Arrivano con il contagocce le notizie dal Mali, dove da giorni ormai sono in atto pesanti combattimenti tra le truppe francesi e le milizie islamiche. Secondo le informazioni fornite da alcune agenzia di stampa le truppe dell’esercito regolare di Bamako sostenuto dai commandos e dall’aviazione di Parigi starebbero avanzando nel centro del paese, conquistando rapidamente terreno. La notizia di oggi è che il gruppo jihadista Ansar Dine (Difensori dell’islam) si sarebbe spaccato dopo la formazione di una corrente ‘moderata’ disponibile a trattare con il governo fantoccio. Il nuovo gruppo, ribattezzato il Movimento islamico dell’Azawad (Mia), ha diffuso oggi un comunicato in cui ha espresso la propria disponibilità ad arrivare “a una soluzione pacifica”. “Il Mia afferma nel modo più solenne che si smarca completamente da ogni gruppo terroristico, condanna e respinge ogni forza di estremismo e terrorismo e si impegna a contrastarli”, si legge nella nota. “Formato esclusivamente da maliani,
Intanto in Francia è polemica, e ad accusare il governo del socialista Hollande di essere entrato in guerra per accaparrarsi l’uranio del Niger (fondamentale per le sue numerose centrali nucleari) e altre preziose risorse naturali è il leader del Fronte di Sinistra, Jean Luc Melenchon. Il portavoce della coalizione di forze di sinistra – comunisti, socialisti di sinistra ed altre – ha accentuato in questi giorni le sue critiche all’ingerenza francese in Africa Occidentale, dopo la tolleranza dimostrata nei giorni scorsi nei confronti della “guerra al terrorismo islamico”.
Critiche al vetriolo arrivano da Mosca: il ministro degli esteri russo Serghei Lavrov non ha potuto fare a meno di ripetere ciò che molti nel mondo pensano. Cioè che i terroristi contro cui stanno combattendo le truppe francesi e gli alleati africani in Mali sono gli stessi che le potenze occidentali hanno armato nella guerra in Libia per spodestare il colonnello Gheddafi. E che ora grandi potenze e potenze regionali utilizzano per togliere di mezzo Assad e destabilizzare
Intanto dopo le accuse della Fidh sulle esecuzioni sommarie da parte dell’esercitomaliano, il ministro francese della Difesa, Jean-Yves Le Drian, ha invitato i vertici dell’esercito di Bamako ad essere ”estremamente vigilanti” su possibili rappresaglie nel nord del Paese.
Ora il cruccio di Parigi è il crescente isolamento internazionale. Se infatti non è mancato il sostegno a Hollande da parte di alcuni partner europei, sul fronte della concessione di aiuti concreti e truppe poco e niente è venuto dai competitori interni all’Unione Europea. Che evidentemente sanno bene quanto l’operazione militare francese nella regione sia strettamente legata alla difesa degli interessi di Parigi e quindi poco appetibile, se non controproducente, per gli altri partner continentali. Al di là delle dichiarazioni di sostegno formale e logistico provenienti da Londra e Berlino, finora neanche una nazione occidentale si é impegnata a partecipare alla guerra con truppe sul terreno.
E l’immagine della “guerra pulita” contro i terroristi islamici comincia già a scricchiolare. Dopo che nei giorni scorsi notizia di bombardamenti indiscriminati sui villaggi di civili sono state riportate, seppur senza enfasi, dalla stampa. E dopo che
Le accuse sono così circostanziate che lo stato maggiore dell’esercito francese non ha potuto fare a meno di chiedere alle truppe di Bamako di vigilare contro eventuali abusi. Ma nell’occhio del ciclone ora è finito un soldato di Parigi, che si è fatto ritrarre con il volto coperto da un foulard col disegno di un teschio. Il portavoce dello Stato maggiore, Thierry Burkhard, ha affermato che il militare è stato identificato e che nei suoi confronti saranno adottate delle sanzioni.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa