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Chavez, infezione polmonare e tentativi di destabilizzazione

Le condizioni di Hugo Chavez, dopo la delicata operazione a Cuba, lo scorso 11 dicembre, per estirpare un tumore  si sono complicate. Chavez – annuncia il ministro delle comunicazioni venezuelano Ernesto Villegas – mostra una «insufficienza respiratoria» in seguito ad una «grave infezione polmonare» registrata dopo il nuovo intervento.
Ma Villegas lancia anche un allarme sul tentativo di destabilizzare il paese da parte dei media internazionali dell’imperialismo proprio per l’aggravarsi delle condizioni del presidente venezuelano. «Dopo il delicato intervento dell’11 dicembre – dice Villegas alla radio e alla televisione dal Palazzo Miraflores, a Caracas – il Comandante Chavez ha presentato complicazioni dovute ad una infezione polmonare grave. Questa infezione ha portato a problemi respiratori». Villegas aggiunge comunque che il governo venezuelano «ribadisce la sua fiducia nel team medico che ha seguito il Comandante-Presidente e agito con assoluto rigore».
Il ministro coglie l’occasione per mettere in guardia «il popolo venezuelano sulla guerra psicologica che la rete transnazionale dei media sta scatenato sulla salute del presidente con l’obiettivo finale di destabilizzare il Venezuela, ignorando la volontà popolare espressa nelle elezioni presidenziali del 7 ottobre».
«il governo avverte il popolo del fatto che è in corso una guerra psicologica attraverso i media internazionale con l’obiettivo ultimo di destabilizzare la repubblica bolivariana del Venezuela, disconoscere la volontà popolare espressa con le elezioni del 7 ottobre che sono state vinte da Chavez». Il tentativo – spiega Villegas – è quello di «colpire l’unità del Governo» ovvero la stessa «ideologia di Hugo Chavez». E conclude: «Hasta la victoria siempre, viva Chavez».
La portavoce del dipartimento di Stato, Victoria Nuland, ha cercato di negare le manovre yankee, affermando che gli Stati Uniti non vogliono interferire nel possibile processo di transizione in Venezuela nell’eventualita’ che il presidente Hugo Chavez non ce la faccia. Washington, ha spiegato, è in contatto “con venezuelani rappresentanti di un ampio spettro politico ma ogni passaggio che avrà luogo in Venezuela sarà il prodotto di decisioni prese dai venezuelani e non una soluzione made in America definita qui” . Il contrario di quel che gli Stati Uniti hanno sempre fatto.
Nella serata di ieri, dopo diversi giorni all’Avana per seguire le delicate condizioni di salute di Hugo Chavez, il numero due venezuelano Nicolas Maduro è rientrato a Caracas, dove ha detto di aver visto alcune ore prima il leader della rivoluzione bolivariana insieme ad altri esponenti del governo. «Abbiamo visto Chavez», ha detto Maduro, precisando che il presidente «è cosciente della battaglia che sta portando avanti».
Anche i presidenti del parlamento, Diosdado Cabello, e del gruppo petrolifero statale Pdvsa, Rafael Ramirez, sono stati insieme – ha precisato – «al compagno Hugo Chavez». Maduro si è riferito al presidente durante una visita a una fabbrica nella capitale: «Questo è uno stabilimento socialista che prima della ‘revolucion’ era stato abbandonato. Chavez aveva insistito sul fatto di rimetterlo in attività».
Il vicepresidente ha poi attaccato Ramon Aveledo – segretario generale della ‘Mesa de unidad’, l’opposizione anti-chavista – di organizzare «le malsane campagne» circolati questi giorni nelle reti sociali sulle condizioni di salute del capo dello stato.

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