Rebeldía viva
Si mobilitano più di 40 mila zapatisti in 5 regioni del Chiapas
Hermann Bellinghausen. Inviato.
Ocosingo, Chis., 21 dicembre.
Più di 40 mila basi di appoggio zapatiste hanno sfilato silenziosamente questa mattina in cinque città del Chiapas, nella mobilitazione più numerosa di questa organizzazione dall’insurrezione armata dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (EZLN) il primo gennaio 1994.
Provenienti dai cinque caracoles zapatisti nella selva Lacandona, gli Altos e la zona nord, i popoli maya ribelli (tzeltales, tzotziles, choles, tojolabales, mames e zoques) del Chiapas hanno occupato le piazze centrali di Ocosingo, San Cristóbal de Las Casas, Palenque, Altamirano e Las Margaritas. Ovunque, in assoluto silenzio.
Alle 6:30, circa 6 mila indigeni zapatisti, in maggioranza giovani, si sono radunati nelle vicinanze dell’Università della Selva, vicino al sito archeologico di Toniná. Da lì si sono diretti al parco centrale di Ocosingo, dove sono rimasti per tre ore di fronte all’edificio del municipio che 19 anni fa gli insorti ed i miliziani dell’EZLN presero con le armi dichiarando guerra al governo messicano.
In quest’occasione l’azione è stata civile e pacifica e gli unici che hanno parlato sono stati i pugni della mano sinistra alzati di tutti gli zapatisti che hanno sfilato ordinatamente su un palco installato all’uopo. Verso le 10:30 gli ultimi manifestanti hanno lasciato la piazza per tornare nella selva.
Allo stesso modo, nelle altre piazze menzionate, gli zapatisti hanno installato palchi sui quali sono saliti col pugno alzato tutti i partecipanti alla mobilitazione, in una sfilata di impressionante silenzio.
A San Cristóbal de Las Casas hanno sfilato circa 20 mila uomini e donne zapatisti. Secondo le fonti, a Las Margartas si sono radunati almeno 7 mila indigeni, e 8 mia a Palenque. Di Altamirano non si conoscono i numeri. Secondo la testimonianza di un autotrasportatore della zona di Ocosingo, dal caracol di La Garrucha potevano partire più del doppio dagli indigeni che sono arrivati ad Ocosingo, ma non c’erano veicoli sufficienti, per cui sono state trasportate solo 6 mila persone.
Nelle scorse settimane, il portale elettronico di Enlace Zapatista aveva annunciato la parola del Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno, Comando Generale dell’EZLN, e delle commissioni Sesta e Sesta Internazionale. Si pensa che presto si potranno conoscere i loro comunicati, ma ancora non se ne sa nulla.
Nella data in cui molti sprovveduti credevano alla fine del mondo, secondo l’interpretazione opportunista delle profezie (in realtà, calcoli matematici) degli antichi maya, le comunità basi di appoggio dell’EZLN, appartenenti ai popoli maya contemporanei che nelle loro lingue si definiscono uomini veritieri, col volto coperto hanno realizzato una potente dimostrazione di forza e disciplina, perfettamente in riga sotto una costante pioggia (inusuale in quest’epoca dell’anno) che ha accompagnato le mobilitazioni per tutta la mattina nelle diverse località.
Abili nell’apparire all’improvviso, gli indigeni ribelli sono spariti altrettanto rapidamente e silenziosamente così come erano arrivati all’alba in questa città che, a vent’anni dalla traumatica irruzione qui dell’EZLN a capodanno del 1994, li ha accolti con un poco di spavento e curiosità, senza nessuna manifestazione di rifiuto. Sotto i portici del comune che oggi ha sospeso le sue attività, decine di abitanti di Ocosingo sono accorsi per fotografare con cellulari e macchine fotografiche lo spettacolare concentramento di incappucciati che ha riempito il parco come al gioco del Tetris, avanzando tra le siepi in un ordine che sembrava coreografia, per salire sul palco, installato velocemente il mattino presto, alzare il pugno e dire, silenziosamente, siamo qui. Ancora una volta. http://www.jornada.unam.mx/2012/12/22/politica/002n1pol
La Jornada – Sabato 22 dicembre 2012
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)
video: http://youtu.be/qH8nxafgKdM
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