La situazione è di nuovo molto tesa a Panama, il piccolo paese centroamericano dove venerdì la popolazione della provincia di Colòn ha dato vita ad una vera e propria insurrezione contro la decisione da parte del governo di destra di svendere alle imprese straniere i terreni all’interno della zona ‘duty free’ dove sorge il canale.
Venerdì la Polizia aveva sparato sulla folla che aveva eretto barricate nelle strade e assaltato le sedi commerciali di alcune imprese, uccidendo un bambino di nove anni. Nel fine settimana gli scontri avevano provocato decine di feriti e si erano saldati con circa 250 manifestanti arrestati.
E ieri i sindacati e le organizzazioni politiche dell’opposizione radicale di sinistra hanno proclamato nella provincia di Colòn uno sciopero di 48 ore, prorogabile, con l’obiettivo di costringere il Presidente Ricardo Martinelli a revocare la Legge 72 promulgata venerdì dopo l’approvazione da parte del Parlamento. Alla mobilitazione stanno partecipando non solo i lavoratori ma anche alcune organizzazioni di commercianti e piccoli imprenditori locali contrari alla svendita dei terreni finora solo affittati alle aziende straniere.
Cercando di giustificare la privatizzazione delle terre nella Zona Libera di Colòn, il deputato e presidente della Commissione parlamentare per gli affari agro-zootecnici, Tito Rodríguez Mena, ha dichiarato che la decisione di vendere i terreni deriva dal fatto che “gli imprenditori pagano molto poco”, ovvero circa 1500 dollari mensili per l’affitto di ogni lotto dell’area che conta una superficie di 1000 ettari, la metà dei quali in gestione a circa 2000 imprese dedite all’importazione e vendita di merci. La vendita delle terre, secondo Rodríguez frutterebbe allo Stato circa 900 milioni di dollari.
Ma chi si oppone alla svendita ricorda che solo nei primi cinque mesi di quest’anno la Zlc ha superato del 190,84% gli introiti delle transazioni commerciali rispetto allo stesso periodo del 2011, e che un nuovo aumento è previsto nei prossimi anni. Vendere i terreni alle aziende straniere vuol dire privare lo stato di una risorsa vitale per le casse dello Stato.
Il governo ha accusato gli scioperanti di essere dei ‘pandilleros’, cioè degli esponenti delle bande criminali, ma il Frente Amplio di Colòn, coordinamento di organizzazioni sindacali e sociali ha respinto le accuse al mittente ed ha chiesto alla popolazione di scendere in piazza, condannando l’uso della forza contro i manifestanti. Che da ieri stanno bloccando con barricate tutte le principali vie d’accesso alla città portuale. Da ieri negozi, scuole e alcuni uffici pubblici sono chiusi e alla protesta e ai blocchi si sono unite anche alcune organizzazioni indigene.
Nelle ultime ore si segnalano in varie zone della città e della provincia duri scontri tra manifestanti e polizia, mentre in alcune occasioni il governo ha anche mobilitato l’esercito per tentare di rimuovere i blocchi e di disperdere i manifestanti. Numerosi testimoni hanno riferito di un frequente uso delle armi da fuoco da parte degli agenti e non è escluso che alcuni gruppi di scioperanti abbiano risposto al fuoco. Da ieri si segnalano numerosi feriti e arresti.
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