier Nagib Miqati, ha condannato fermamente l’atto, invitando il popolo libanese all’unità e alla prudenza, il movimento di opposizione “14 Marzo” guidato da Hariri, notoriamente anti-siriano, direttamente colpito dall’attentato, non ha risparmiato i j’accuse nei confronti del regime di Bashar Al-Assad, chiedendo a gran voce le dimissioni dell’esecutivo, e invitando i propri militanti a una mobilitazione di massa in occasione dei funerali del Brigadiere.
A Tripoli, da venerdì, gli spari si susseguono senza interruzione tra gli abitanti dei quartieri di Bab El-Tabaneh, a maggioranza sunnita, e Jabal Mohsein, a maggioranza alawita, i quali, secondo fonti dell’Agenzia Nazionale, sarebbero giunti allo scontro diretto nella notte di domenica facendo uso anche di bombe a mano. Sempre a Tripoli, testimoni hanno riferito dell’esplosione di due bombe sonore, una prima nella notte di venerdì, ed una seconda questa mattina, gettando il panico tra la popolazione. Nonostante la massiccia presenza di contingenti dell’Esercito Libanese, la situazione nella città lungi dall’essere sotto controllo. Ad oggi, il bilancio parziale è di 5 morti e decine di feriti.
Ad Halba, nel nord del paese, nella mattinata di domenica l’esercito è dovuto intervenire per proteggere i militanti del Partito Socialista Nazionalista Siriano asserragliati nella sezione locale, dall’assalto di militanti anti-Assad.
A Beirut, dopo giorni di tensione crescente, i primi spari sono arrivati nella notte tra domenica e lunedì dal quartiere sud-ovest di Tariq El-Jedid, sull’onda lunga degli scontri del pomeriggio. Mentre nei palazzi si discute sulle possibili alternative al governo Miqati, la rabbia anti-siriana monta nelle strade con nuovi blocchi estesisi nel corso della mattinata di lunedì, fino al quartiere residenziale di Verdun ad ovest, e a nord fino Rue Bashrah El-Khouri, dove intorno alle 10.00 si sono registrati scontri a fuoco tra manifestanti ed esercito. Sempre in mattinata, pesanti sparatorie e una presenza notevole di manifestanti armati, sono state registrate nella zona di Qasqas, nel quadrante sud-ovest della capitale dove alcune fonti, nettamente smentite dall’insieme delle forze Palestinesi di stanza in Libano, avevano parlato di un militante Palestinese morto nel corso degli scontri a fuoco con l’esercito. Dopo una giornata di confronto diretto tra esercito e manifestanti per il controllo delle strade, nel tardo pomeriggio la situazione ritorna parzialmente sotto controllo. Dalle 17.00 di questo pomeriggio, è in corso un asseblamento pacifico dei Giovani e degli Studenti del Movimento 14 Marzo in Piazza del Martiri, intenzionati a protestare ad oltranza fino alla caduta del governo Miqati.
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