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Leila Khaled a Gaza

Dicembre di anniversari per le formazioni politiche palestinesi. Tra qualche giorno Khaled Mashaal – è la sua prima visita – e diversi leader in esilio entreranno a Gaza per il 25° anniversario della fondazione di Hamas. Ma non sarà l’unico esponente palestinese di primissimo piano ad andare nella Striscia, sottoposta in novembre all’attacco aeronavale israeliano. Per le celebrazioni del 45° anniversario del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), Gaza oggi accoglierà Leila Khaled, una delle icone della resistenza palestinese negli anni ’60 e ’70, che nell’occasione verificherà di persona i danni dell’offensiva militare israeliana.
Nata ad Haifa nel 1944 e costretta all’esilio con la famiglia dopo la fondazione dello Stato di Israele nel 1948, Leyla Khaled all’età di 15 anni aderì al Movimento Nazionalista Arabo di cui era protagonista assoluto George Habash, il fondatore del Fplp, quando era ancora uno studente di medicina dell’Università americana di Beirut. Khaled divenne nota in tutto il mondo per la sua partecipazione al dirottamento a scopo politico del volo TWA 840 in servizio fra Los Angeles e Tel Aviv, nel 1969, prima donna in assoluto coinvolta in un’azione simile. Non vi furono morti e feriti ma l’aereo fu fatto saltare in aria dopo aver fatto sbarcare i passeggeri. Il 6 settembre 1970, Leila Khaled, con un giovane americano di origine nicaraguense, Patrick Arguello, cercò di dirottare il volo El Al 219, in servizio fra Amsterdam e New York. Si trattava del piano coordinato di dirottamenti di Dawson’s Field, azioni quasi simultanee organizzate dal Fplp. Il dirottamento però fu sventato dall’intervento di un agente di sicurezza israeliano, presente a bordo dell’aereo, che uccise Arguello e immobilizzò Khaled. Sebbene avesse con sé due bombe a mano, la guerrigliera sostenne di aver ricevuto istruzioni di non mettere in pericolo i passeggeri. Il pilota diresse l’aereo sull’aeroporto londinese di Heathrow, dove Khaled fu arrestata. Il 1 ottobre il governo britannico la rilasciò nel quadro di uno scambio di prigionieri. Nel 1971 il Fplp mise fine ai dirottamenti aerei per richiamare l’attenzione sulla causa e i diritti dei palestinesi.
In un’intervista Khaled disse di essersi innamorata del Regno Unito quando un funzionario dell’immigrazione le chiese, in carcere, come mai era arrivata nel paese priva di un visto valido. Diversi anni dopo dichiarò di non credere più nei dirottamenti aerei come forma di lotta politica. Leila Khaled è membro del Consiglio Nazionale Palestinese e dell’Unione generale delle donne palestinesi. Vive ad Amman, è sposata e ha due figli. Per i palestinesi però e la guerrigliera irriducibile di 40 anni fa.

da “il manifesto”

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