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Bachar al-Assad, la Siria e la verità sulle armi chimiche

Noi giornalisti dovremmo cercare di essere i primi testimoni imparziali della storia. Se mai abbiamo una ragione di esistere, dev’essere almeno quella di raccontare la storia mentre accade, affinché nessuno possa dire: “Non sapevamo, nessuno ce lo aveva detto”. Robert Fisk

8 dicembre 2012

Più le bugie sono madornali, più la gente ci crede. Sappiamo tutti chi ha detto questo, ma funziona ancora così. “Bashar al-Assad possiede armi chimiche!.. Forse, egli si accinge ad usarle contro i Siriani, il suo popolo. Se lo fa, l’Occidente risponderà per le rime.”

Abbiamo già sentito questa storia l’anno scorso, e il regime di Assad ha ripetuto a chiunque voglia ascoltare che se – sempre se – avesse armi chimiche, mai le avrebbe usate contro il suo popolo.

Il piccolo chimico…

Ma ancora una volta Washington intona lo stesso ritornello: “Bashar possiede armi chimiche, si accinge ad usarle contro il suo popolo e se lo fa …”

Ebbene, se lui se ne servisse, Obama, la signora Clinton e la NATO si arrabbierebbero tanto, ma tanto!

Per giunta, durante la settimana, proprio quest’ultima settimana, i soliti pseudo – esperti, questi che non riuscirebbero a trovare la Siria su una carta geografica, ci hanno avvertito che la Siria potrebbe avere negli arsenali iprite, agenti chimici, agenti biologici, e potrebbe farne uso.

E quali sono le fonti?

I medesimi specialisti fantasiosi, che non ci hanno avvertito dell’11 settembre, ma che nel 2003 insistevano nel dire che Saddam Hussein aveva armi di distruzione di massa, queste “fonti anonime dei servizi segreti militari”, indicate dall’acronimo FASSM (in inglese “unnamed military intelligence sources – UMIS”)

Colpo di scena

Ed ecco il colpo di scena, qualcuno della “Canadian Broadcasting Corporation” mi chiama per parlare con me circa l’uso di armi chimiche che avrebbe fatto Hafez al-Assad durante la repressione della rivolta sunnita di Hama nel 1982. Le loro fonti: le stesse vecchie UMIS!

Ma, vedi il caso, si scopre che nel febbraio del 1982 il sottoscritto c’era ad Hama – questa la ragione per cui i Canadesi mi hanno interpellato – e mentre l’esercito siriano massacrava veramente il suo popolo (che, per inciso, aveva massacrato funzionari del regime e le loro famiglie), nessuno aveva mai fatto ricorso ad armi chimiche.

Non un soldato che avevo incontrato portava con sé una maschera antigas. Nemmeno i civili. L’aria pericolosamente profumata, che i miei colleghi ed io avevamo fiutato dopo l’attacco di Saddam (allora nostro alleato) con armi chimiche contro i soldati iraniani, non c’era ad Hama.

E nessuno dei sopravvissuti che io ho intervistato per 30 anni dal 1982 ha fatto mai menzione dell’uso di gas.

Ma ora, dobbiamo credere a forza che gas c’era stato. E così ha inizio una nuova favola per bambini: “trent’anni fa, Hafez al-Assad ha usato i gas. E quindi suo figlio Bashar potrebbe fare lo stesso”.

E non era questo il motivo per cui abbiamo invaso l’Iraq nel 2003: perché Saddam aveva gasato il suo popolo e avrebbe potuto farlo di nuovo?

Fesserie!

Eh sì, più grossa è la menzogna, meglio è! Ed è pur vero che noi giornalisti abbiamo fatto la nostra parte facendo circolare questa fesseria. E Bachar – le cui forze comunque hanno commesso abbastanza iniquità – potrà essere accusato di un altro delitto che non ha commesso, … e che suo padre non ha commesso.

Uffa, le armi chimiche, questa è una brutta storia.

È brutta, perché gli Stati Uniti hanno fornito a Saddam i componenti per produrne e la Germania ha contribuito (naturalmente!).

È brutta, perché, quando Saddam ha usato questi gas ad Halabja, le UMIS hanno riferito alla CIA di assegnarne la responsabilità all’Iran.

E, sì, probabilmente da qualche parte in Siria Bachar detiene alcuni vecchi barili arrugginiti di sostanze chimiche. La signora Clinton è preoccupata che possano “cadere in mani sbagliate”, come se fino adesso fossero stati “in buone mani”.

I Russi hanno chiesto a Bashar di non utilizzarle. Avrebbe il coraggio di mandare a quel paese l’unica superpotenza che gli è alleata?

E, a proposito, chi è stato il primo ad utilizzare i gas in Medio Oriente? Saddam? Certamente no!

I Britannici, sicuro!, per ordine del generale Allenby, contro i Turchi nel Sinai nel 1917.

E questa È LA VERITÀ .

Robert Fisk è nato a Maidstone, nel Kent, nel 1946. Corrispondente da Beirut per il quotidiano inglese “The Indipendent”, secondo il “New York Times” è l’inviato di guerra più famoso al mondo, e di certo è quello che ha vinto il maggior numero di riconoscimenti per il suo lavoro.

Ha cominciato la sua carriera nei primi anni settanta a Belfast e in Portogallo come inviato del Times, per poi trasferirsi definitivamente in Medio Oriente nel 1976.

Fisk è l’unico giornalista occidentale ad avere intervistato bin Laden – tre volte, tra il 1994 e il 1997 – ed è uno dei pochi a parlare arabo perfettamente.

In Italia i suoi articoli sono apparsi su la Repubblica, l’Unità e Internazionale, e i suoi libri sono bestseller in tutti i continenti.

http://www.michelcollon.info/Bachar-al-Assad-la-Syrie-et-la.html?lang=fr

* Bashar al-Assad, Syria, and the truth about chemical weapons, by Robert Fisk (The Independent – 8/12/12)

http://www.independent.co.uk/voices…

(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

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