Besma è scesa subito in piazza con il segno della vittoria! Insieme ai compagni e alle compagne ha lanciato uno dei più grandi scioperi generali della storia della Tunisia. Il saluto a Belaid si è tramutato in una gigantesca manifestazione politica che ha portato più di un milione e mezzo di manifestanti a gridare “il popolo vuole la caduta del regime!”. “Ennahdha degage!” nelle strade della capitale. La presenza delle donne della rivoluzione durante la manifestazione è stata altissima quanto determinata. Anche questa è la straordinaria Tunisia di lotta e di dignità! Differente e contrapposta a quelle poche migliaia (3000) di manifestanti pro-governo e legati ad Ennahdha e altre fazioni islamiste, che ieri hanno avuto anche il coraggio di scendere in piazza al fianco del Ministero degli Interni, nel mal riuscito e meschino tentativo di deturnare il dibattito pubblico scandendo slogan contro la Francia.Il segno della vittoria di Besma, già in strada dopo poche ore dall’assassinio di Belaid, che sia da monito alla transizione democratica degli islamisti a stelle e strisce, e dei fascisti verdi delle petrol-monarchie.
DOMANDA: vostro marito Chokri Belaid, segretario generale del Partito dei Patrioti Democratici Uniti, è stato assassinato questa mattina mentre usciva dalla vostra abitazione. Si sentiva minacciato in questo periodo?
RISPOSTA: certo, era sempre minacciato, riceveva minacce da ben quattro mesi:su face book, al telefono. Alcuni responsabili politici lo avevano avvisato avvertendolo della gravità della situazione.
D: secondo lei perché è stato preso di mira?
R: perché divulgava informazioni per far sapere le verità del suo paese; non voleva che tali informazioni venissero nascoste al popolo tunisino. In questo paese ci sono alcune persone messe in sicurezza e altre, come mio marito, uccise alle 8 di mattina in mezzo alla strada, davanti a tutti con quattro colpi sparati alla testa e al cuore in modo che non si potesse più muovere.
D: quando parla di “alcune persone”, si riferisce al partito islamista al potere?
R: si esattamente, parlo proprio del partito islamista Ennahdha che è al potere. Ci sono due correnti all’interno del partito, quella fuori dal potere che continuava a dichiarare pubblicamente, dentro le moschee, la morte di mio marito e l’altra, costituita dal ministero degli interni che avrebbe dovuto garantire la sicurezza ad un leader politico. Accuso Ennahdha di essere responsabile dell’omicidio.
D:come vi spiegate che malgrado le minacce esplicite il governo non abbia protetto vostro marito?
R: non sono io che devo rispondere a queste domande!
D:quindi lei sta affermando che al governo andava bene che suo marito non fosse protetto?
R: certo. Andava bene al partito Ennahdha. Loro vogliono uccidere chi dice la verità, vogliono uccidere la democrazia, vogliono affondare la popolazione nella violenza.
D: domani è stato chiesto uno sciopero nazionale da quattro partiti dell’opposizione, questa sera lei chiederà la fine del governo?
R: io lo spero, io spero nella fine del governo.
D: oggi, a due anni dall’inizio della primavera araba, lei può dire di rimpiangere Ben Ali?
R: ah no, io non rimpiango assolutamente Ben Ali perché è a causa sua che ora ci troviamo in questa situazione, io ora aspetto, chiedo solo la democrazia. Ora siamo qui(siamo contro questo governo) perché questo potere è lontano dalla democrazia, è un potere che non conosce il dialogo.
D: potete affermare che vostro marito è morto per la democrazia?
R:certo, mio marito è morto per il paese. E’ morto per la democrazia, lui stava instaurando la democrazia.
D: stiamo assistendo ad un ritorno della violenza nelle strade in Tunisia, volete mandare un messaggio agli oppositori che stasera scenderanno a manifestare per la morte di suo marito?
R: voglio dire a tutti di essere uniti per evitare che il potere vinca. Uniti contro questa espressione di violenza.
D:domani andrete a manifestare signora Khalfaoui?
R: oggi sono scesa a manifestare, perche mio marito avrebbe fatto la stessa cosa. Domani farò lo stesso, scenderò di nuovo nelle strade. Io e i suoi compagni continueremo in nostro percorso. Non smetteremo mai di parlare. Ci saranno 1000 Chokri Belaid.
da Conflitti globali
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